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Basilico, “Uomini e soldi”: al centro della finanza c’è la persona e non gli algoritmi

FIRSTonline

Sarà anche vero che da qualche tempo i grandi maghi della finanza non disdegnano più di raccontare la loro vita e i loro miracoli, ma “Uomini e soldi“, l’agile e gradevole libro pubblicato da Rizzoli e scritto da Paolo Basilico, il fondatore e fino a qualche giorno fa il numero uno di Kairos, una delle realtà più innovative e di maggior successo dell’industria finanziaria italiana degli ultimi vent’anni, tutto è che tranne che un’autocelebrazione fine a se stessa. Come spiega chiaramente il sottotitolo stesso del saggio, quello di Basilico è il racconto di una vita che ha l’obiettivo di svelare i segreti per investire con successo.

C’erano tanti modi per consigliare i risparmiatori a inoltrarsi nel misterioso mondo della finanza senza prendere abbagli e inseguire chimere, ma quello scelto da Basilico – intrecciandosi con il racconto di una vita vissuta come persona prima ancora che come money manager di grande intelligenza e di grande successo – non è mai banale e tanto meno scontato. Al contrario, è piena di sorprese: Basilico confessa addirittura che nella seconda vita vorrebbe fare il giornalista e non nasconde le ansie e le paure per la sorte stessa di Kairos dopo l’inatteso fallimento della Lehman e la Grande Crisi. Indimenticabile anche la sincerità con cui scrisse ai suoi clienti per confessare che del deludente 2018 dei mercati lui come tanti altri non aveva capito niente.

Il saggio ha soprattutto il pregio di raccontare i passaggi cruciali della sua vita e gli insegnamenti fondamentali tratti dall’esperienza nel mondo della finanza non solo con eleganza e sobrietà ma con grande passione e assoluta chiarezza con l’obiettivo dichiarato di farsi intendere e di rivolgersi non ai professionisti degli investimenti finanziari ma alla gente comune e ai semplici risparmiatori. E’ inutile mentire: “I soldi – s’intitola non per caso il primo capitolo – sono importanti: impara a conoscerli”.

Basilico, nella sua vita da leader della finanza, ne ha viste di tutti i colori, dal decollo della Borsa italiana alle tante bolle che hanno accompagnato i mercati, dal fallimento della Lehman alla truffa di Madoff fino al pericolo che la crisi travolgesse anche l’euro se non ci fosse stato il “whatever it takes” di Mario Draghi, ma si domanda come mai gli italiani, sapendo tutto di calcio e di politica e avendo in anni più recenti coltivato conoscenze approfondite sulla salute e sul benessere fisico o sull’alimentazione, sappiano invece poco di soldi, di finanza e di gestione del risparmio. Eppure, con un impegno relativamente modesto, potrebbero facilmente trovare in tutta onestà la strada per vivere meglio e più agiatamente. Ma tutto ciò non è casuale, perché per generazioni gli italiani più abbienti sono stati abituati a investire solo nel mattone o nei titoli di Stato, ottenendone discreti ritorni e ignorando quasi del tutto la Borsa.

“Per fortuna – nota però Basilico – le cose stanno cambiando”, ma troppo lentamente. Non è solo una questione di conoscenze tecniche, che certamente servono ma non bastano. In realtà per “avere successo con il denaro – sostiene Basilico – occorre più una persona equilibrata che un genio matematico”. Una persona equilibrata che non si illuda di aver capito tutto e di padroneggiare da sola la finanza, che abbia una buona conoscenza della psicologia dei comportamenti umani, delle principali regole dell’economia e del mondo degli investimenti e dell’industria finanziaria e che tenga sempre sul comodino una copia dell’Odissea. Del libro di Omero? Sì, proprio quello, perché “quando si parla di denaro, abbiamo un’unica possibilità di salvezza: quello di legarci mani e piedi come Ulisse all’albero della nave per resistere al canto delle Sirene” e non cadere in tentazione lasciandosi sedurre né dai presunti oracoli finanziari né dalle illusioni dei salotti .

In realtà, secondo Basilico, le regole per coltivare il proprio benessere finanziario non sono molte, “sono solo dieci e sono semplici, come tutte le cose vere”: molta diversificazione, soprattutto per investitori italiani che hanno a che fare con una Borsa troppa piccola, più spazio alle azioni che alle obbligazioni, tenersi sempre un po’ di liquidità, non destinare al trading più del 10% del proprio patrimonio, darsi un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e via dicendo. Bisogna conoscere le regole di base ma senza cadere in un’altra pericolosa trappola, che è quella di gestire in proprio i propri investimenti finanziari anziché affidarsi a collaudati professionisti.

Di fronte alla spaventosa volatilità dei mercati finanziari, che per periodi anche non brevi possono essere imprevedibili e sganciati dalla razionalità dei numeri e che oggi sono caratterizzati da scambi che per oltre la metà provengono da sistemi algoritmici o da fondi indicizzati, non c’è alcuna speranza di anticipare o gestire le oscillazioni dei mercati. Ecco perché un buon consulente è essenziale. Ma come sceglierlo? Le conoscenze di base della psicologia dei comportamenti e dei fondamentali dell’economia e della finanza servono a fare la scelta giusta senza deleghe in bianco. “La compartecipazione al rischio e al rendimento dei vostri risultati” da parte di consulenti o promotori finanziari è la prima regola da tenere presente. Se poi questo professionista investe come voi, ancora meglio. Ma, “ricordate poi che un consulente è bravo non solo per quello che vi fa guadagnare, ma soprattutto per quello che vi impedisce di perdere“. Sacrosanto. E’ proprio vero che il bel libro di Basilico non è solo un utile vademecum di regole finanziarie ma una lezione di grande saggezza. Da leggere ogni sera insieme all’Odissea.

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