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Avanza il decreto legge sul lavoro, ma perde qualche pezzo

La commissione Lavoro della Camera ha licenziato così il testo con numerose integrazioni, che già da oggi cominceranno a essere esaminate dall’assemblea di Montecitorio. Poi si dovrà andare al Senato, con termine 19 maggio per la ratifica del provvedimento. Già si comincia a parlare di possibile ricorso del Governo al voto di fiducia.

La principale modifica introdotta dalla commissione è la riduzione da otto a cinque del numero di proroghe possibili per i contratti a termine, che possono intervenire nell’arco dei 36 mesi complessivi, indipendentemente dal numero dei rinnovi.

E’ stato anche ampliato il diritto di precedenza per le lavoratrici in maternità con contratto a termine per assunzioni a tempo indeterminato.

Un’altra modifica è la necessaria stabilizzazione di almeno il 20% degli apprendisti nelle aziende con almeno trenta dipendenti. “Per i datori di lavoro che occupano almeno trenta dipendenti – si legge nel testo dell’emendamento – l’assunzione di nuovi apprendisti è subordinata alla prosecuzione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato, nei 36 mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20% degli apprendisti“.

Con una norma di tipo transitorio è stato consentito alle imprese che hanno al loro interno più del 20% di lavoratori con contratti a tempo determinato (il tetto fissato per legge) di adeguarsi al tetto entro il 31 dicembre 2014. Secondo il relatore sul provvedimento, Carlo Dell’Aringa del Pd, la disposizione accolta dalla commissione “è utile per le imprese e i lavoratori più di quanto non lo sia un blocco immediato delle nuove assunzioni. Infatti, si consente ai datori di lavoro che in base alle nuove norme si troveranno oltre la soglia di contratti a termine consentiti, di rientrare nei limiti di legge in un tempo ragionevole. In caso contrario, scatterà il divieto di nuove assunzioni fino al rientro nei limiti”.

Le correzioni introdotte sono state valutate negativamente, nel complesso, dalle forze di maggioranza diverse dal Pd, in pratica dal Nuovo Centro Destra e da Scelta Civica. Si tratta di modifiche che sono andate incontro a parte delle richieste provenienti dalla sinistra del Pd e dalle organizzazioni sindacali, che – secondo la visione di Ncd eSc – indebolirebbero la portata innovativa del decreto legge e la sua capacità diu incidere positivamente sul mercato del lavoro, introducendovi irrigidimenti vari nonché meccanismi punitivi per apprendistato e formazione.

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