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Allarme Confindustria: imprese soffocate da restrizione credito, commissioni e ritardi pagamenti

La restrizione del credito, l’entità delle commissioni bancarie e i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione sono “fenomeni preoccupanti” per le imprese, grandi e piccole. E’ l’allarme lanciato oggi da Confindustria, sentita dalla commissione Industria del Senato, che ha all’esame il decreto con cui si ripropongono le commissioni bancarie su crediti e fidi.

I tre fenomeni viaggiano assieme: la restrizione del credito – spiega il direttore area fisco e finanza di Confindustria, Elio Schettino – sta avvenendo “sia in termini di quantità erogata che di costi applicati. Resta un problema di trasparenza e comparabilità delle commissioni, che può incidere in modo significativo sul costo finale del credito”. Schettino esibisce alcune cifre elaborate dal Centro studi di viale dell’Astronomia su dati di Bankitalia in base ai quali i prestiti alle imprese in Italia si sono ridotti a gennaio dello 0,1% dopo il – 1% di dicembre (cioè 20 miliardi) e il -2% di novembre. ”A questa contrazione si aggiunge un elevato livello del costo del credito. Il tasso di interesse pagato per i prestiti bancari dalle imprese italiano e’ salito rapidamente nel 2011, attestandosi in media al 4,1% a gennaio 2012, quasi un punto in più rispetto al 3,2% del giugno 2011”. La situazione si fa difficile perché ”aumentano margini di interesse, altri oneri, richieste di garanzie e limiti sui volumi erogati”.

E a complicare la situazione, i ritardi con cui paga l’amministrazione pubblica. La restrizione finanziaria, sottolinea Schettino, “è resa più grave dall’allungamento dei tempi di pagamento sia del settore pubblico sia tra imprese. Per ottenere una pagamento dalla pubblica amministrazione le aziende italiane hanno atteso 180 giorni nel 2011 (128 nel 2009). In altre economie avviene il contrario: i tempi di pagamento dell’amministrazione si sono ridotti in Francia a 64 giorni (da 70) e in Germania a 35 giorni (da 40)”. Analogo l’allungamento dei pagamenti tra imprese: i tempi si sono allungati da 88 giorni del 2009 a 103 dello scorso anno.

Confindustria non nasconde le preoccupazioni. “Nonostante i recenti miglioramenti per le banche derivanti dall’abbassamento dello spread sui titoli di Stato italiano e dall’immissione di liquidità da parte della Bce, resta il timore che il credit crunch proseguirà nei prossimi mesi . Il perdurare di questa situazione – dice Schettino – suscita forti preoccupazioni. La carenza di credito infatti è uno dei principali fattori di freno per le imprese italiane: oltre a ostacolarne l’attività, ne penalizza la competitività rispetto alle aziende straniere, in particolare rispetto a quelle tedesche, che godono di condizioni creditizie molto più favorevoli grazie alla migliore situazione tedesca in termini di debito pubblico”. Le più esposte sono le aziende di piccola e media dimensione, sottolinea Schettino: “A essere più penalizzate sono le piccole e medie imprese italiane che fanno maggiormente ricorso al credito bancario e hanno minore potere contrattuale rispetto alle banche”.

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