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Agcom: “Canone Rai? Urgente la riforma”

Serve una riforma del canone Rai, da cui oggi arriva il 61,3% del totale delle risorse economiche della tv pubblica. Lo ha detto il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, nel corso della sua relazione al Parlamento. In particolare, secondo il presidente dell’Agcom, “è auspicabile una riforma del sistema di finanziamento pubblico nel segno della semplificazione, della perequazione sociale e dell’effettività della riscossione”.

[Canone Rai: ecco chi non deve pagare]

TV, RADIO E QUOTIDIANI: BRUCIATI 2 MILIARDI IN 5 ANNI

Cardani ha poi sottolineato che “i media classici (quotidiani, tv, radio) hanno complessivamente perso quasi 2 miliardi di euro, con una riduzione pari al 16% nel periodo 2010-2014, con punte superiori al 30% nel caso dei quotidiani. Mentre la televisione, anche grazie alla sua funzione di intrattenimento, mantiene una posizione importante, i quotidiani – spiega – soffrono di un declino strutturale”.

SKY PRIMA TV PER RICAVI, MEDIASET TORNA SECONDA

Secondo i dati forniti dal numero uno dell’Agcom, inoltre, nel settore televisivo italiano Sky conferma il suo primato in fatto di ricavi, con il 34,1% del totale nel 2014 (+1,4% su anno). E’ tornata poi in seconda posizione Mediaset dopo essere arretrata in terza nel 2013, con il 27,85% dell’intero ammontare (-0,7%). La Rai si è attestata invece in terza posizione con il 27,2% (-1,5%). 

BANDA ULTRALARGA: COPERTURA ITALIA 36% CONTRO 68% UE

Nel 2015, “se per la banda larga il divario è accettabile – ha aggiunto Cardani –, gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all`Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’Ue a 28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo, con situazioni regionali che arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga)”. 

La situazione è ancora peggiore se si considera il livello di penetrazione: “Solo il 4% delle famiglie utilizza connessioni superiori a 30 Mbps (contro il 26% dell’Ue) e praticamente nulle sono le connessioni superiori a 100 Mbps (9% nell’Ue)”.

INVESTIMENTI +0,7% NEL 2014: +7,7% SU RETE FISSA, -6,5% SU MOBILE

Il Presidente dell’Agcom ha poi comunicato che nel 2014 gli investimenti nel settore delle telecomunicazioni sono cresciuti dello 0,9%, a 6 miliardi di euro, con un incremento del 7,7%, per la rete fissa dove sono stati investiti 3,33 miliardi di euro. Di questi, 1,4 miliardi sono stati realizzati dai cosiddetti Olo, con un aumento del 6,6%. In flessione del 6,5% gli investimenti sulla rete mobile, pari a 2,66 miliardi.

PIL UE: POSSIBILE +4% IN 5 ANNI DA SPINTA DIGITALE

Cardani ha quindi rivelato che, secondo stime di Bruxelles, una più incisiva politica di digitalizzazione può generare una crescita del Pil dell’Ue pari al 4% nel prossimo quinquennio, per un valore di 520 miliardi di euro ai prezzi correnti: “Investimenti addizionali e crescita della domanda di Ict consentono di ridurre il divario di produttività tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, pari negli ultimi dieci anni allo 0,2% medio annuo.

PIRATERIA: BLOCCATI 6 SITI CON 5 MILIONI DI FILE MUSICALI

Infine, per quanto riguarda gli interventi contro la pirateria, “con il blocco di sei siti musicali è stato inibito l’accesso a oltre 5 milioni di file musicali illegalmente disponibili. Alla data del 12 giugno2015 sono state presentate 283 istanze di rimozione di contenuti protetti dal diritto d’autore che – per effetto di ritiri, accorpamenti e archiviazioni in fase preistruttoria – hanno dato luogo a 165procedimenti, 162 dei quali già conclusi. Gli ordini di inibizione, pari al 37% dei procedimenti conclusi, hanno riguardato tutti siti esteri manifestamente dediti alla pirateria digitale”, ha concluso Cardani.

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