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ACCADDE OGGI – Wall Street: il record prima della tempesta

Photo by Rick Tap on Unsplash

Il 3 settembre del 1929, esattamente 91 anni fa, l’indice Dow Jones di Wall Street toccò quota 381,17 punti. Un record storico, all’epoca, raggiunto dopo una lunga serie di rialzi spettacolari che dal 1924 avevano portato il Dow Jones a moltiplicare il proprio valore per cinque.

Come tutti sanno, però, la corsa dei rutilanti Anni 20 si sarebbe conclusa in uno schianto. Durante il mese successivo a quel 3 settembre, il Dow Jones subì un brusco calo: prima scese del 17%, poi recuperò circa metà delle perdite, infine ripiegò nuovamente. Agli operatori sembrava già un incubo, ma il peggio sarebbe arrivato il 29 ottobre. Quel giorno, passato alla storia come il “Martedì nero” (o, in America, “Big Crush”), a Wall Street andò in scena il panic selling più rovinoso di sempre. Era l’apice della crisi, durante il quale furono scambiate 16,4 milioni di azioni: mai prima di allora era stato registrato un numero così alto in una sola seduta. I giorni successivi non portarono alcun rimbalzo, anzi: il 13 novembre il Dow Jones era a quota 198,6 punti e per tornare ai livelli precrisi avrebbe dovuto attendere fino alla fine del 1954.

Oggi, invece, che succede? A Wall Street, l’indice ha appena chiuso il mese di agosto con un rialzo spettacolare: +7,6%. A differenza del Nasdaq e dell’S&P500, il DJ non ha aggiornato record su record negli ultimi mesi: attualmente viaggia a 28.646,65 punti e l’ultima impennata storica risale al 15 gennaio, dunque in epoca pre-Covid, quando era arrivato a sfondare quota 29mila.

In ogni caso, l’andamento recente del Dow Jones rimane più che positivo, soprattutto grazie alle garanzie arrivate dalla Fed, che ha promesso tassi bassi ancora a lungo, e a un possibile nuovo intervento da parte del governo. martedì il segretario di Stato Usa, Steven Mnuchin, ha sottolineato che l’economia ha bisogno di aiuti fiscali urgentemente e si è detto pronto a incontrare in ogni momento con la speaker della Camera Nancy Pelosi per sbloccare il pacchetto di aiuti fiscali.

C’è da sperare che l’oceano di liquidità in circolazione non stia alimentando nuove bolle finanziarie e che il buon andamento di oggi non abbia nulla a che vedere con il record di quel 3 settembre 1929.

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