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Vermeer: donne preziose come perle

Ragazza che legge

Al riguardo, chi non ricorda la “ragazza che legge una lettera”, un dipinto conservato al Rijksmuseum di Amsterdam, la pittura è una calibratissima armonia compositiva e quel rapporto geometrico che regola la disposizione di tutti gli elementi, i quali rendono l’opera perfetta. Una giovane donna presumibilmente incinta è vestita di azzurro chiaro che tiene tra le mani un foglio piegato perfettamente, con uno sguardo profondo che porta l’immagine ad una armoniosa immobilita dell’intera opera.

È il 1660 quando l’artista si avvicina maggiormente a ciò che avviene fuori casa; nella sua accuratezza rende la descrizione delle strade della sua città qualcosa di plastico, al punto che “La stradina“ è un capolavoro assoluto. La casa raffigurata è di stile tardo gotico e potrebbe essere stata abitata dallo stesso Vermeer, almeno fino al 1661 quando l’abitazione venne distrutta per far posto alla gilda di San Luca – la corporazione dei pittori di Delft.

The little street
*oil on canvas
*54.3 x 44 cm
*signed b.l.: I. VMeer

Si tratta di una casa di diversi piani in mattoni rossi, con tutta una serie di finestre le quali ci fanno immaginare possano essere le stesse trovate nei dipinti che riproducono gli ambienti interni. Davanti all’uscio una donna è intenta a cucire, una seconda a pulire l’ingresso e sul fondo una terza china intenta a lavare il pavimento: donne che custodiscono l’amore per la vita familiare. Molto bella la prospettiva dei tetti che fanno immaginare il borgo, silenzioso e coperto da un cielo che promette pioggia, ma che non incute nessun timore per il focolare domestico.

Dobbiamo però fare una riflessione sul rapporto fra Vermeer e la pittura del paesaggio di quel periodo; in quanto ancora una volta Johannes ci racconta di non essere interessato al paesaggio come veduta esclusivamente urbana, bensì ama il contesto dove si svolge la vita delle persone. Immancabilmente interessato all’anima, al sentimento, lui, preferisce inserire in questi contesti paesaggistici delle piccole figure umane.

Potrà sembrare un dettaglio marginale, ma non è così, la sua è una scelta precisa e osservando bene questa minuziosità, l’intero paesaggio ritratto diventa ancora più vivo, ricco di sentimento e capace di custodire qualsiasi emozione.

Anche nella Veduta di Delft esposta nel Mauritshuis dell’Aja, che risale al 1660-1661, troviamo una viva e lirica interpretazione di una città che vive la sua quotidianità. Mentre sulla riva vi è la presenza di cinque donne e due soli uomini, l’atmosfera ci porta dentro un momento di festa, quasi a sembrare la celebrazione di un’attesa.

Un dipinto magico per i colori e per quel senso di immaterialità che esprime. Infatti, uno degli aspetti più innovativi di Vermeer riguarda proprio le figure. Invece, i suoi quadri più contemporanei prediligono l’inserimento – quasi didascalico – dei personaggi nel paesaggio, Johanne li presenta come presenze semplici e umane, mai espressioni delle attività commerciali o del costume della città.

Ma ciò che ci coinvolge maggiormente è il suo amore e rispetto verso l’universo femminile. In quasi tutti i suoi dipinti ci sono donne alle quali riserva un posto d’onore ai loro affetti, alle loro emozioni, ai loro segreti. Siano esse inserite in contesti interni alla casa, che esterni; si tratta sempre di quadri dove regna il silenzio rotto appena da uno scricchiolio di una penna sul foglio, da un accordo tentato al clavicembalo; o più spesso da un sospiro appena sfuggito, un sorriso, una espressione appena catturata che esprime tutto il pensiero custodito nello sguardo.

Poi, le gioie trattenute, i pudori, il raccoglimento, le passioni, i turbamenti; sempre con grande garbo e quasi in punta di piedi, Johannes Vermeer, ci accompagna sulle soglie dell’universo femminile. Le donne di Vermeer sono tutte senza nome e senza storia, ma a ciascuna di loro (Vermeer) dona un lampo di affetto, quasi un atto d’amore: donne preziose come “perle”.

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Categories: Arte