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Vaticano, l’occhio di Ernst & Young sui conti

Il Vaticano chiede a Ernst & Young di effettuare un lavoro di “verifica e consulenza sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa” del Governatorato della Città del Vaticano. Ancora un cambiamento per il piccolo Stato nel cuore di Roma, che sotto il pontificato di Francesco ha già affidato al Promontory group la verifica dei conti correnti dello Ior e la “due diligence” dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica).

Il Governatorato è stato in passato teatro di polemiche sugli appalti che portarono l’allora segretario, monsignor Carlo Maria Viganò, a denunciare casi di “corruzione” nello Stato pontificio in una lettera all’allora segretario di Stato Tarcisio Bertone, che, finita sui giornali, inaugurò il caso Vatileaks, la fuga di documenti riservati della Santa Sede.

“In data 15 novembre – si legge in un comunicato della presidenza del Governatorato ricoperta dal cardinale Giuseppe Bertello – il Governatorato dello Stato Città del Vaticano, in accordo con la Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo per gli Affari Economici e Amministrativi della Santa Sede, a seguito di una procedura di selezione ha dato mandato a un’équipe internazionale di EY di effettuare un lavoro di verifica e consulenza sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa dell’Ente. La documentazione contenente l’esito della consulenza sarà a disposizione della Commissione e servirà per proporre eventuali raccomandazioni atte a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi economici e amministrativi del Governatorato”. 

Della commissione referente, peraltro, fa parte Francesca Immacolata Chaouqui, in passato a Ernst & Young, poi criticata da alcuni settori del Vaticano dopo la nomina papale.

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