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Ucraina: tramonta la stella di Zelensky, il presidente è solo e l’inverno di Kiev si fa sempre più gelido

Imagoeconomica

L’ultima pugnalata al cuore del sempre più sconsolato Presidente dell’Ucraina, Volodymir Zalensky, gli è arrivata dal sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ex campione di boxe e suo probabile sfidante alle prossime elezioni politiche, ammesso e non concesso che Zelinsky non ascolti i consigli della moglie e voglia ricandidarsi. “Stiamo diventando come la Russia, dove tutto dipende dal capriccio di un uomo” è la feroce accusa del sindaco a Zelensky, sempre più solo e sempre corrucciato. L’attacco di Klitschko non è una sorpresa perché è un rivale da tempo di Zelensky ma è il segno che l’unità nazionale dell’Ucraina si indebolisce ogni giorno di più e la leadership del Presidente altrettanto. Un collaboratore di Zelensky ha confidato al Time che “la convinzione nella vittoria del Presidente ucraino è messianica, ma non stiamo vincendo e dirglielo è impossibile”.

Tutti i fattori a sfavore di Zelensky e dell’Ucraina

Purtroppo il tempo ha giocato a sfavore di Zelensky e dell’Ucraina e l’inverno gelido non accresce di sicuro la fiducia e la speranza di migliorare le prospettive politiche e militari di Kiev. La guerra in Medio Oriente ha spostato il baricentro dell’attenzione internazionale a favore del dittatore russo Putin che si prepara a trionfare alle prossime elezioni e che si mostra sordo a ogni ipotesi di armistizio con l’Ucraina, ma soprattutto la controffensiva militare ucraina non ha finora dato i frutti sperati e l’inverno è alle porte. Non solo, ma il consenso americano ed europeo a sostegno dell’Ucraina è calante e calanti sono anche le risorse finanziarie e militari a disposizione di Kiev. La “stanchezza” degli alleati pro Ucraina, di cui qualche tempo fa ha parlato la premier italiana Giorgia Meloni, affiora e fa sentire Zelensky sempre più solo e sempre più accerchiato, anche perché, allo stato delle cose, malgrado le migliaia di morti subite dall’Ucraina nella guerra in corso, all’orizzonte non c’è nè la riconquista di tutto il Donbass nè, tanto meno, quella della Crimea. “Il freddo gelido e le bombe, il fronte militare e il terreno diplomatico, l’unità nazionale ucraina indebolita, la Russia che spinge, i Paesi vicini che dubitano (Ndr. della strategia di Zelensky), gli americani che esitano”: tutto questo – scrive su LeJournal.info lo scrittore francese Emmanuel Tugny – rende terribilmente difficile l’inverno di Kiev. E del Presidente Zelensky.

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