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Turismo, per l’Italia è l’estate della riscossa

Tutti i dati lo confermano: l’estate 2017 è quella della riscossa del turismo in Italia. Il Belpaese si conferma quinta destinazione turistica al mondo e va sempre più di moda sia tra gli italiani stessi, che scelgono più volentieri le mete domestiche rispetto a quelle estere, che tra gli stranieri: l’Enit, l’ente del turismo italiano, ha fatto un sondaggio secondo il quale il 77,6% degli operatori stranieri conferma la crescita dei viaggi in Italia. Complessivamente, secondo Assoturismo-Confesercenti, tra italiani e stranieri (divisi più o meno a metà) le presenze nelle strutture ricettive del Paese, nel periodo estivo, supereranno nettamente i 200 milioni.

Mentre i visitatori stranieri prediligono le città d’arte, tra gli italiani continua a comandare il mare: secondo Federalberghi dei 34,4 milioni di cittadini italiani che si muovono da giugno a settembre (+3,2% rispetto ai 33,3 milioni del 2016), il 78,6% ha scelto l’Italia (74,6% nel 2016) e il 68,3% ha ancora optato per il mare, complice anche il grande caldo che ha resto irrinunciabile un break sotto l’ombrellone, in media della durata di una decina di giorni. Tutte in crescita infatti le località balneari, in particolare al Sud, con la Puglia che la fa ancora da padrona: secondo Tripadvisor, che ha stilato una classifica a giugno in base alle prenotazioni, la meta preferita è Gallipoli e nella top ten entrano anche Polignano a Mare e Lecce. Si posizionano bene l’Elba, Jesolo, San Vito Lo Capo (che ha registrato +23,7% di presenze, trascinando anche Palermo al +15%) e la Romagna. Chi invece va all’estero sceglie Grecia, Spagna o le grandi capitali.

Il boom del mare si conferma anche a Ferragosto: per il lungo ponte sono state prenotate l’86% delle camere offerte online, con punte del 95% appunto nelle località balneari. In questo caso comandano Sardegna e Liguria, con la percentuale di camere prenotate più alta. Ma è in crescita anche la montagna, in quel caso per trovare un po’ di fresco, ormai scelta da un vacanziero su 10 anche in periodo estivo e col 92% delle camere prenotate a Ferragosto: solo in Trentino, una delle regioni più trendy, si è registrato un +34% rispetto al 2016, con dati però aggiornati fino al 30 giugno ma che dovrebbero essere confermati a fine stagione. Stagione che dovrebbe anche essere più lunga del solito: il 12,4% degli italiani (contro il 9,2% del 2016) ha scelto il mese di settembre per trascorrere la propria vacanza principale e l’Enit conferma che l’autunno “sarà una seconda estate”.

Il giro d’affari dell’estate dovrebbe dunque essere in crescita del 2,2% rispetto al 2016, a 22 miliardi di euro, nonostante un leggero calo della spesa pro capite: la crisi continua a sentirsi e la vacanza low cost è sempre la più gradita. Complessivamente la nostra industria turistica vale, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del Turismo, oltre 50 milioni di arrivi internazionali ogni anno (erano 2 milioni nel 1932, 18 milioni negli anni ’70 e 46 milioni nel 2011) e i dati 2016 del World Travel and Tourism Council certificano che il turismo in Italia vale 70,2 miliardi di euro (ovvero il 4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (il 10,3% del Pil), se si aggiunge anche tutto l’indotto. Dal punto di vista occupazionale sono circa 2,7 milioni i lavoratori nel settore.

Oltre al clima, quest’anno il turismo italiano ha anche beneficiato della crisi dell’area mediterranea: il Rapporto sul Turismo 2017, curato da Unicredit in collaborazione con Touring Club Italiano, rileva infatti come da qualche anno la crisi del Mediterraneo stia mettendo a rischio la sua attrattività complessiva enfatizzando un senso di scarsa sicurezza e penalizzando turisticamente alcune aree a favore di altre: nel 2016 la Francia ha per esempio subito un calo di arrivi internazionali, l’Egitto ha perso oltre il 40% dei flussi mentre la Turchia quasi il 30%. Da questa situazione, Cipro, Spagna, Malta, Croazia e la stessa Italia sembrano invece aver ricevuto notevoli benefici, con tassi di crescita in alcuni casi a doppia cifra.

Sono infatti sempre di più, come detto, gli stranieri che scelgono il Belpaese, che torna di moda nonostante l’appeal in alcuni casi minato da criminalità e degrado, oltre che da una cultura dell’accoglienza non sempre così efficace. Secondo i dati della Banca d’Italia, aggiornati al 2016, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a 36,4 miliardi di euro, è stata da record (il quinto consecutivo dal 2012) e soprattutto è cresciuta a un tasso (il 2,3%) lievemente superiore a quello delle entrate mondiali da turismo, determinando una tenuta della quota di mercato del nostro paese. La spesa in questo caso è aumentata nelle regioni del Nord ed è diminuita nel complesso delle regioni del Centro-Sud, e la bilancia della spesa turistica è ancora positiva: riceviamo più viaggiatori di quanti ne mandiamo all’estero, e il saldo vale lo 0,8% del Pil.

Il nostro mercato di riferimento si conferma la Germania, con 53 milioni di presenze (con presenza si intende il numero delle notti trascorse negli esercizi ricettivi), ma la vera novità è il forte incremento della Cina che, per la prima volta, entra nella top 10, con 5,4 milioni di presenze. L’unico piccolo elemento critico è che, tra i visitatori stranieri, l’Italia soffre ancora di un’eccessiva concentrazione dei viaggiatori in alcune aree specifiche e in particolari periodi dell’anno. Dalla classifica dei principali Comuni per presenze totali, emergono chiaramente i territori più frequentati dai turisti: le città d’arte del Centro-Nord, in cui Roma ha ancora un ruolo dominante rispetto alle altre destinazioni urbane, seguita da Milano che si conferma da anni in crescita e che ha ricevuto grazie a Expo una spinta importante, e la costa adriatica veneta e romagnola. E’ proprio il Veneto alla fine, considerando tutte le stagioni e i turisti anche italiani, la Regione più visitata e pure nettamente: 63 milioni di presenze, dati tre volte superiori a quelli della Campania (19 milioni) e ben quattro volte a quelli della Sicilia (15).

Il turismo non manca di darci soddisfazioni, però diciamo la verità: con il patrimonio artistico che ha e che è unico al mondo, l’Italia potrebbe superare Francia e Spagna per presenze turistiche, ma bisognerebbe decidersi a gestire il turismo come una vera e propria industria e organizzarlo meglio di adesso.

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