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Sace: le conseguenze negative delle sanzioni Usa e Ue sulla Russia

La SACE, in un interessantissimo Focus pubblicato oggi, fornisce una sua valutazione sull’impatto che potranno avere le sanzioni di USA e UE sui rapporti con la Russia e sulle rispettive aree economiche.

L’interferenza della Russia nel conflitto in Ucraina è stata la principale ragione dell’intervento di USA e UE nei rapporti tra i due paesi tramite l’adozione di sanzioni a partire dello scorso marzo. L’appoggio russo ai movimenti separatisti ucraini e l’annessione della Crimea alla Russia sono stati gli elementi che hanno spinto la comunità internazionale a prendere posizione contro l’ingerenza russa nella politica ucraina. Tra marzo e luglio le sanzioni adottate da Stati Uniti e Europa sono state progressivamente inasprite.

Le nuove sanzioni colpiscono principalmente il settore bancario, petrolifero e militare. Gli Stati Uniti hanno sanzionato singole banche, aziende e individui e formalizzato il divieto a soggetti statunitensi di intrattenere rapporti commerciali e finanziari con tali controparti. L’Unione Europea ha varato sanzioni individuali contro esponenti politici, vietato l’accesso al mercato dei capitali in Europa ad alcune banche russe ((Sberbank, VTB, Gazprombank, VEB, Russian Agricultural Bank), e proibito l’import/export di beni militari e l’esportazione di tecnologia destinata al settore petrolifero russo. L’Europa ha inoltre approvato la sospensione di nuovi programmi di finanziamento diretti alla Russia da parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS).

I paesi dell’Unione Europea, alla luce degli stretti legami commerciali con la Russia, registreranno effetti negativi legati alle sanzioni. La Russia infatti è un mercato strategico per l’Europa sia dal punto di vista energetico (Mosca fornisce circa il 32% del fabbisogno energetico europeo) che commerciale (la Russia assorbe oltre il 7% delle esportazioni europee). A livello europeo i paesi maggiormente esposti al rischio di un calo dell’interscambio commerciale sono Germania e Italia, principali partner commerciali della Russia.

L’attuale situazione potrebbe evolvere in due potenziali scenari. Una stabilizzazione della crisi ucraina potrebbe portare ad un progressivo allentamento del quadro sanzionatorio e contenerne l’impatto sull’economia russa. Al contrario un’escalation delle violenze o il possibile intervento militare della Russia in Ucraina potrebbero determinare un ulteriore inasprimento del quadro sanzionatorio, con un impatto più marcato sia sull’economia russa che sulle aziende esportatrici italiane.

L’impatto negativo sulla economia russa sarebbe determinato da 4 fattori:

1. Il settore bancario russo sperimenterà un aumento del cost of funding con una ripercussione negativa sulla capacità delle banche di concedere prestiti al settore corporate e, di conseguenza, una possibile contrazione dell’attività di investimento privato.

2. Il deterioramento del market sentiment verso il paese potrebbe scoraggiare l’afflusso di capitali dall’Europa (maggiore investitore in Russia) e accelerare la fuoriuscita di fondi già in atto nel paese (nel primo trimestre dell’anno sono fuoriusciti dalla Russia circa $51 miliardi che potrebbero salire a $100 miliardi secondo il FMI). In particolare la fuoriuscita di capitali potrebbe contribuire ad accelerare la svalutazione del rublo.

3. La riduzione degli scambi commerciali con l’Europa potrebbe avere un impatto sulle aziende esportatrici russe, che destinano verso i mercati europei circa il 50% delle loro vendite all’estero, principalmente beni energetici. Le sanzioni prevedono un blocco delle esportazioni russe in Europa limitato al settore militare, tuttavia i provvedimenti adottati potrebbero indirettamente favorire la riduzione degli scambi commerciali in altri settori.

4. Il settore energetico è stato solo parzialmente colpito dalle sanzioni che limitano le esportazioni europee di tecnologia verso il settore petrolifero russo. Tuttavia l’irrigidimento dei rapporti tra Russia e Europa potrebbe determinare un ritardo nei grandi progetti energetici previsti tra le due aree e da un lato spingere la Russia nel breve termine a rivedere gli accordi di fornitura di energia all’Europa e dall’altro incentivare Bruxelles a diversificare nel lungo periodo i propri approvvigionamenti energetici.

Secondo le stime SACE l’export italiano sarà negativamente colpito dalle nuove sanzioni contro la Russia con una possibile riduzione dell’export Made in Italy in Russia nel biennio 2014-2015 compreso tra 0,9 e 2,4 miliardi di euro a seconda dell’evoluzione dello scenario. Il settore più esposto all’impatto delle sanzioni è la meccanica strumentale che potrebbe  registrare una perdita di esportazioni tra 0,5 e 1,0 miliardi di euro nel biennio 2014-2015.

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