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Romanticismo alle Gallerie d’Italia, la cultura crea coscienza nazionale

La mostra milanese si presente in 21 sezioni di cui 16 alle Gallerie d’Italia e 5 al Museo Poldo Pezzoli. Le opere ripercorrono il Romanticismo attraverso una serie di dipinti con ritratti e paesaggi particolarmente significativi.

A presentare la mostra è il Presidente Emerito Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli il quale introduce da subito il concetto di “Progetto Cultura” iniziato dall’istituzione, al fine di diffondere l’arte italiana di autori più noti e meno noti, sviluppando cosi rapporti sia in ambito territoriale che internazionale. “Credo che sia venuto il momento in cui risulta legittimo per Milano aver dedicato questo palazzo al museo. Ed è cosi che è nato a Milano un nuovo e importante prezioso museo, che vede due ragioni straordinarie, la prima che la Galleria d’Italia si colloca tra la Scala e il palazzo del Comune, perciò nel vero cuore della città. Inoltre è importante sottolineare che questa mostra vede collaborazione attiva con il Museo Poldo Pezzoli ubicato poco distante. La seconda ragione è questi palazzi nati come sede di banca, ora che la banca non li utilizza più, sembrano essere veramente nati per essere da sempre “museo” – e prosegue – “Voglio ricordare che in questa sede ci sono le collezioni permanenti dell’ottocento e del novecento è proprio quest’ultimo periodo è frutto del rapporto iniziato nel tempo dalla Comit (Banca Commerciale Italiana) rappresenta allora presidente Mattioni. Infine conclude il suo intervento: “Valorizzare capolavori d’arte italiana significa esprimere un’identità nazionale focalizzata sui valori, perciò proporre mostre anche temporanee, significa contribuire a fare emergere la conoscenza nazionale e una identità nazionale che può aiutare il nostro Paese a ritrovare se stesso.”

La mostra è divisa in ben sedici sezioni, ognuna delle quali approfondisce di più i valori del periodo di Romanticismo e dà testimonianza alla sensibilità dell’epoca. Il percorso espositivo inizia nella sezione “Una Finestra Sull’Infinito” con Caspar David Friederich e prosegue alle cime tempestose, alle Alpi, allo stupore della notte, al paesaggio. Nella visita guidata, il curatore Fernando Mazzocca ha spiegato che “un paesaggio romantico è sempre un paesaggio reinterpretato” e le opere del Romanticismo dimostrano un’immersione umana nella natura. I romanticisti scoprano il valore della notte. Per questo motivo, si vede ‘un’ossessione della luna’ nei dipinti del Romanticismo. Altri, come il dipinto Veduta di Napoli di Ippolito Caffi (1864, proveniente da una collezione privata) per esempio, usano la natura, come una palma abbinata ad una luce un po’ Orientale, per rivelare la storia. Lo stesso Caffi rievoca la classicità con Interno del Colosseo, nello stesso modo in cui l’austriaco Ferdinand George Waldmuller e le sue opere delle rovine della Sicilia evocano un senso nuovo per una grandezza perduta.

Il ritratto, ‘lo specchio dell’animo’, un altro tema di questa mostra, include l’immagine della mostra La Meditazione di Francesco Hayez che ci dà subito una lettura del significato politico del periodo, la giovane donna discinta con il seno scoperto tiene tra le mani un volume dove compare scritto in rosso “Storia d’Italia” che allude al sangue versato da chi aveva combattuto nell’1848 e una seconda scritta, quella più rilevatrice, compare sulla croce che, viene sospinta verso il primo piano. Si tratta della data delle Cinque Giornate di Milano: “18. 19. 20. 21. 22. Marzo 1848.”

Notevoli sono anche i due ritratti di Manzoni nella sala “Alessandro Manzoni. I Promessi Sposi” che fa omaggio allo scrittore lombardo, mentre la sala “Riscatto dei Miserabili” rivela i più bassi della società dell’ottocento, i miserabili, gli emarginati e i ragazzi costretti a lavorare, i due dipinti Spazzacamino di Giuseppe Molteni.

Le ultime due tappe della mostra consistono di “La Forza Del Destino. La Pittura Storica “ L’ultimo bacio a Giuletta da Romeo (Hayez) e La morte di Francesco Ferrucci a Gavinana (Karl Pavlovic Brjullov) e “La Svolta Romantica in Scultura” (otto sono le sculture tra cui Pische abbandonata (Pietro Tenerani) e L’orfano del contadino (Antonio Piatti).

 

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Categories: Arte