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Roma, Cinema in piazza del Piccolo America: la città applaude ma la destra e la Raggi si mettono di traverso. Incorreggibili

Imagoeconomica

Con la partecipazione di Giuseppe Tornatore e di Gianni Morandi, domani sera , in coincidenza con la Festa dell Repubblica del 2 giugno, si apre in Piazza San Cosimato a Trastevere, nel cuore di Roma, la tradizionale rassegna cinematografica all’aperto che ogni estate anima le serate della Capitale. Merito degli straordinari ragazzi del Piccolo America guidati dal trentenne Valerio Carocci che la organizzano e che, nel frattempo, a distanza di poche centinaia di metri, hanno aperto il Cinema Troisi che ha fatto il record dei biglietti venduti in Italia per singola sala.

La partecipazione ai film del Cinema in piazza, che parte da Trastevere ma si allarga anche alla periferia romana con altre due arene, è gratuita ma l’allestimento delle proiezioni e i servizi complementari (pulizia inclusa) costa circa 600 mila euro. Di solito gli enti locali contribuiscono, ma quest’anno la Regione Lazio non ha ancora dato segni di vita, mentre il Comune di Roma ha deciso di stanziare, come per altre iniziative culturali di particolare valore, 250 mila euro. Il che significa che per tenere in vita le arene estive, la Fondazione Piccolo America rischia di doversi indebitare e di accollarsi buona parte delle spese. Ma sulla delibera della Giunta Gualtieri apriti cielo. La destra, sia con la Lega che con Fratelli d’Italia, è insorta sia nel merito che per il metodo, ritenuto troppo veloce e incurante dei toni accesi con cui Carocci e soci avrebbero sostenuto la loro causa in Campidoglio. Ma la critica più ineffabile è quella della peggior ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che pure negli anni scorsi aveva presenziato al Cinema in Piazza a San Cosimato.”Mi sono domandata – si è chiesta la Raggi – quale fosse l’urgenza (dello stanziamento del Comune), si sa che l’estate arriva”. La sua Giunta, infatti, arrivava sempre tardi agli appuntamenti con Roma, a partire dall’emergenza rifiuti. Però l’antipatia grillina verso una manifestazione di indubbio valore culturale e di evidente aggregazione sociale non è un fulmine a ciel sereno: anni fa una consigliera comunale dei Cinque Stelle promosse una petizione contro il Cinema in Piazza a Trastevere perché riteneva che disturbasse la quiete del quartiere che di solito affolla l’arena. Raccolse 28 firme. Un boomerang pazzesco che non ha impedito a Raggi e alla destra di replicare, sia pure in altre forme. Giù dalla torre.

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