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Rimborso pensioni: dalla Camera primo sì al decreto

L’Aula della Camera ha approvato con 310 voti favorevoli e 164 contrari il decreto legge sulle pensioni. Il testo passa ora in seconda lettura al Senato, dove dovrà essere convertito entro il 20 luglio, pena la decadenza.

Si tratta del provvedimento con cui il Governo dà attuazione alla sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni imposto dal governo Monti sugli assegni superiori a tre volte il minimo Inps (un provvedimento inserito nel decreto Salva Italia della fine del 2011 e approvato in Parlamento da un arco di forze che andava dal Pd a Forza Italia passando per la Lega). 

Il governo Renzi ha deciso di restituire ai pensionati solo una parte della mancata indicizzazione, seguendo un criterio di progressività. L’una tantum per il rimborso degli arretrati fino al 2014 sarà erogata il primo agosto e con tassazione separata.

L’impatto sul bilancio del 2015 ammonta a 2,2 miliardi circa ed è coperto aumentando l’indebitamento netto dal 2,5% del Pil tendenziale al 2,6% programmatico. Rispettare letteralmente la sentenza della Consulta avrebbe avuto un costo di 17,6 miliardi.

Nono stante le polemiche iniziali, alla Camera il decreto è passato senza intoppi in commissione e in Aula. L’unica modifica approvata riguarda il rifinanziamento per 20 milioni della Cigs per cessata attività. L’ammortizzatore sociale viene esteso anche a una serie di aziende che non riuscirebbero a usufruirne per il secondo anno. 

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