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Renzi sfida Conte: “Ora o mai più la svolta per l’Italia”

Imagoeconomica

“Sono mesi che le chiediamo una svolta. E’ passata la comunicazione per cui questo non è il momento per aprire una crisi. Ma noi pensiamo all’opposto che questo è un un momento opportuno, ora o mai più. Ora ci giochiamo il futuro, non tra sei mesi. Siamo stati fin troppo pazienti, sono mesi che le chiediamo una svolta”. In questo passaggio il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ribadito con forza, nel corso del suo intervento al Senato sul voto di fiducia al governo Conte, la sua posizione nei confronti dell’azione della maggioranza, dalla quale Italia Viva è appena uscita con le dimissioni delle due ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova. Le dure parole di Renzi sembrano non lasciare più spazio ad una collaborazione e costringono il premier Giuseppe Conte a cercare una “maggioranza raccogliticcia in Parlamento”, come l’ha definita il senatore toscano: “Non so se sarà maggioranza, ma di sicuro sarà raccogliticcia”.

In apertura del suo intervento, Renzi ha ricordato i tre grandi fronti di crisi che hanno portato a una presa di distanza di Italia Viva dall’azione di Governo: la crisi economica, quella sanitaria, e il grande ritardo dell’Italia sulla scuola: “I nostri ragazzi sono quelli in Europa che sono andati in classe meno di tutti. Ora o mai più perché ora vanno rimandati i ragazzi a scuola, non con i soldi buttati via dei banchi a rotelle ma con i vaccini. Quale Next generation Eu se ai nostri figli lasciamo montagne di debito? Saremo maledetti dai nostri figli se non investiamo sulla scuola e sulla sanità”, ha tuonato Renzi in un passaggio particolarmente energico del suo discorso. “Signor presidente, se lei parla di crisi incomprensibile, ma questo non è il governo più bello del mondo – ha aggiunto -. Pensiamo ci sia bisogno di un governo più forte, non pensiamo possa bastare la narrazione del modello Italia e del ‘gli altri Paesi ci copiano’. Non è stata aperta ancora una crisi istituzionale perché lei non si è dimesso”.

“Mi sarei aspettato da lei un grande sogno per il futuro del Paese – ha proseguito Renzi, incalzando Conte -, un orizzonte, una visione. Lei ha avuto paura di salire al Quirinale il giorno dopo le dimissioni delle ministre di Iv non perchè sia utile al Paese, ma perchè  ha scelto un arrocco istituzionale”. Renzi ha poi elencato alcune situazioni dello scenario internazionale: “Oggi è l’ultima notte di Trump nella stanza di Lincoln, domani si apre una pagina nuova con il presidente Biden, con il multilateralismo. Biden ha grande passione per l’Europa e per l’Italia. Qualche giorno fa Merkel e Macron hanno chiuso un accordo con le istituzioni europee insieme alla Cina e noi non siamo entrati nemmeno in partita. La Brexit ora gioca la sua sfida. Il turismo tra qualche mese, speriamo presto, sarò pronto a ripartire, ci sarà un grande rimbalzo che dobbiamo essere pronti a intercettare”.

Infine, altre stoccate a Conte: “Chi perde oggi? Mi viene in mente quella pagina dei Malavoglia, quando lo zio Crocefisso riceve la notizia che qualcuno è morto in battaglia. Chi ha perso? E ognuno dice: ‘Io non ho perso’. Ma l’Italia sta perdendo la sua più grande occasione dopo il piano Marshall. Presidente, faccia un passo in avanti, non trasformi questa enorme opportunità in una mera distribuzione di incarichi”. “Le è mancata la gavetta della politica e immagina che la politica sia solo l’arte del governo. ma questa arte non è solo distribuire una poltrona. Ha dato l’impressione di avere la preoccupazione di assegnare incarichi. Ha cambiato la terza maggioranza in tre anni, ha governato con Matteo Salvini. Oggi so che è il punto di riferimento del progressismo e ne sono contento, ma ha firmato i decreti Salvini e quota 100. Non può cambiare le idee per mantenere la poltrona”.

Infine, come era trapelato nelle ultime ore, Renzi ha indirettamente confermato la notizia per cui il premier gli aveva offerto un incarico internazionale, probabilmente il ministero degli Esteri: “Lei è sempre stato cortese con me, quando ci siamo visti mi ha offerto un incarico agli Esteri e io le ho detto gentilmente di no. La politica non è solo distribuzione degli incarichi”.

“Certo c’è un problema di numeri: se non ci sono il governo va a casa, non va avanti”, ha detto poi il premier Giuseppe Conte nella replica in Aula al Senato, raccogliendo la sfida lanciata da Renzi. “Avete ritenuto che la cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo chiede anche l’Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse”, ha detto il premier rivolgendosi ai senatori di Italia viva. “A un certo punto – ha proseguito – avete scelto la strada dell’aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?”.

“Sul Recovery occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione”, ha aggiunto Conte. “L’effetto finale è stato bloccare per 40 giorni il Recovery mentre avremmo potuto incontrarci e in una ventina di giorni dare al Parlamento una versione aggiornata che è stata migliorata anche grazie al vostro contributo, ma grazie a tutte le forze di maggioranza e nessuno può avere la pretesa della verità nelle soluzioni più proficue per il Paese”.

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Categories: Politica