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Raffineria di Priolo a un passo dalla vendita a Goi Energy: pronto il via libera con condizioni del Governo

Imagoeconomica

La raffineria di Priolo è a un passo dalla vendita a Goi Energy. Dopo tre mesi di incontri e verifiche il Governo dovrebbe dare il via libera oggi, con condizioni, alla vendita della seconda maggiore raffineria italiana al fondo di private equity di Cipro. Salvo sorprese, indiscrezioni di fonti ministeriali fanno trapelare che è atteso al Consiglio dei ministri di oggi, martedì 11 aprile, il Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri) con il quale il governo deciderà di non usare i poteri speciali in materia di società che svolgono attività di “rilevanza strategica” (il cosiddetto Golden Power), autorizzando l’operazione con una serie di rigide condizioni.

Una vicenda su cui entra in gioco non solo l’aspetto economico – al fine di garantire la continuità produttiva e occupazionale in un settore strategico – ma anche geopolitico. Ma perché il Governo potrebbe decidere di non vendere la raffineria di Priolo a Goi Energy? Facciamo un passo indietro. 

La raffineria di Priolo a un passo dalla vendita: cosa è successo?

Il 9 gennaio 2023 la russa Lukoil – vincolata dalle sanzioni dell’Ue scattate il 5 dicembre – annunciò di aver raggiunto un accordo vincolante con la cordata greco-israeliana-cipriota Goi Energy, in partnership con Trafigura, il colosso delle commodity con sedi in Svizzera e Singapore, per la vendita dell’intero sito. L’operazione avrebbe dovuto concludersi entro la fine di marzo. Ma l’esame del dossier proprio sotto il profilo del Golden power ha fatto ritardare il closing.

Perché la raffineria di Priolo non è un complesso industriale qualsiasi, ma una delle più rilevanti per l’approvvigionamento di petrolio: fornisce circa il 14% del totale del prodotto raffinato nazionale. E proprio la rilevanza strategica – formalizzata con un dpcm lo scorso 4 febbraio – ha reso necessaria la richiesta da parte del Governo di maggiori informazioni in ambito di salvaguardia occupazionale, di investimenti per lo sviluppo dell’area e di riconversione green del sito industriale. Elementi che saranno contenuti nelle prescrizioni previste dalle norme del Golden power. Non solo, l’Esecutivo ha esaminato attentamente tutti i legami di Goi e dei suoi investitori, non trovando alcuna presenza russa, e ha acceso un faro sui rapporti tra Trafigura (uno dei maggiori operatori indipendenti di petrolio e prodotti petroliferi al mondo) e Bazan group che possiede una raffineria in Israele, potenzialmente in concorrenza con il sito siciliano.

Chi è Goi Energy

Goi Energy è il ramo del settore energetico di Argus, New Energy Fund, gestito da una società di private equity e asset management leader a Cipro. L’amministratore delegato del fondo, Michael Bobrov, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza di Green Oil Energy, che a sua volta è l’azionista di maggioranza di Bazan Group, uno dei più grandi e complessi gruppi energetici in Israele, proprietario della principale raffineria del paese. Goi Energy ha siglato accordi esclusivi con Trafigura che dovrà assicurare una fornitura sicura di petrolio alla raffineria ma anche sostenere il fabbisogno di capitale circolante. 

Raffineria di Priolo: il via libera alla vendita con condizioni

Il governo, con il comitato per il Golden power di Palazzo Chigi e con il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso, ha lavorato per settimane sul dossier. Il governo, si legge sul Sole 24 Ore, intende tutelarsi però dal punto di vista delle forniture di petrolio, che dovranno essere pluriennali (si parla di 10 anni) e tracciate per avere certezza che non arrivino dalla Russia o da altri Paesi sotto sanzione. 

Questo spiega perché il confronto con Trafigura è stato uno dei tasselli determinanti nel ciclo di audizioni che il governo ha concluso il 4 aprile.

C’è poi tutto il capitolo ambientale. Si è discusso molto sui limiti di scarico e l’uso del depuratore.

Sciolto il nodo Golden power, il closing dell’operazione di cessione a Goi Energy, per un valore secondo fonti di mercato attorno a 1,2 miliardi di euro, dovrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane.

In gioco importanti equilibri: le preoccupazioni Usa

Come rivelato da Repubblica, l’amministrazione Usa sta guardando con molta attenzione all’operazione: perché Cipro è uno dei paesi dove la penetrazione di capitali russi è più forte nella Ue e perché Priolo si trova ad appena trenta chilometri dalla più importante base militare statunitense nel Mediterraneo, Sigonella, utilizzata per operazioni Nato.

Non a caso gli americani si erano fatti avanti per acquisire l’impianto siciliano attraverso il fondo Crossbridge: un colosso finanziario legato a Postlane Capital Partners con sede a New York.

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Categories: Economia e Imprese