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Presidenziali Francia: Hollande favorito su Sarkozy al ballottaggio, decisivi i voti della Le Pen

Non ha neanche raggiunto il ballottaggio, ma a tenere banco è sempre lei. Marine Le Pen, 43 anni, figlia d’arte di quel Jean-Marie che già più volte ha fatto discutere (e tremare) la Francia, sta letteralmente rubando la scena ai due “finalisti” delle elezioni presidenziali francesi, il socialista François Hollande (in testa al primo turno e nei sondaggi per il secondo) e il presidente uscente Nicolas Sarkozy.

Stando alla logica, è proprio a quest’ultimo che dovrebbe convergere il 17,9% di voti raccolti dal Front National (record per il partito, meglio ancora di papà nel 2002). Ma la logica, spesso, viene smentita. La Le Pen ha in pugno il voto di un francese su cinque e la cosa, oltre a far gola ai due candidati – che accaparrandosi almeno una parte di quel consenso potrebbero spostare in maniera determinante gli equilibri -, preoccupa anche qualcuno al di fuori della Francia. Come i mercati, che stanno reagendo molto male a questa situazione, oppure, facendo nomi e cognomi, quella Angela Merkel che si è detta “preoccupata da questa deriva estremista” ed ha pubblicamente confermato il suo pieno appoggio al compagno di tante battaglie europee Sarkozy.

A prendere spesso posizione contro la Cancelliera è stato invece François Hollande che, seppur in maniera più moderata e più costruttiva rispetto al Front National o all’estrema sinistra di Mélenchon, sta raccogliendo parte di quell’anti-europeismo strisciante tra la popolazione francese. Che sia proprio lui, a sorpresa, a beneficiare del pacchetto di voti della Le Pen? Che i nazionalisti francesi preferiscano premiare lui piuttosto che dare il voto al Sarko da sempre amico della Germania e dell’Europa?

Le Figaro, per provare a vederci chiaro, ha lanciato un sondaggio fra i suoi lettori (notoriamente di tendenze destrorse): solo il 62,5% di loro ha detto che la leader del Front National dovrebbe lanciare un appello a votare per il presidente uscente al secondo turno. Il 37,5% invece pensa di no: presumibilmente, perchè loro stessi Sarko non lo voterebbero. Rimane, tuttavia, il dubbio se quell’elettorato – così decisivo – arriverà al punto di votare per la gauche.

In ogni caso, la Le Pen per ora temporeggia: ha già detto che non darà indicazioni di voto prima del 3 maggio, a tre giorni dal ballottaggio. Ed è comunque molto probabile che consiglierà l’astensione o la scheda bianca. Nel frattempo, mentre Sarkozy è solo (ancorchè fiducioso: “Ce la giochiamo, abbiamo buone chance”, ha detto), il rivale Hollande, nonostante il vantaggio in qualche modo deludente rispetto ai pronostici della vigilia, può già contare su alcuni aiuti certi. Come quelli di Jean-Luc Mélenchon e di Eva Joly, che insieme mettono un buon 13%. Resta poi l’enigma Bayrou, corteggiato in tutti i modi dall’entourage dell’ultimo inquilino dell’Eliseo (Alain Juppè ha anche detto: “Sarebbe un perfetto primo ministro”) e il cui elettorato è di difficile collocazione, come spesso capita con i candidati centristi. Dopo aver dato battaglia a Sarkozy per cinque anni, e aver pubblicamente rivolto apprezzamenti al leader socialista, Bayrou non sembrerebbe più così convinto. Anche lui scioglierà la riserva solo il 3 maggio: in palio c’è il 9% dei votanti al primo turno, non proprio pochi.

Intanto TNS-Sofres ha condotto un’interessante ricerca sociologica sul voto di domenica scorsa. Dallo studio emerge, come già era stato evidenziato da alcuni sondaggi, che Hollande ha fatto breccia soprattutto nella middle class e nei giovani under 35, presso i quali ha ottenuto il 25% delle preferenze contro il 21% di Sarkozy e ancora una volta il 20% della Le Pen. Il presidente uscente è però il preferito degli over 65, che al 43% hanno votato per lui (solo il 23% per Hollande e l’11% per l’estrema destra), e si è confermato un grande “seduttore”: secondo TNS-Sofres quasi una donna su tre (32%) ha scelto lui, contro il 28% del candidato della gauche. Il quale però vince 29%-23% presso l’elettorato maschile, dove hanno fatto meglio anche Le Pen e Mélenchon.

Per quanto riguarda le classi sociali, il quadro è abbastanza delineato: il leader dell’Ump rappresenta le categorie professionali e reddituali più alte (in particolare imprenditori e liberi professionisti), che lo scelgono al 32%, Hollande ha l’elettorato più trasversale con il risultato migliore presso le classi medie, mentre la Le Pen conquista un elettore su tre fra i ceti “poveri” e il 50% fra i cittadini senza laurea. Da notare come la figlia d’arte abbia poi sfondato nella classe operaia, che ha preferito lei (29%) al candidato di estrema sinistra Mélenchon, che con il 12% ha fatto peggio persino di Sarkozy (18%).

La capitale, infine, si è nettamente tinta di rosso: Parigi, governata dal sindaco di sinistra Bertrand Delanoe, e quasi tutto il suo hinterland si sono stretti intorno a François Hollande (consensi tra il 34 e il 38%), bocciando Sarkozy e non prendendo neanche in considerazione la Le Pen (6%). Solo nell’Ile-de-France, il leader socialista ha raccolto quasi un milione di voti, rispetto agli 800mila di Sarko. Ma la Francia profonda, si sa, risiede in campagna, dove tra boschi e sentieri si annida il più alto consenso per la Le Pen. Parigi val bene una messa, ma prima bisogna arrivarci.

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