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Pop Vicenza e Veneto Banca: Unicredit e Intesa aprono all’aumento

Una luce in fondo al tunnel si accende per la Banca Popolare di Vicenza e per Veneto Banca. Dopo il velocissimo salvataggio del Banco Popular da parte del Santander in Spagna, il pressing del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, s’è fatto più insistente e sembra aver convinto Unicredit e Intesa Sanpaolo a riaprire il portafoglio per salvare le banche venete. Si tratta di raccogliere 1,2 miliardi di euro di capitali privati per consentire – secondo quanto chiede la Commissione europea – il via libera al più consistente intervento del Tesoro (5 miliardi) e mettere complessivamente insieme i 6,2 miliardi necessari a ricapitalizzare e a mettere in sicurezza le due banche venete.

Unicredit e Intesa si sono dette disponibili a fare la loro parte, a condizione che altrettanto facciano, pro quota, le altre banche del Fondi di garanzia sui depositi. Per le grandi banche non è uno sforzo da poco, considerando che già nel 2016 e nel 2015 avevano sborsato fior di capitali sia per andare in soccorso delle quattro Good banks (Banca dell’Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti) sia per dare risorse al Fondo Atlante, che si è svenato per le banche venete senza però riuscire a metterle in sicurezza.

Ora siamo al dunque e a indurre Unicredit e Intesa a riaprire il portafoglio c’è soprattutto la matematica e cioè il calcolo che la ricapitalizzazione del Fondo di garanzia dei depositi per soccorrere i depositanti delle banche venete sotto i 100 mila euro in casodi default costerebbe molto di più che la pur onerosa partecipazione al nuovo aumento di capitale della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

Le prossime ore saranno decisive per la svolta e il salvataggio delle banche venete in una frenetica corsa contro il tempo, ma i segnali che arrivano dai vertici di Unicredit e Intesa sono incoraggianti. Nel frattempo, nel primo pomeriggio è arrivata anche la disponibilità di Banca Mediolanum: “Se tutti parteciperanno, prenderemo parte anche noi”, ha assicurato oggi l’ad, Massimo Doris, a margine del 47 convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, a Rapallo. L’ok è però condizionato dalle tempistiche: deve esserci “velocità d’azione”, ha puntualizzato Doris, convinto che il costo per il salvataggio di Bpvi e di Veneto Banca “sta salendo così tanto per colpa della lentezza nel risolvere le problematiche che si sono create”.

(Ultimo aggiornamento ore 16.12.)

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