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Pmi in Borsa, i piani di Sit dopo il debutto: “Acquisizioni. E poi lo Star”

Nelle ultime settimane sul mercato Aim di Borsa Italiana è arrivata una pioggia di nuove Pmi. Per la maggior parte di loro i primi giorni di quotazione sono stati all’insegna di volumi eccezionali, anche grazie alla spinta assicurata dai Pir. Fra queste aziende c’è Sit, sbarcata a Piazza Affari lo scorso 20 luglio grazie alla fusione con la Spac Industrial Stars of Italy 2, a sua volta quotatasi su Aim da maggio 2016.

Sit è un’azienda padovana attiva nei settori delle caldaie e degli smart meters, i contatori del gas di nuova generazione che trasmettono i dati sui consumi in tempo reale. Nata nel 1953 per iniziativa di due fratelli, Pierluigi e Giancarlo de’ Stefani, oggi Sit vende i propri prodotti in 69 paesi e dà lavoro a circa 2mila persone. Si tratta, insomma, di una tipica espressione del quarto capitalismo italiano. Per capire in che modo una realtà del genere si approcci alla sfida dei mercati finanziari abbiamo parlato con Federico de’ Stefani, presidente esecutivo e figlio di uno dei fondatori del gruppo.

Dottor de’ Stefani, come siete arrivati alla decisione di quotarvi?

«Abbiamo sempre pensato che l’approdo in Borsa fosse un passo necessario, perché raggiunte certe dimensioni la quotazione è lo strumento più utile per perseguire gli obiettivi di crescita che ci siamo dati. È un progetto per il quale abbiamo iniziato a lavorare da alcuni anni, dandoci delle regole di comportamento da azienda quotata anche quando non lo eravamo. Ad esempio in termini di governance: nel nostro Cda siedono consiglieri indipendenti da quasi 10 anni. E poi abbiamo guardato con grande interesse allo strumento delle Spac fin dalla sua nascita, quando non era molto diffuso in Italia. All’epoca però non era il periodo adatto per un passo del genere».

Ora invece?

«Questo è il momento migliore per la quotazione, perché abbiamo diversi progetti che stanno per partire. Nella seconda metà del 2018, ad esempio, lanceremo nuovi prodotti nel settore dello Smart Gas Metering. L’azienda quindi si avvicina al mercato con buone prospettive di crescita, ma conta anche il contesto: questo è un momento favorevole alle quotazioni sui mercati di tutto il mondo».

Siete in cerca di nuovi partner?

«Valuteremo ogni opportunità di crescita, anche con nuovi partner. Stiamo guardano a possibili acquisizioni sia nel settore tradizionale dell’heating – in cui puntiamo a completare il passaggio da impresa meccanica ad azienda pienamente elettronica – sia in quello dello Smart Gas Metering, che però ora ha delle valutazioni davvero molto elevate, perché le prospettive sono di forte crescita e l’attenzione degli investitori è molto alta. Non punteremo necessariamente ad acquisire aziende che siano nostre dirette concorrenti: siamo interessati anche ad imprese che abbiano le competenze giuste da applicare alle nostre attività».

Sit è la tipica-azienda target per i Pir, che già stanno influenzando positivamente l’andamento dell’Aim. Cosa vi aspettate da questi nuovi strumenti che investono nelle Pmi italiane?

«I Pir hanno dimostrato la propria validità già in altri Paesi e sicuramente faranno altrettanto in Italia. I risultati raggiunti fin qui sono strabilianti e vanno oltre ogni aspettativa. Per quanto riguarda noi, ci siamo già resi conto che il numero di transazioni eseguite sia sul titolo della Spac sia su quello di Sit è altissimo: dalle 5 alle 7 volte il valore storico medio delle società quotate all’Aim. I Pir hanno contribuito sicuramente a questo incremento così significativo degli scambi. L’anno prossimo invece passeremo al mercato principale, molto probabilmente nel segmento Star, e ci aspettiamo che l’interesse dimostrato nei confronti della nostra azienda sull’Aim non venga meno».

Quali prospettive vede per il business dei contatori intelligenti per il gas?

«Quello dello Smart Gas Metering è un settore che cresce molto rapidamente in tutto il mondo. L’Italia è stata, insieme all’Olanda, uno dei primi Paesi ad avviare un piano di sostituzione massiva dei contatori tradizionali con quelli smart. Il mercato italiano perciò è importante, vale circa tre milioni di pezzi l’anno. La Gran Bretagna è il prossimo grande paese europeo su cui puntare, mentre fuori dall’Ue le prospettive migliori sono in India, in Iran e nei Paesi dell’Europa dell’Est, a cominciare dalla Russia».

Dal punto di vista degli utenti e delle aziende, cosa cambia con i contatori di nuova generazione?

«Dal punto di vista degli utenti, gli smart meter sono uno strumento utile a ridurre i consumi, perché rendersi conto in tempo reale di quanto gas si sta utilizzando aiuta ad aumentare l’efficienza energetica. Le utility, invece, grazie ai nuovi contatori possono chiudere la fornitura di gas agli utenti che non pagano e allo stesso tempo incamerano nuovi dati sui consumi che permettono di profilare i clienti in maniera molto dettagliata».

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Tags: BorsaPirPmi