X

Pirelli dribbla la crisi dell’auto puntando sull’High Value

Pirelli

Pirelli archivia i primi sei mesi del 2019 con un fatturato di 2,655 miliardi, registrando una “crescita organica” dell’1,4% su base annua “grazie al positivo andamento del segmento High Value”. Lo comunica il gruppo in una nota diffusa al termine del consiglio d’amministrazione che ha approvato i conti.

L’aumento complessivo dei ricavi è stato dello 0,9%, dato che comprende “l’effetto dei cambi e l’adozione del principio contabile Ias 29 per tenere conto dell’alta inflazione in Argentina (per un impatto complessivo pari a -0,5%)”.

Il risultato netto delle attività in funzionamento ha toccato quota 307 milioni, in crescita del 68,8% rispetto ai 181,9 milioni registrati nel periodo gennaio-giugno dell’anno scorso. A questo risultato “ha contribuito anche il beneficio derivante dai crediti di imposta in Brasile per 102 milioni di euro”, precisa ancora il gruppo.

D’altra parte, Pirelli ha dovuto abbassare i target per il 2019: ora stima che i ricavi cresceranno tra l’1,5% e il 2,5% su anno (la forbice prevista in precedenza era +3-4%), sostenuti dal rafforzamento sull’High Value, che continuerà a pesare per circa il 67% sui ricavi.

Le stime sui volumi complessivi sono per una flessione tra il 2,5% e il 2% (la previsione precedente era -1%) a fronte di attese più caute sulla domanda “Primo equipaggiamento” e sul segmento Standard in Sud America.

Per quanto riguarda il solo segmento High Value, Pirelli prevede una crescita tra il 7,5% e l’8% (in precedenza stimava di superare il +9%), mentre per i volumi Standard si stima un calo tra il 12% e l’11,5% (da -11%).

Gli investimenti saranno pari a circa 380 milioni di euro, in calo rispetto ai 400 milioni indicati in precedenza, “in coerenza con il nuovo scenario di mercato”.

Margine Ebit adjusted previsto fra il 18% e il 19% (maggiore o uguale a 19% la precedente indicazione). Rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda adjusted ante costi di start up stimato a fine 2019 fra 2,33 volte e 2,20 volte (fra 2,50 volte e 2,37 volte includendo l’impatto IFRS16), rispetto a 2,49 volte a fine 2018.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati