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Patrimoniale: Bankitalia rompe il tabù

Imagoeconomica

Bankitalia apre all’ipotesi patrimoniale. Anche grazie a questo strumento, infatti, si potrebbe compensare l’eccessiva “incidenza del carico fiscale sul capitale e soprattutto sul lavoro” che caratterizza l’Italia rispetto agli altri Paesi europei. Lo ha detto il capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale di via Nazionale, Giacomo Ricotti, nel corso di un’audizione parlamentare sulla riforma dell’Irpef che il governo vorrebbe iniziare ad affrontare quest’anno.

In particolare, Ricotti sottolinea che, dati i vincoli di bilancio, “ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita”. Traduzione: per abbassare l’Irpef senza danneggiare i conti dello Stato, bisognerebbe alzare l’Iva e introdurre una nuova patrimoniale oltre all’Imu sulle seconde case.

Ricotti spiega che un prelievo patrimoniale ha effetti positivi dal punto di vista redistributivo, vista “l’elevata concentrazione della ricchezza, che è ben superiore a quella dei redditi”. Questo argomento è “ancora più forte nei Paesi in cui sono diffusi fenomeni di evasione fiscale”, perché in questi casi la patrimoniale “può consentire di attenuare gli effetti negativi derivanti dalla mancata tassazione dei redditi da cui origina la ricchezza accumulata”. Inoltre, la patrimoniale incentiva “impieghi più produttivi” delle risorse, in quanto “un prelievo su un rendimento figurativo” riduce il proprio peso “all’aumentare del rendimento effettivo”.

Senza contare che “la tassazione patrimoniale può consentire di correggere altri aspetti del sistema fiscale – continua Ricotti – quali ad esempio la mancata tassazione dei guadagni in conto capitale o l’effetto di tax deferral dovuto alla loro tassazione al realizzo o, infine, un prelievo nullo o molto contenuto sulle successioni”.

Ricotti ricorda anche i principali argomenti contrari alla tassazione patrimoniale: “I possibili effetti negativi sul tasso di risparmio degli individui, il rischio di trasferimenti all’estero delle componenti mobili della ricchezza e l’aumento del costo del capitale per le imprese”.

Tuttavia, il capo del servizio fiscale di Bankitalia rileva che “i rischi di elusione e evasione dell’imposta attraverso il trasferimento dei capitali all’estero, pure sottolineati dalla letteratura, dovrebbero oggi essere attenuati, almeno in parte, grazie ai progressi compiuti negli ultimi anni con lo scambio di informazioni tra amministrazioni fiscali e con un maggiore utilizzo dei dati da parte delle stesse amministrazioni”.

Ciò non toglie, comunque, che “una tassazione patrimoniale molto elevata potrebbe però indurre i soggetti più abbienti a trasferire la residenza all’estero”, conclude Ricotti.

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