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Mutui, i tassi finalmente scendono (anche sul variabile). Ecco numeri e previsioni

Pixabay

In attesa del primo taglio ai tassi d’interesse da parte della Bce, in programma per il prossimo 6 giugno, i tassi sui mutui hanno già cominciato a scendere, con il tasso medio fisso calato al al 3,69% a marzo scorso e il tasso variabile sopra il 4%. Lo certifica anche l’ultimo report di Analisi & Ricerche della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani.

I tassi sui mutui

Dopo il 5% superato nel 2023, i tassi sui mutui scendono al 3,69%. Passando dalla teoria alla pratica: per un mutuo a 25 anni da 200mila euro, le famiglie italiane risparmieranno 54mila euro, spendendo il 14,9 per cento in meno. 

Parlando invece dei mutui erogati nel 2023, la Fabi evidenzia come le rate dei mutui a tasso fisso erano raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il rincaro mensile è stato del 60-70% o anche superiore. Per quanto riguarda i vecchi mutui, mentre sul tasso fisso non c’è stato alcun rincaro, quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78&. I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,93%, dopo picchi superiori al 14 per cento.

In Italia, 3,5 milioni di famiglie hanno un mutuo per un valore complessivo di 423 miliardi

In Italia sono 6,8 milioni le famiglie indebitate. Tra queste 3,5 milioni hanno un contratto un mutuo per l’acquisto di un immobile. Nel 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5%. Da alcuni mesi, segnala il report Fabi, la curva si è invertita e “le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, stanno anticipando la prevista riduzione dei tassi”.

Complessivamente, a marzo 2024, continua la Federazione autonoma bancari italiani, il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di una casa era salito a 423,4 miliardi di euro, il 9% in più rispetto al 2020, l’1% in meno rispetto al 2022. 

Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso. 

Mutui a tasso fisso e variabile: le nuove percentuali

A partire da luglio 2022, rileva la Fabi, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate. Negli ultimi mesi, le banche hanno cominciato a ridurre complessivamente i tassi praticati alle famiglie, con un tasso medio fisso che è calato al 3,69% a marzo scorso.

La riduzione c’è stata, ma è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile sopra il 4%. Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro.

Sileoni: sui tassi siamo in fase transizione

“Dopo il momento dei grandi rialzi e, in attesa della riduzione dei tassi nei prossimi mesi, le banche hanno capito che è giunto il momento di mettere un freno alle difficoltà di famiglie e imprese che si trovano ancora a pagare il prezzo di una politica monetaria restrittiva”, ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “l’insostenibilità delle rate è già durata troppo e, in questa fase di transizione, anticipare le mosse della Bce riduce i danni per la clientela e non può che aiutare a migliorare la qualità del credito del settore. In attesa di soluzioni efficaci e durature da parte di chi governa a Francoforte, la priorità è dare un segnale forte ai soggetti che si trovano in maggiori difficoltà economiche e ai giovani e con la riduzione dei tassi, riaffiora – in qualche modo – anche la funzione sociale del settore”. 

Sileoni sottolinea che “siamo, quindi, nella fase di transizione: in attesa del primo taglio del costo del denaro, che la Bce dovrebbe decidere tra una decina di giorni, le banche stanno dunque migliorando le condizioni su prestiti e mutui alle famiglie”. La media dei tassi di interesse “è già sensibilmente calata rispetto a fine 2024 e questo comporta importanti vantaggi per tutte quelle persone che vogliono comprare casa”. 

Cosa accadrà nel futuro? Nei prossimi 18-24 mesi, “la Bce verosimilmente ridurrà drasticamente il costo del denaro, sperando che l’inflazione resti ai livelli bassi di oggi, per arrivare attorno al 2%: quello è il livello sostanzialmente ottimale a cui dobbiamo abituarci”, conclude il segretario generale della Fabi.

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