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Meteoborsa: Milano maglia rosa, lo spread Btp-Bund risale

A fine mattina tutte le Borse europee si muovono in territorio positivo, scommettendo sull’ok tedesco agli Eurobond. La maglia rosa per il momento è di Milano, che guadagna l’1,75%. Intanto lo spread fra Btp e Bund è tornato a quota 480, vanificando il netto calo registrato in apertura. I rendimenti sul decennale continuano a viaggiare a ridosso del 7%. 

EURO, TITOLI DI STATO E BORSE NELLA TEMPESTA
TOKYO NON SI FIDA NEMMENO DEI BUND

Manuel Barroso ha rotto gli indugi: ieri il presidente della Commissione ha presentato il progetto degli stability bond, un primo passo verso gli eurobond che non richiede la revisione dei trattati. Ma Angela Merkel ha subito ribattuto che l’idea le sembra “del tutto inappropriata”. Anche Wolfgang Schaueble, ministro delle Finanze di Berlino, commentando il flop dell’asta dei Bund si è limitato a dire che “la situazione resterà agitata per qualche mese”. Insomma non è ancora arrivato il momento in cui “la Germania si accorgerà di esser rimasta l’ultimo passeggero in prima classe del Titanic” secondo una colorita espressione del Financial Times. A Mario Monti, oggi ospite di Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel, l’arduo compito di convincere Berlino che l’acqua ha ormai invaso il salone delle feste.

IL DISASTRO IN CIFRE. E’ successo l’incredibile: la Bundesbank si è dovuto far carico di rilevare il 39% dell’offerta dei Bund offerti all’asta. Il contagio partito da Atene ha ormai raggiunto il cuore dell’area euro: lo spread per il Btp è di 490 bp. Come risultato il cds sui debiti sovrani europei schizza ai massimi di sempre, le Borse accusano il colpo. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo del 2,6% a 13.915 punti, scivolando sui minimi dal 26 settembre scorso. Madrid -1,7%, Francoforte -1%, Francia -1,2%. Ancora più pesante la reazione di Wall Street, oggi chiusa per il giorno del Ringraziamento (ma gli azionisti hanno ben poche ragioni per dire grazie): Dow Jones- 2,05%, S&P 500– 2,21, Nasdaq -2,43%. Dal 15 novembre la capitalizzazione dei mercati Usa è scesa di 850 miliardi di dollari. Il rapporto prezzo/utili è scivolato a 12,2 volte contro una media, dal 1954 ad oggi, di 16,4 volte: la recessione è già nei prezzi. Il rendimento del decennale è balzato al 2,06%, su livelli che non si vedevano dal 28 ottobre. Sono mancati all’appello gli investitori asiatici. Si indebolisce anche la moneta unica: il cross euro dollaro cade a 1,333, sui minimi dal 6 ottobre. Il recupero del dollaro pesa sulle commodity: petrolio -2% a 95,90 dollari, oro -1,2% a 1.679 dollari, argento -3,9% a 31,5 dollari.

PREVISIONE. Lasciate ogni speranza voi che entrate, almeno a giudicare dall’andamento dei futures in profondo rosso. Il segnale più negativo arriva da Milano dove l’avvio promette di essere assai problematico. In giornata, però, non arriveranno ondate di vendita dall’America, visto che i mercati d’oltre Atlantico sono chiusi per festività: un sollievo piccolo piccolo in attesa che i governi riescano a partorire un qualche rimedio. “I leader europei – nota The Economist – sono senz’altro consapevoli della gravità della situazione. Ma i loro sforzi potrebbero essere superati dagli eventi: non sarebbe certo la prima volta”.

L’ASIA SCEGLIE LONDRA. Meglio i Gilt inglesi dei Bund. Meglio la sterlina che l’euro. I gestori dei fondi pensione giapponesi, da Mitsui a Mitsubishi Asset Management , hanno investito l’equivalente di 20 miliardi di dollari in titoli del Tesoro inglese. Sono stati loro, sottolinea una corrispondenza da Tokyo di Bloomberg, a disertare l’asta tedesca, dopo aver ridotto la quota in titoli italiani e francesi. Anche la Borsa di Tokyo ha chiuso stamane in ribasso: Nikkei 225 -1,78%. Va meglio l’Hang Seng di Hong Kong- 0,16%. Ma il South China Morning Post rileva che i prezzi del mercato immobiliare stanno registrando in Cina una caduta dei prezzi del 30%.

IN PICCHIATA A PIAZZA AFFARI I TITOLI BANCARI
FONDAZIONE MPS SACRIFICA MEDIOBANCA

A trascinare in ribasso la Borsa italiana sono stati i titoli bancari, a loro volta spinti all’ingiù da nuove ondate di pessimismo sulla sorte del debito sovrano. Fra i cali maggiori spiccano quelli Azimut -4,55%, B. Pop. Emilia Romagna -6,53%, Mediolanum -3,7%, Mediobanca segna il record negativo -7,93% a 4,340 euro. Il tonfo è legato alle vendite della Fondazione MontePaschi che sta liquidando (per ora solo in parte) la sua quota nella banca di piazzetta Cuccia. Anche Banco Popolare -5,34 %. arretra segnando un nuovo minimo storico. Generali scivola a 11,489 euro -3,32%.

NOMINE. E’ FATTA PER CUCCHIANI IN INTESA
MAIOLI VA VERSO LA NOMINA IN BPM

Fumata bianca per Intesa Sanpaolo – 3,74 . Oggi il presidente Giovann Bazoli chiederà al consiglio di sorveglianza di nominare Enrico Tomaso Cucchiani, attuale presidente di Allianz Italia, quale amministratore delegato della banca in sostituzione del neo ministro Corrado Passera. Oggi lo stesso consiglio di sorveglianza coopterà Guido Ghisolfi, primo dei non eletti, al posto di Elsa Fornero, neo ministro del Welfare. La carica di vice presidente sarà assegnata, come da statuto, solo dopo l’assemblea del prossimo aprile. Il candidato più accreditato è l’economista Pietro Garibaldi.

Nomine in vista anche in Bpm. A giorni sarà nominato il consigliere delegato della Banca Popolare di Milano, in linea con quanto chiesto da Banca d’Italia. Tra i favoriti c’è Giampiero Maioli (attuale dg Cariparma), già inserito nella rosa dei papabili per Banca Intesa. Ennesimo minimo storico per Fondiaria-Sai -4,88%. Ieri il comitato esecutivo di Fondiaria Sai avrebbe individuato modalità con cui incrementare il margine di solvibilità, queste misure verranno esaminate dal cda il prossimo 29 novembre. La compagnia potrebbe procedere con l’affrancamento del goodwill, che consentirebbe di incrementare il margine di circa 6-7 punti. Inoltre, la società potrebbe vendere due immobili, un’operazione che consentirebbe un capital gain inferiore a 30 milioni di euro (+1 punto base in termini di margine di solvibilità). Da inizio anno il ribasso del titolo è pari al 69%, cosa che comporta una minusvalenza di 40 milioni circa per Unicredit, entrata nella compagine azionaria a sostegno del gruppo Ligresti con il 7%.

VERSO L’ATTO FINALE IN FINMECCANICA
S&P PROMUOVE L’OUTLOOK DI EXOR

Finmeccanica ha perso il 3,32 % dopo la richiesta del presidente del Consiglio, Mario Monti, di una soluzione “rapida e responsabile”. Ovvero le dimissioni del presidente Pier Francesco Guarguaglini . Ma, viste le resistenze del presidente, si profila una soluzione di autorità: l’allontanamento del manager entro domani. Nuovo salasso per Fiat – 5,05% alla vigilia dell’avvio, stamane, della produzione della Panda a Pomigliano. Al contrario fa bene a Fiat Industrial -0.93% la performance della concorrente Deere & Co. +3,2% a Wall Street. Il gruppo che costruisce macchine movimento terra e per l’agricoltura ha riportato risultati trimestrali sopra le attese degli analisti. Alla luce di questi dati, anche Fiat Industrial, le cui vendite nel segmento agricolo rappresentano circa il 45% del totale ricavi, può ritoccare al rialzo i target per il 2012. Intanto S&P ha confermato il rating BBB+ e A2- di Exor + 0,25%, aumentando l’outlook da “stabile” a “positivo”.

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