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L’Italia a Bruxelles gioca la carta francese. Dazi, aria d’accordo

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Salgono le azioni cinesi, riprende quota il renmimbi. L’aria di pace tra Pechino e Washington fa tirare un sospiro di sollievo ai mercati asiatici, ma non ha lo stesso effetto su Wall Street, assai più contrastata di fronte all’infittirsi dei segnali di una frenata dell’economia, se non di una possibile recessione.

È questa la cornice in cui si apre una giornata campale per il premier italiano Giuseppe Conte, in missione a Bruxelles, e per Theresa May, ormai a un passo dalla mozione di sfiducia del suo partito, dopo la disfatta sulla Brexit.

In Asia l’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo del 2%, l’Hang Seng di Hong Kong dell’1,5%, il Taiex di Taipei dell’1,6%, il Kospi di Seul dell’1,4%. Solo una modesta variazione positiva per l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

Sale anche la Borsa dell’India (BSE Sensex +0,9%), dove il governo ha impiegato solo poche ore a nominare il nuovo governatore della Banca centrale.

CONTRASTATA WALL STREET: SOFFRE ANCORA APPLE

Contrastati ieri i mercati Usa: il forte rialzo nella prima parte della seduta, in scia al clima più sereno sull’asse Usa-Cina, si infrange nel finale dopo l’incontro tra il presidente e i leader democratici del Congresso, in procinto di assumere il controllo delle Camere. Trump ha minacciato il veto sul bilancio se non ci sarà il finanziamento al muro con il Messico.

L’indice Dow Jones ha perduto lo 0,22%, S&P 500 -0,04%. Lieve progresso per il Nasdaq (+0,16%). Rallentano i finanziari, frenati dal possibile mancato aumento dei tassi: Goldman Sachs -1,2%.

Non riesce a ripartire Apple, sui minimi da sette mesi: aumentano i dubbi sul modello di business ed i timori sugli ultimi modelli dell’iPhone.

Il rallentamento dell’economia sta spingendo all’ingiù i rendimenti delle obbligazioni mentre si schiaccia la curva dei tassi, con i rendimenti dei bond di breve periodo non tanto diversi da quelli dei bond di lungo periodo. Sulla distanza due anni-dieci anni, il differenziale è solo 11 punti base, lo spread due anni-cinque anni, è arrivato a – 3 punti base. Cresce la convinzione che il rialzo dei tassi sia agli sgoccioli.

TRUMP IN CAMPO SU HUAWEI. FUORI DI PRIGIONE MISS MENG

Al centro della scena politica e finanziaria resta ieri Donald Trump, più che mai one man show. Il Presidente è intervenuto più volte ieri sul negoziato in corso con la Cina. Prima con un tweet, nel quale ha parlato di “dialogo proficuo” in corso, anticipando una “notizia grandiosa per i prossimi giorni”, probabilmente il calo dei dazi cinesi sull’auto Usa (indiscrezione fatta trapelare ieri da Bloomberg). Trump ha anche dichiarato di esser pronto ad intervenire sulla magistratura per favorire una soluzione positiva per il caso Huawei.

Intanto, Meng Wanzhou, la vicepresidente del gruppo cinese, ha lasciato la prigione ed è tornata a casa, in una delle sue due ville di Vancouver, dopo aver depositato una cauzione 10 milioni di dollari canadesi (7,5 milioni di dollari). Sta peggio il diplomatico canadese fermato in Cina, forse per rappresaglia.

BREXIT AMARA: MERKEL NON APRE LA PORTA A MAY

La schiarita sul fronte dei dazi per l’auto ha dato ossigeno anche ai listini del vecchio Continente alle prese con una situazione geopolitica sempre più complicata. A sostenere il rimbalzo ha contribuito il dato tedesco sullo Zew di novembre, migliore delle aspettative. Ma il rialzo si è ridotto nel finale, complice l’andamento contrastato di Wall Street e il clima sempre più confuso attorno alla Brexit.

Theresa May ha effettuato ieri un infruttuoso tour tra le capitali europee che si è chiuso a Bruxelles. A Berlino la premier è stata protagonista di un curioso incidente: la portiera della sua auto (una Mercedes) non si è aperta mentre Angela Merkel attendeva in piedi l’ospite. “Un segno del destino”, ha commentato Reuters.

RIMBALZA L’EUROPA IN ATETSA DI COLOMBA DRAGHI

Milano avanza dello 0,98% a quota 18.591 punti. In terreno positivo gli altri mercati del Vecchio Continente anche se i listini ripiegano dai massimi nell’ultima mezz’ora: Francoforte +1,49%; Parigi +1,35%; Madrid +0,87%; Londra +1,28%; Zurigo +1,74%.

Il mercato si prepara al meeting di domani della Bce che, nonostante la frenata delle aspettative sulla crescita, procederà a deliberare la fine del Qe. Ma gli operatori confidano che Mario Draghi riuscirà ad addolcire la pillola, magari avallando la previsione che il primo rialzo dei tassi non avverrà prima della fine del 2019 e segnalare l’avvio in primavera di nuove operazioni Tltro.

OGGI CONTE A BRUXELLES GIOCA LA CARTA FRANCESE

Lo spread si è mosso poco, intorno a quota 285 punti base in un contesto di attesa per l’evoluzione della trattativa fra governo italiano e Commissione Ue sulla manovra di bilancio. Al via oggi l’offerta di Bot a 12 mesi.  Interessante, infine, il movimento sulla curva del Btp: gli acquisti sul tratto breve hanno allargato lo spread tra dieci e due anni.

Oggi è in programma l’incontro tra Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. Il premier ha invitato le autorità europee a “superare un rigorismo miope”.

ENTRA NEL MIRINO IL RATING DI PARIGI

Intanto le misure di spesa annunciate da Parigi per spegnere la protesta dei gilets jaunes, pari a circa 10 miliardi di euro, forniscono un aiuto al governo italiano, nel suo confronto con la Commissione Europa. “Se le regole sul deficit/Pil valgono per l’Italia, mi aspetto che valgano anche per Macron”, ha detto Luigi Di Maio.

I provvedimenti hanno avuto l’effetto di spingere il differenziale tra i rendimenti dei titoli tedeschi e quello francesi ai massimi da maggio 2017: lo spread, infatti, ha toccato un massimo di 52 punti base, ai massimi da 18 mesi, comunque assai lontano dal differenziale tra Btp e Bund. Ma il mercato già scommette sul taglio del rating di Parigi.

L’ITALIA? UN CIGNO GRIGIO, DICE NOMURA

Una nota di ottimismo la fornisce Nomura. L’Italia, sostiene, potrebbe essere la sorpresa positiva dell’anno che verrà. La tesi è riportata in un report dal titolo “Nove cigni grigi per il 2019”. Il mercato potrebbe aver prezzato in maniera eccessivi i fattori negativi (cioè i cigni neri) per poi scoprire di aver esagerato. Potrebbe essere il caso del Bel Paese che, al netto della spesa per interessi, vanta un avanzo di bilancio dai primi anni ’90. E se andassero in porto le misure espansive della manovra, aggiunge Nomura, l’Italia godrebbe di uno stimolo fiscale simile a quello degli Usa nel 2018. Perciò, scrive la casa giapponese, i bond italiani potrebbero essere la sorpresa del 2019.

VOLA PRYSMIAN: L’AD BATTISTA COMPRA TITOLI PER 400 MILA EURO

In Piazza Affari è andato in onda il rimbalzo di Prysmian (+6,15%) dopo i forti ribassi delle ultime sedute, non giustificato dall’outlook del leader del mercato mondiale dei cavi: la guidance per l’Ebitda adjusted per il 2018 rimane a 860-920 milioni di euro. Il rally e stato favorito dagli acquisti dell’ad Valerio Battista che, in data 6 dicembre, ha acquistato sul mercato 27.512 azioni a un prezzo medio unitario di 15,1616 euro che per il manager ha comportato un investimento complessivo di 417.125,94 euro.

TRUMP METTE LE ALI ANCHE A FIAT CHRYSLER

Bene anche a Piazza Affari l’automotive, dopo le indiscrezioni di Bloomberg secondo le quali la Cina si prepara a ridurre i dazi doganali sulle auto importate dagli Stati Uniti, portandoli dal 40% al 15%. Il governo cinese dovrebbe esaminare il dossier nei prossimi giorni. Fca avanza del 2,8%, Cnh +2,4%. Ha fatto meglio Bmw: +3,3% a Francoforte. Il gruppo tedesco, che esporta macchine sportive dagli Stati Uniti alla Cina. Il produttore tedesco ha calcolato che i dazi potrebbero costare alla società circa 300 milioni di dollari.

Il rimbalzo dei titoli tech ha dato una spinta a Stm+3,23% tonica come gli altri produttori di chip.

RIPARTE TELECOM IN VISTA DELLA SFIDA DI VIVENDI

Telecom Italia guadagna il 3%. La richiesta di Vivendi di convocare un’assemblea per riprendere il controllo del Cda ha riacceso l’appeal speculativo sul titolo: il mercato fiuta l’affare, anticipando uno scontro all’ultima azione tra i due contendenti.

BANCO BPM IN VETTA, SOFFRE BPER

Miste le banche con l’indice leggermente negativo. In evidenza Banco Bpm +2,5% dopo la cessione di un portafoglio di Npl a Fonspa-Elliott. La transazione è avvenuta al 30% del valore nominale. La piattaforma di gestione delle sofferenze è stata valutata 143 milioni. Scende invece Dobank-3,5% che era in corsa, in cordata con altri, per gli stessi asset.

Soffre anche Bper (-2,12%), peggiorata a metà giornata dopo che l’ad di Unipol Carlo Cimbri è tornato a indicare la banca emiliana fra i possibili soggetti interessati all’acquisto di Unipol Banca.

Bene le utility. Enel +1,8% dopo che Morgan Stanley ha alzato il target price a 6,20 euro. Terna +1,9%. Atlantia +1,4%.

ASTALDI ANCORA SULLE MONTAGNE RUSSE

Continua l’altalena di Astaldi, ieri in picchiata (-10,9%) dopo un avvio positivo. Salini Impregilo ha ammesso di essere al lavoro per una proposta di carattere industriale che potrebbe coinvolgere anche altri partner italiani.

ACQUISTI PER INTERPUMP, GIGLIO ALZA LE STIME, OVIESSE IN SALDO

Sullo Star si mette in luce Interpump (+2,41%), che ha acquisito il 100% della spagnola Fluinox.

Ottima performance anche per Giglio G. (+14,15%) che si appresta a dismettere le attività legate ai media tradizionali e punta a chiudere il 2018 con risultati superiori rispetto al piano industriale.

Continua la frana di Oviesse: -9,93% dopo il -13,8% di lunedì, in attesa dei conti del terzo trimestre.

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