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L’India lancia la rupia digitale e tassa i profitti da criptovalute

Pixabay

Doppio colpo dell’India sul versante valutario e fiscale. Nel presentare la legge di bilancio del 2022, la ministra delle Finanze Nirmala Sitharaman ha annunciato due decisioni: primo, fra quest’anno e il prossimo sarà lanciata sui mercati la rupia digitale; secondo, Nuova Delhi imporrà una tassa del 30% sul reddito generato da criptovalute e dal trasferimento di altri asset digitali.

L’India verso la rupia digitale

“La valuta digitale porterà a un più efficiente ed economico sistema id gestione della moneta – ha spiehato Sitharam – Per questo abbiamo proposto l’introduzione della rupia digitale, che sarà gestita attraverso la blockchain dalla Reserve Bank of India a partire dal biennio in corso”.

I casi precedenti: dai Caraibi alla Cina passando per l’Africa

L’India adotta così una decisione pionieristica, ma non sarà il Primo paese a dotarsi di una valuta digitale ufficiale. La Nigeria, le Bahamas e altre isole caraibiche hanno già valute digitali di corso legale e la Cina ha sperimentato per due anni lo yuan digitale (e-CNY) nelle principali città: oggi gli e-yuan sono nel wallet digitale di oltre 260 milioni di utenti e l’utilizzo della valuta digitale sarà incentivato nel corso delle Olimpiadi invernali di Pechino. Poi c’è il caso di El Salvador, primo e finora unico Paese al mondo ad aver adottato il bitcoin come moneta a corso legale.

La cautela di Bce e Fed

L’anno scorso anche la Bce aveva lanciato un progetto per l’euro digitale, ma con un approccio decisamente più cauto di quello indiano: al momento, infatti, non è prevista alcuna emissione, ma è in corso un’indagine per valutare la convenienza di una simile svolta. Sul tema delle valute digitali prende tempo anche la Federal Reserve, che non ha ancora preso una posizione ufficiale.

India: la nuova tassa arriva dopo il boom delle criptovalute

Per quanto riguarda la nuova tassa del 30% sui profitti da criptovalute, la mossa di Nuova Delhi avrà certamente un impatto sul mercato delle valute digitali e dei Non Fungible Token (NFT), il cui utilizzo in India ha fatto registrare negli ultimi tempi una clamorosa impennata.

Secondo stime del settore, nel Paese il numero degli investitori in criptovalute oscilla fra 15 e 20 milioni: un vero oceano di persone, capace complessivamente di mobilitare in un anno 400 miliardi di rupie (pari a 4,78 miliardi di euro). Si calcola che quasi un indiano su quattro con accesso a Internet (il 23,4%) abbia investito qualcosa in criptovalute.  

L’avvertimento del Fondo monetario

Intanto, ieri il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato un avvertimento ai Paesi emergenti chiedendo loro di non usare le criptovalute al posto delle monete tradizionali. Il motivo è semplice: questa pratica “sta provocando la destabilizzazione dei flussi di capitale nelle economie in via di sviluppo per via delle oscillazioni estreme dei prezzi”, ha spiegato Tobias Adrian, consigliere finanziario del Fmi, ricordando che dal picco dello scorso autunno “il mercato delle criptovalute ha perso circa mille miliardi di dollari di valore”.

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Categories: Finanza e Mercati