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Legge elettorale, oggi l’ultima chiamata

Oggi o mai più. Se nelle prossime ore i partiti non troveranno un accordo sulla nuova legge elettorale, alla elezioni politiche della prossima primavera voteremo probabilmente con il tanto vituperato Porcellum. La questione è innanzitutto di natura tecnica. Se entro oggi non sarà firmata un’intesa, non ci saranno più i tempi materiali per i necessari passaggi parlamentari prima della pausa di Natale (in commissione e in Aula, sia alla Camera sia al Senato).

La soglia del 42,5% per accedere al premio di maggioranza approvata in commissione al Senato non soddisfa affatto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che sabato è stato chiaro: “Se non si garantisce la governabilità, noi ci metteremo di traverso. Dietro questa riforma c’è una logica furba del ‘muoia Sansone con tutti i filistei’, ma io sono fiducioso che si possa migliorare”. Bersani ha quindi spiegato che il Pd non voterà a favore se la riforma non includerà un premio al primo partito. 

Ieri segretario democratico ha poi ribadito di non voler “mettere l’Italia all’avventura togliendole ogni possibile governabilità, magari da parte di quelle stesse forze che ci consegnarono il Porcellum. Chi, a questo proposito, ci descrive come una forza isolata, mostra di non comprendere la pubblica opinione”.

Parziale apertura alle proposte di Bersani dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: “Bersani vuole un premio per il partito di maggioranza relativa del 10%. Eravamo d’accordo prima, siamo d’accordo oggi, saremo d’accordo domani. In realtà, però, il dibattito di sabato ha dimostrato che molti pensano ad un centro che deve essere subalterno e vassallo della sinistra: non esiste”.

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