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La guerra commerciale affonda le Borse ma Milano regge

Imagoeconomica

Le banche salvano Piazza Affari, che si ferma in parità, -0,07%%, a 22.084 punti, in un panorama finanziario mondiale ancora immerso nelle nebbie della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Dopo la chiusura in rosso stamattina delle borse asiatiche, i listini europei cessano le contrattazioni in calo stasera: Francoforte -1,18%, Parigi -1,1%, Madrid -0,1%, Londra -0,39%, Zurigo -0,75%. L’apertura è debole per Wall Street, che al momento prosegue in perdita,  con il Dow Jones che sta lasciando sul campo tutti i guadagni 2018.

Il capitolo dazi si arricchisce di un ulteriore botta e risposta fra Donald Trump e Pechino, con il presidente Usa che minaccia nuove tariffe del 10% all’importazione di altre merci per un valore di 200 miliardi di dollari e la Cina che definisce un “ricatto” l’iniziativa, annunciando ulteriori contromisure. Anche l’UE prepara le contromisure nei confronti di Washington e nel prossimo vertice del 28-29 giugno potrebbe abbozzare un accordo per introdurre dazi sui metalli statunitensi. Il rischio escalation mette sotto scacco i titoli tecnologici, i cui ricavi provengono in media al 50% circa dalla Cina. Male anche auto e aerei, mentre i giganti cinesi Alibaba e JD.com quotati a New York segnano cali consistenti

Sul Ftse Mib però il peso delle banche questa volta alleggerisce il carico. Merito delle ex popolari, in primo luogo di Banco Bpm +5,59% e della sua strategia per la riduzione degli Npl. In scia Bper +3,39% e Ubi +3,07%. Secondo fonti citate da Reuters la vigilanza della banca centrale europea sta cercando una strategia più accomodante e flessibile per spingere gli istituti della zona euro ad affrontare la questione dei crediti deteriorati, dopo che la precedente proposta ha incontrato una forte opposizione.

In particolare, nell’ambito dell’approccio ‘calendar provision’ si potrebbero introdurre eccezioni, per esempio per i Paesi con un sistema giudiziario lento, che rende il recupero del collaterale complicato, come nel caso dell’Italia. Intanto Daniele Nouy, presidente del supervisory board della Bce nel suo discorso alla commissione per gli affari economici e monetari del parlamento europeo, dice che nell’eurozona è stato ottenuta “una significativa riduzione del rischio e pertanto dovremmo  sbloccare i negoziati per una garanzia unica dei depositi bancari a livello europeo e lavorare per rendere operativo il backstop comune al fondo di risoluzione unico”.

Ancora in Piazza Affari bene Recordati +2,66% e A2a +2,35%. Le vendite si concentrano su Stm, -4,24%, Cnh -3,12%, Moncler -3,09%; Ferrari -1,57%, Ferragamo -1,45%. Nei titoli di Stato risale leggermente il rendimento del decennale italiano, 2,56% e lo spread con il Bund si allarga dello 0,56%, 217.40 punti.

Euro in discesa sul dollaro con il cambio a 1,158%, mentre dal forum di Sintra il presidente Mario Draghi assicura che la Banca centrale europea “rimarrà paziente nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi”,  “adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria”. S’indebolisce anche la sterlina, con la sconfitta della premier Theresa May alla Camera Alta sulla legge quadro per la Brexit.

Il petrolio, tipo Brent, è in calo a 74,79 dollari al barile (-0,73%). Clima freddino  per l’oro, che al momento cede lo 0,3% e scende a 1275,18 dollari l’oncia.

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