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La crisi Ucraina-Russia affonda le Borse, banche sotto tiro

Pexels da Pixabay

Precipitano le azioni, si ferma il rialzo delle obbligazioni. Ma, complice la corsa ai porti più sicuri, sale lo spread. Incombe sui mercati il rischio di un confronto militare tra la Nato e la Russia, accompagnato, se non preceduto da una stretta energetica in grado di far deragliare la ripresa delle economie europee. 

Il bollettino della crisi registra la missione del cancelliere tedesco Olav Scholz a Kiev (domani a Mosca) con l’obiettivo di abbassare la tensione con Putin che, per ora, non mostra aperture. Alla frontiera con l’Ucraina ci sarebbero 130.000 soldati russi, trentamila in più di quelli indicati dall’intelligence USA qualche giorno fa. La Russia continua a negare di voler invadere lo Stato vicino e ripete che Washington non ha ancora risposto alle richieste di chiarimento sul ruolo della Nato nell’Est dell’Europa. E così, sotto la minaccia di sanzioni economiche e blitz militari, le Borse hanno accantonato per il momento le preoccupazioni sull’inflazione e l’andamento dei tassi per concentrarsi sul pericolo più grave. Una vera e propria tempesta ancora in corso che si traduce in questi numeri:

  • Alle 11 l’indice principale di Piazza Affari segna un ribasso del 3,30% a ridosso di quota 26 mila.
  • L’indice EuroStoxx 50 -3,3% scivola sui minimi da ottobre. Il Dax di Francoforte -3%.  Ribassi analoghi investono le altre piazze.  In forte calo -4% anche la Borsa di Mosca. Il rublo precipita nei confronti dell’euro.
  • Il rendimento del BTp decennale scende all’1,90% dall’1,95% dell’apertura e dall’1,96% dell’ultimo riferimento della vigilia.
  • Ma lo spread tra Btp e Bund sale a quota 170 punti ai livelli toccati nel giugno 2020.
  • In rosso anche i future di Wall Street -1% che anticipano un avvio in rosso.
  • Si fa presto a scorrere l’elenco dei titoli in terreno positivo: avanza Snam +1,23% grazie al nuovo ritorno di fiamma delle quotazioni del gas naturale +7% ritornato sopra gli 80 dollari. Citi ha alzato la raccomandazione a Neutral. Analogo provvedimento è stato preso nei confronti di Italgas e Terna.
  • Sale timidamente Saipem +0,47%, il titolo più bersagliato nelle passate settimane.  
  • L’exploit, però, non evita il ribasso degli indici energy -1,5%. Il petrolio ha infatti azzerato i guadagni di apertura, quando il barile aveva toccato i 96 dollari: pesa la prospettiva di una caduta dell’attività economica. Ma continua la corsa dell’alluminio. 
  • Tra i settori più colpiti figura il credito. Evaporano solo in parte i guadagni messi a segno venerdì da Banco Bpm -4,82% a conferma che il mercato crede ancora a possibili mosse di Unicredit -5,48%. Il titolo più venduto è Bper – 6,22% a poche ore dall’acquisto di Carige. Sotto tiro anche Mediobanca -5,46%. 
  • Nel gestito Azimut lascia sul terreno il 5,77%.
  • Tra gli industriali pioggia di vendite su Cnh Industrial -5,4%. 

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