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La Cina svaluta in risposta a Trump: Borse in rosso

FIRSTonline

La risposta di Pechino all’ultimo affondo sui dazi di Trump non si è fatta attendere. Da stamane, per la prima volta da 11 anni, la quotazione dello yuan è scesa sotto la barriera psicologica dei sette yuan per un dollaro, una soglia infranta con il pieno sostegno del governo che, in passato, è sempre intervenuto a calmare i mercati. Stavolta la Banca centrale si è limitata a una nota in cui ribadisce “la capacità di sostenere il cambio a livelli adeguati nonostante le sfide del protezionismo”. Intanto Pechino ha sospeso ogni acquisto di soia dagli Stati Uniti. Il gioco, insomma, si è fa sempre più duro, favorito anche dalla fragilità dei mercati in agosto e dalle tensioni geopolitiche: oggi Hong Kong è paralizzata dallo sciopero generale.

GIÙ TOKYO, CROLLA HONG KONG

La settimana finanziaria si apre così all’insegna di forti tensioni destinate a pesare sull’apertura europea e su Wall Street.

In forte discesa la Borsa di Tokyo, giù del 2,3%, ai minimi da inizio giugno. La situazione è così complicata che è stato convocato un vertice tra autorità monetarie ed il governo. Non è escluso un nuovo intervento sui tassi, già in terreno negativo.

Hong Kong, a mezzo servizio in occasione dello sciopero, cede il 2,8%, ai minimi da sette mesi. L’indice cinese Csi 300 perde l’1,1%. Peggio il Kospi coreano, -2,1%, sceso ai livelli di fine 2016.

VOLA LO YEN, TOKYO ALZA LE BARRICATE

La discesa dello yuan non è isolata. La corsa ai beni rifugio spinge lo yen giapponese a 106,1 da 106,7 di venerdì scorso. Il cambio dollaro won, la valuta della Corea del Sud, si porta a 1.213, +1,2% rispetto alla chiusura. Il dollaro guadagna lo 0,5% sia nei confronti del ringgit, la valuta della Malesia, sia nei confronti della rupia indonesiana.

L’oro è sui massimi degli ultimi sei anni a 1.452 dollari, in rialzo dello 0,5%.

Debole il petrolio: -1,5% a 61,1 dollari il barile.

TIENE L’EURO. INTERESSI NEGATIVI PER I BUND AL 2050

I futures segnalano una partenza in profondo rosso per i listini europei e per l’indice S&P (-1,1%). Nella confusione generale, l’euro si caratterizza per la sua stabilità: il cambio sul dollaro si porta a1,128, +0,2.

Ma la tendenza suona a conferma della corsa ai Bund, uno dei porti sicuri più ambiti nei momenti di tensione. Venerdì, per la prima volta, tutti i titoli di Stato della Germania sono finiti in territorio negativo, compreso il Bund trentennale, sceso sottozero a -0,0069%, per poi assestarsi a -0,002%. Anche il Bund decennale ha segnato un nuovo minimo storico a -0,50%, scivolando al di sotto del tasso sui depositi Bce, che è a -0,40%.

OGGI GLI INDICI PMI, NUOVE PRESSIONI SULLA STERLINA

Gli operatori sono convinti che, di fronte al rallentamento della congiuntura provocato dalle tensioni tariffarie, si profila una raffica di tagli dei tassi, necessari ma forse non sufficienti a contrastare la frenata delle economie. Oggi arriveranno segnali forti sullo stato della congiuntura. In mattinata usciranno i dati Pmi sull’andamento delle principali economie dell’Eurozona, in giornata ci saranno anche i dati sulla manifattura Usa.

La grande maggioranza degli operatori prevede un nuovo intervento della Fed a breve. In settimana parleranno James Bullard. presidente della Fed di Saint Louis, e John Williams di Chicago, una nota “colomba”.

Cresce anche la tensione sulla Brexit. L’euro si apprezza anche sulla sterlina, a 0,916. Un sondaggio semestrale condotto da Bloomberg tra analisti e banche d’affari su Brexit porta a questa conclusione: circa un terzo degli operatori sentiti si aspetta un divorzio dall’Unione Europea senza accordo, questo dovrebbe portare la sterlina ad indebolirsi di un altro 8-9% rispetto ai livelli attuali.

OGGI IL BOLLETTINO BCE E LA NOTA ISTAT

Per avere un’indicazione più precisa delle prossime mosse espansive della Bce da seguire, oggi escono il Bollettino economico della Banca centrale europea e i dati sulla produzione industriale tedesca. In Italia uscirà la nota mensile Istat sull’andamento dell’economia italiana. A Palazzo Chigi, intanto, è in programmaun nuovo incontro del Governo con le parti sociali in vista della predisposizione della prossima Legge di bilancio.

La tendenza al ribasso del costo del denaro coinvolge anche altre banche centrali: è previsto un taglio di 25 punti del costo del denaro da parte dalla Banca centrale dell’India e di quella della Nuova Zelanda.

SI RIAPRE LA PARTITA DELL’AUTO. FCA HA IL JOLLY JEEP

Le Borse europee ripartono dopo una settimana difficile, in cui Piazza Affari ha perduto il 3,5%. Tra i settori, in forte calo l’automotive (-7%), che lunedì sarà però al centro delle attenzioni del mercato dopo i segnali lanciati dai grandi giornali finanziari sulla ripresa delle trattative tra Fiat-Crhrysler, Renault e Nissan dopo lo stop di giugno.

“La nostra porta è aperta”, ha dichiarato domenica il ceo Mike Manley al Financial Times dopo che il Wall Street Journal aveva rivelato venerdì che qualcosa si stava muovendo sul fronte dei rapporti tra Renault e Nissan, il principale ostacolo ad allargare l’alleanza a Fiat Chrysler. Nel caso Parigi accettasse di ridurre la percentuale in Nissan, alle prese con una grave caduta delle vendite, si legge in un’email scambiata tra i vertici della casa giapponese, l’intesa potrebbe ripartire. Il crollo degli utili Nissan è stato l’elemento chiave che ha dato nuovo slancio alla trattativa bruscamente interrotta a giugno: i profitti netti nel primo trimestre sono scesi a 6,4 miliardi di yen (54 milioni di euro), a causa della forte discesa delle vendite, soprattutto negli Usa e in Europa. Resta da capire se Parigi accetterà di scendere dall’attuale 43% detenuto in Nissan al 22-23% come chiedono i giapponesi, la precondizione posta per trattare con l’eventuale coppia Fca-Renault.

Nell’attesa Fiat Chrysler si dichiara pronta a riaprire i giochi: “La logica industriale dell’operazione – dichiara stamane Manley – è ancora ben viva. Se cambiassero le circostanze, noi saremmo interessati ad ascoltarle le proposte”. Ma il ceo aggiunge che Fca ha la forza per andate avanti da sola grazie alla spinta di Jeep. Oggi il Wall Street Journal pubblica un’analisi sulle forti potenzialità di crescita del marchio, specie in Europa ed in Cina.

TEST IN BORSA PER SALINI, IN ARRIVO I CONTI FINECO

Sotto esame anche Progetto Italia, il polo nazionale delle costruzioni che nascerà dall’accordo tra Salini Impregilo, Cdp e le banche (Intesa, Unicredit e Banco Bpm) che prevede un aumento di capitale di 600 milioni ed il prossimo salvataggio di Astaldi. L’operazione darà vita ad un conglomerato che, a fine conferimenti, avrà un giro d’affari di 14 miliardi, un portafoglio di 62 miliardi e un risultato operativo di 700 milioni.

Prosegue la diffusione dei conti semestrali delle società quotate: tra le altre pubblicano i dati Cairo, Finecobank e Pininfarina.

LA CASSA DI BUFFETT A 122 MILIARDI DI DOLLARI

A Wall Street si avvia alla conclusione la campagna dei conti: sono previsti in settimana i conti di “sole” 62 società, tra cui Walt Disney, TripAdvisor, e Capri Holding, la società che controlla Michael Kors e Versace.

Continua intanto a crescere la fortuna di Warren Buffett: la finanziaria Berkshire Hathaway controlla 122 miliardi di liquidità.

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