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Italia: Fmi taglia le stime di crescita

Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime sulla crescita dell’Italia. Nel 2011 il Pil del nostro Paese crescerà dello 0,8% (0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di giugno) e dello 0,7% nel 2012 ( in questo caso il calo è dello 0,6%). Da Washington l’istituto avverte che per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 è necessario che il Governo inserisca nuove misure nella manovra. “La recente stretta adottata dall’Italia – si legge sulla nota dell’Fmi – e l’impegno a portare avanti alcune delle misure per il consolidamento di bilancio varate a luglio sono benvenuti ma il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013 richiederebbe alcune misure addizionali.”  

Se la maggior parte delle economie avanzate e molte di quelle emergenti sono tornate, già nella prima metà del 2011, a livelli di produzione pari a quelli registrati prima della crisi, “l’Italia e la Spagna continuano a essere in ritardo”. Per il Paese iberico il Fondo stima una crescita dello 0,7% nel 2011 (0,1 punti in meno di quelli stimati a giugno) e dell’1,3% nel 2012 (0,3 punti in meno).

Ma il pessimismo colpisce tutta Eurolandia (come ha sottolineato anche Jean Claude Trichet). Il Fondo monetario prevede una frenata della crescita della zona Euro nel 2011 all’1,9%, lo 0,1% in meno rispetto alle previsioni di giugno, e dell’1,4% nel 2012 (0,3% in meno). Inoltre la Francia crescerà nel 2011 dell’1,8% e nel 2012 dell’1,6% (-0,3 punti per tutti e due gli anni); rimangono invece invariate le stime per la Germanianel 2011 (+3,2%) ma subiscono un calo di 0,4 punti nel 2012, al +1,6%.

L’istituto di Washingotn ritiene che in Europa ci sia ancora spazio per tagliare i tassi e che, “se i rischi al ribasso proseguono, la Banca Centrale Europea avrebbe spazio per allentare ulteriormente la sua politica monetaria”. Secondo il Fondo monetario “tenere i tassi fermi agli attuali bassi livelli è importante, visto che le pressioni inflazionistiche diminuiscono e aumentano i rischi causati dalle tensioni sui debiti sovrani e sui mercati finanziari”. Infine, l’Fmi ha sottolineato che la Bce deve continuare a intervenire sui mercati secondari per frenare l’eccessiva volatilità dei titoli del debito sovrano.

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