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Ita: il contratto ancora non c’è, ma i candidati sono già troppi

Leandro Ciuffo on Flickr

Quasi 10mila persone si sono candidate per lavorare in Ita, la nuova compagnia aerea che dovrebbe sostituire Alitalia con il via libera di Bruxelles e i soldi dello Stato italiano, ma a fronte di una drastica cura dimagrante. Il numero delle candidature ha del paradossale, perché sfiora quello degli attuali dipendenti di Alitalia – la maggior parte dei quali è destinata all’esubero – e supera di quasi quattro volte i 2.800 posti previsti per la piccola (ma in teoria sostenibile) Ita.

Peraltro, i 10mila candidati hanno scelto di farsi avanti senza sapere ancora quali saranno le condizioni di lavoro offerte, visto che un contratto concordato fra azienda e sindacati ancora non c’è. Né per i piloti, né per gli assistenti di volo, né per il personale di terra.

La settimana scorsa i rappresentanti dei lavoratori e i vertici di Ita hanno iniziato a discutere, ma l’impresa sembra in salita.

Secondo le parti sociali, la società non è disponibile a intavolare un vero e proprio negoziato, essendo determinata a imporre una serie di norme penalizzanti per il personale. Di fatto – è l’accusa – come se Ita fosse davvero una startup, e non una revisione in piccolo di Alitalia.

D’altra parte, per autorizzare l’intervento pubblico e non far scattare la procedura d’infrazione per aiuti di Stato illegali, la Commissione europea chiede esattamente questo: una netta cesura fra la vecchia Alitalia e la nuova Ita, che diventerà operativa a partire dal 15 ottobre.

Proprio in vista di questa scadenza, i sindacati chiedono al governo un incontro urgente per fare il punto sul destino del personale di Alitalia. In una lettera indirizzata ai ministri Giovannini (Infrastrutture), Patuanelli (Sviluppo), Giorgetti (Lavoro) e Franco (Economia), i rappresentanti dei lavoratori ricordano che “da metà luglio 2021, a seguito delle intese fra il Governo italiano e la Commissione europea, si è avviato l’iter che porterà, il 15 ottobre 2021, all’operatività di Ita”, sottolineando che “per gli effetti che conseguentemente si determineranno, in Alitalia in amministrazione straordinaria e in Cityliner in amministrazione straordinaria, la tenuta occupazionale di circa 10.500 lavoratori diretti delle due società in parola e di altrettanti lavoratori indiretti – in assenza di opportune iniziative e azioni – diventa sempre più a rischio”.

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Categories: Lavoro