X

Imprenditori a scuola di AI e innovazione energetica. In Veneto trenta selezionati

Imagoeconomica

Il Veneto è tra le prime Regioni italiane per numero di aziende in utile. L’ultima ricerca della Fondazione Nord Est lo ha certificato ancora un volta. Dopo il disastro del Covid sono ripartite tutte e si misurano ora con le nuove sfide. In Italia non sono le sole a cercare di vedere lontano, chiaramente, ma dalla loro hanno una Regione che funziona e una lunga tradizione manifatturiera. Hanno fatto risultati importanti. Spesso sono aziende a conduzione familiare, cosa che negli ultimi trenta anni ha reso più facile la resilienza del sistema e anche il dialogo con la politica. Gli italiani hanno impiegato del tempo prima di capire il miracolo di un Nord-Est che per fatturati ed export scavalcava la opulenta Baviera. Qui sono state sperimentate le prime fonti energetiche nei campi, come il biogas. Il fiuto politico di Umberto Bossi ne ha tipizzato a lungo l’identità territoriale senza, tuttavia, alzare steccati verso altre rappresentanze politiche.

In giro tra i capannoni tra Padova, Venezia, Treviso oggi c’è qualcosa da sistemare meglio, però. La tristezza del deserto industriale dei giorni del Covid è materia per mostre fotografiche. Luca Zaia a fine 2023 ha promesso 550 milioni di euro di finanziamenti tra risorse regionali e Fesr.

Per non trovarsi tra qualche anno con un passaggio generazionale critico, tanto tra i lavoratori quanto tra i datori di lavoro, qui bisogna aggiornarsi. La simbiosi tra proprietari d’azienda e dipendenti resta solida, ma se non vogliono restare miracolati di se stessi, i capi, prima di tutti, devono studiare: formarsi. Il processo è speculare per chi mette soldi e chi produce in officina per competere in Europa e fuori. I lasciti culturali di vecchi imprenditori -per dire, Benetton, Marzotto, Polegato, De Longhi- non bastano più. Fare impresa significa aggiornarsi continuamente, applicare le migliori soluzioni sui costi di produzione, risparmiare energia, non distruggere l’ambiente, creare buone condizioni di lavoro.

“C’è un élite da formare”

Secondo Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema- l’ente di formazione di Confindustria Veneto- è giunto il momento di partire dalla classe dirigente. “Bisogna formare una nuova classe tra gli imprenditori, capace di sviluppare le fabbriche e cambiarne i processi produttivi grazie alle migliori tecnologie digitali applicate in ottica di sostenibilità energetica”, dice.

C’è chi in lungo e in largo nel mondo delle imprese abusa di termini come digitalizzazione e sostenibilità. Fòrema, che sulla formazione manageriale ha fondato il suo successo con fatturati miliardari, per non ingannare nessuno, coglie l’occasione dei finanziamenti del Pnrr e parte con un progetto pilota per i capi azienda. Lo proponiamo all’élite dell’imprenditoria veneta, ha spiegato. È quella che vuole conoscere le ultime innovazioni funzionali, non solo all’efficientamento produttivo, ma anche all’efficientamento energetico. Ma chi è questa élite che ha nel sangue determinazione e tradizione? Per ora, una trentina di imprenditori selezionati e, immaginiamo, anche molto curiosi. 

Un nuovo miracolo del Nord-Est?

Il termine inglese Masterclass va in aiuto dei promotori del progetto e serve ad aprire le porte di Industria 5.0 ai “corsisti”. Gli sarà insegnato come integrare le tecnologie più avanzate nella loro arena competitiva. Quello che i loro nonni hanno fatto andando in giro per il mondo da emigranti o piegando la schiena nelle cascine per arrivare un giorno nei salotti della finanza e portare molti soldi, loro lo sostituiscono con ore di aula ed esperienze sul campo. Hanno a disposizione sei incontri a partire da lunedì dal 7 maggio nello Smact Center di Padova.

Confindustria Veneto e Fòrema si sono affidati a manager, docenti dello Swiss Institute for Disruptive Innovation e delle Università Padova, Venezia, Udine e Trieste. Intelligenza artificiale? Come sfuggire al processo che già vive in tante aziende del Veneto. Il torto più grande che i trenta selezionati potrebbero fare alla memoria di sacrifici della propria terra è di non riuscire a cogliere l‘opportunità globale, avvincente, delle nuove tecnologie. Non lo faranno, magari anche solo per permettere agli italiani di capire più in fretta un nuovo miracolo del Nord Est.

Related Post
Categories: Lavoro