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Istat, indice delle retribuzioni quasi fermo a giugno (+0,1%)

L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie presenta un incremento dello 0,1% rispetto a maggio e del 1,8% rispetto al dato di giugno 2010. Nella media del periodo gennaio-giugno 2011 l’indice è cresciuto dell’1,9% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Questa la rilevazione dell’Istat, che ricorda che il tasso d’inflazione a giugno è stato pari al 2,7%, evidenziando come il rialzo tendenziale delle retribuzioni sia stato inferiore a quello dei prezzi al consumo.

I settori che a giugno presentano gli incrementi maggiori rispetto all’anno precedente sono: militari-difesa (4%), forze dell’ordine (3,7%) e attività dei vigili del fuoco (3,4%). Gli aumenti più contenuti riguardano servizi d’informazione e comunicazione, ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale (+0,3% in tutti i casi).

L’Istat precisa inoltre che alla fine di giugno sono in attesa di rinnovo 34 accordi contrattuali, relativi a 4,4 milioni di dipendenti (33,6%). La percentuale è in calo sia rispetto al mese (34,7%), che all’anno precedente (35,7%). I contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 66,4% degli occupati dipendenti e al 61,0% del monte retributivo osservato. Nel settore privato è in vigore l’83,2% dei contratti monitorati, con quote molto differenziate per attività economica: la copertura è del 100% per il settore agricolo, del 97,4% per l’industria e del 67,6% per i servizi privati.

A partire da gennaio 2010 tutti i contratti della pubblica amministrazione sono scaduti e rimarranno tali in ottemperanza alle disposizioni della legge di stabilità economica del 2010 che stabilisce il blocco delle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012. A giugno, tra i contratti monitorati dall’indagine, sono state siglate due intese, riguardanti i dipendenti delle aziende conciarie e quelli delle imprese grafiche. Alla fine di giugno i dipendenti in attesa di rinnovo sono il 33,6% del totale. In media, l’attesa di rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è di 18,3 mesi.

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