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Inflazione e tassi affondano Wall Street, che contagia le Borse europee: Milano perde lo 0,9%

FIRSTonline

Dopo aver galleggiato intorno alla parità per la prima parte della seduta, le Borse europee hanno chiuso tutte in rosso, trascinate al ribasso dall’apertura di Wall Street. Sui listini americani prevale l’ansia per la malattia dell’inflazione e per la cura che la Federal Reserve sta preparando: Jerome Powell, numero uno della Fed, ha promesso un intervento deciso contro l’aumento dei prezzi e le sue parole pesano sulle aspettative degli investitori, che temono interventi più aggressivi del previsto sul fronte dei tassi.

Risultato: il Dow Jones ha iniziato la seduta con una flessione dell’1,20%; peggio ancora l’S&P 500 (-1,59%) e soprattutto il Nasdaq (-1,94%).

Sulla scia della Borsa americana, Piazza Affari perde in chiusura lo 0,8%, in linea con Londra (-0,93%). Fanno peggio Parigi e Francoforte (-1,20%).

Fa eccezione solo Madrid, che chiude sostanzialmente piatta (-0,08%), grazie allo strappo di Siemens Gamesa Renewable Energy (+12,6%) dopo che il gruppo tedesco Siemens Energy ha annunciato l’intenzione di riacquistare tutte le azioni della sua controllata spagnola, attiva nell’energia eolica, in vista del delisting.

Sul Ftse Mib, uno dei titoli migliori è Unicredit, che viaggia in controtendenza con un rialzo del 2,05%. Il Financial Times rivela oggi che l’istituto milanese era arrivato a un passo dalla fusione con il colosso tedesco Commerzbank, ma i colloqui tra i due gruppi si sono interrotti a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.

In testa al listino svetta Iveco (+2,34%).

Mediobanca (-2,42%) risente invece delle indiscrezioni sullo stop della Bce a Delfin per salire oltre il 20%.

Il ribasso peggiore è però quello di Saipem (-5,13%), all’indomani del via libera dei soci all’aumento di capitale da 2 miliardi entro l’anno. Inoltre, la Consob ha comunicato che Millennium Capital Partners e Voleon Capital Management, dal 17 maggio, detengono posizioni ribassiste sul titolo Saipem rispettivamente dello 0,68% e dello 0,48%.

Dopo il rimbalzo di ieri (+4,2%), riprende la frana di Nexi (-4,13%). Male anche Amplifon (-5,13%), Moncler (-3,47%) e Ferrari (-3,15%). Tim -3% mentre si avvicina alla firma con Cdp del protocollo sulla rete unica.

Sul mercato dei cambi, il dollaro dopo le parole di Powell ha ripreso a salire, con l’euro che scende a 1,0494 contro il biglietto verde (da 1,0534 di ieri in chiusura) e a 134,63 contro lo yen (da 136,27). Dollaro/yen a 128,27 (da 129,35).

Sul fronte energetico, il gas naturale è stabile a 94 euro al megawattora. In ribasso, infine, il petrolio, sui timori per la domanda globale di energia: il Wti di giugno cala a 110,6 dollari (-1,6%) e il Brent di luglio a 110,2 dollari (-1,5%).

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