L’industria manifatturiera italiana affronta il 2025 tra luci e ombre: se da un lato il fatturato si mantiene su livelli elevati, dall’altro emergono segnali di rallentamento dovuti a un contesto internazionale incerto. Il quadro settoriale risulta eterogeneo, con comparti in crescita come Farmaceutica ed Elettrotecnica, mentre altri, come Elettronica e Automotive, faticano a trovare slancio. In questo scenario complesso, l’export verso gli Stati Uniti ha beneficiato dell’anticipo degli ordini in vista dei possibili nuovi dazi. Parallelamente, consumi e investimenti interni restano fondamentali per sostenere la crescita. Nonostante un clima di fiducia ancora prudente, le imprese italiane mostrano solidità finanziaria e un cauto ottimismo sugli investimenti, pronte a sfruttare gli incentivi e gli stimoli provenienti dall’Europa.
È quanto emerge dal nuovo rapporto di luglio 2025 dedicato all’analisi dei settori industriali italiani, realizzato da Intesa Sanpaolo e Prometeia prima dell’accordo tra Unione europea e Stati Uniti.
L’intesa, che ha stabilito una tariffa fissa del 15% sui dazi Usa per la Ue dopo mesi di tensioni commerciali, apre nuove prospettive per l’export italiano. Tuttavia, secondo Prometeia, anche nel caso – poco probabile – che le imprese italiane dovessero sobbarcarsi integralmente gli oneri derivanti da questi incrementi tariffari, il margine operativo lordo (Mol) resterebbe su livelli sostenibili, addirittura superiori a quelli pre-Covid.
Fatturato e produzione: livelli alti, ma con differenze settoriali
Nei primi quattro mesi del 2025, il fatturato dell’industria manifatturiera italiana si è mantenuto su livelli elevati: -0,9% su base tendenziale ma con un incremento del +24,5% rispetto allo stesso periodo del 2019 pre-pandemia. I prezzi alla produzione sono cresciuti dell’1% nei primi 5 mesi, seppur con una lieve flessione nelle ultime rilevazioni, segnale di un assestamento.
Tuttavia, depurato dall’effetto inflazione, il fatturato deflazionato mostra un calo tendenziale dell’1,9%, seppur con una crescita congiunturale positiva.
Corre la Farmaceutica, bene l’Elettrotecnica; in difficoltà Elettronica, Auto e Moda
A dominare la graduatoria sono i settori già positivi nel 2024. In testa, la Farmaceutica, con una crescita tendenziale del +4,7% nei primi quattro mesi del 2025, spinta da una domanda interna solida e da un robusto export, soprattutto verso gli Stati Uniti, dove l’anticipo degli ordini, in vista di nuovi dazi, ha dato un forte impulso. Seguono Elettrotecnica (+3,1%), sostenuta dal recupero degli investimenti in beni strumentali e dalla transizione ambientale, e Alimentare e bevande (+2,1%).
I settori legati all’edilizia mostrano andamenti diversi: Prodotti da costruzione (+0,7%) e Mobili (+0,3%) beneficiano degli investimenti nel non residenziale e del Pnrr, mentre Elettrodomestici (-1,3%) subiscono il ridimensionamento della base produttiva nazionale. Ancora negativa la Meccanica (-1,6%), seppur con un rallentamento della contrazione.
I comparti più in difficoltà includono l’Elettronica (-6,1%), penalizzata dal settore semiconduttori, gli Autoveicoli e moto (-16,4%), ancora in fase di transizione, e il Sistema moda (-4,5%), con particolare sofferenza nella filiera di pelli e calzature.
Produzione industriale in lieve ripresa
La produzione industriale italiana ha segnato una crescita congiunturale dello 0,8% nel primo trimestre 2025 e dello 0,3% tra aprile e maggio, segno di una graduale ripresa nonostante il contesto globale incerto. Il contributo positivo proviene da Alimentare e bevande, produttori di intermedi (metalli in particolare) e Mobili. I settori Meccanica e Autoveicoli mostrano segnali contrastanti ma tendono verso un miglioramento.
A livello europeo, in Germania spicca un rimbalzo della produzione automotive (+5,5% aprile-maggio), mentre in Spagna il settore auto frena dopo una crescita intensa. La Francia resta più incerta.
Consumi e investimenti: pilastri per la crescita
La tenuta dei consumi interni italiani (-0,2% tendenziale nei primi cinque mesi del 2025) sostiene la produzione, nonostante la prudenza delle famiglie e un tasso di risparmio ancora elevato. A confronto, Francia (+2,4%), Spagna (+3,8%) e Germania (+3,1%) mostrano incrementi più marcati nelle vendite al dettaglio.
Inoltre, si registra una ripresa degli investimenti in macchinari (+1,4% tendenziale nel primo trimestre), favorita anche da incentivi fiscali come il “Transizione 5.0” e le Zone Economiche Speciali.
Anche gli investimenti in edilizia mostrano segnali positivi, con un aumento sia nella componente residenziale (+1,7%) sia in quella non residenziale (+1,8%), quest’ultima spinta dai fondi del Pnrr.
Esportazioni: spinta da Usa e Farmaceutica
Le esportazioni italiane di beni manifatturieri sono cresciute del 3,3% nei primi quattro mesi del 2025, con un importante contributo dalla Farmaceutica (+38,7%) e dalla Metallurgia (+11,6%). Bene anche alimentare e bevande (+6,3%) e largo consumo (+5,6%). Questo risultato è stato favorito dall’anticipazione delle vendite negli Stati Uniti, dovuta al timore di nuovi dazi commerciali.
Prospettive e sfide: incertezza ma anche opportunità
L’indice Istat sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere resta negativo, ma mostra un aumento delle attese di produzione, in particolare per i beni intermedi, suggerendo un rafforzamento della ripresa industriale nei prossimi mesi. Per la tenuta del ciclo sarà cruciale il mercato interno: il recupero del potere d’acquisto, favorito dal rientro dell’inflazione e dai rinnovi contrattuali, potrà sostenere i consumi, nonostante il permanere di uno scenario incerto e di un alto tasso di risparmio.
Le prospettive restano favorevoli per gli investimenti in beni strumentali e software, grazie anche a condizioni di finanziamento in miglioramento e incentivi fiscali. L’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative del secondo trimestre 2025 evidenzia un aumento delle attese sugli investimenti, anche se permane qualche preoccupazione per le imprese orientate all’export.
Sul fronte europeo, la ripresa economica – trainata da Germania, Francia e Spagna – potrebbe compensare almeno in parte le tensioni esterne. In particolare, i piani di stimolo tedesco per rilanciare gli investimenti pubblici e privati sono un fattore chiave per sostenere la domanda intra-Ue, di fondamentale importanza per il sistema produttivo italiano.
Solidità finanziaria delle imprese italiane
L’analisi dei bilanci 2023 mostra una crescente convergenza tra l’Italia e i principali competitor europei (Germania, Francia e Spagna) sul fronte della redditività e patrimonializzazione. Le imprese italiane si confermano resilienti, con margini operativi lordi (Mol) storicamente elevati, superiori al 9% del fatturato.
Questa solida posizione finanziaria e le ampie riserve di liquidità potranno aiutare le aziende italiane a fronteggiare eventuali incrementi di costo legati ai dazi, limitando l’impatto sulle performance operative.