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Il voto tedesco e la manovra italiana pesano sull’euro

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Il rimbalzo di fine settimana a Wall Street non sembra in grado di proseguire. Stamane scendono le borse asiatiche, a partire dal Giappone (-1,4%), colpito dalla minaccia di dazi Usa sull’auto. Soffrono anche le borse cinesi: Hong Kong -1%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (-0,7%) è di nuovo in prossimità dei minimi degli ultimi due anni.

Nonostante il buon avvio della stagione delle trimestrali, cresce la schiera dei Big (tra cui Bridgewater, l’hedge fund più potente del pianeta) che si dicono pessimisti sul futuro dei mercati, sotto la pressione della frenata della Cina e dell’aumento dei tassi Usa. E così tornano d’attualità i beni rifugio: l’oro è salito stanotte sui massimi degli ultimi due mesi e mezzo a 1.221 dollari l’oncia. Si apprezza anche lo yen, apprezzato dagli investitori nei momenti di alta turbolenza dei mercati finanziari dell’Asia: il cross è sui minimi dell’ultimo mese a 112,1.

ARABIA SOTTO TIRO DOPO L’ASSASSINIO DI KASHOGGI

Un altro allarme arriva da Riyad. Vola il petrolio ad un passo da quota 82 dollari (contro poco più di 79 del Brent nel fine settimana), mentre i grandi nomi della finanza Usa, da JP Morgan a Ford, hanno deciso di disertare la conferenza saudita sugli investimenti. È la reazione all’assassinio del giornalista saudita del Washington Post Jamal Kashoggi, un delitto che ha costretto lo stesso Donald Trump a prender le distanze da Mohammed Bin Salman. La pressione ha spinto ieri al ribasso la Borsa saudita (-7%), assieme a quella di Dubai. Ma Riyad ha già reagito in modo durissimo. Il ministro degli Esteri saudita ha avvertito sabato che il Regno risponderà a tono ad eventuali misure in arrivo.

IN BAVIERA TRIONFANO I VERDI. CSU E SPD IN CRISI

Euro debole a 1,153 sul dollaro. Pesa il terremoto politico in Baviera, la regione che rappresenta più di un quinto dell’economia tedesca, dal 1957 governata dalla Csu. L’alleato di Angela Merkel scende dal 47,7 al 36,2% dei voti e dovrà rassegnati ad un governo di coalizione con i liberali e i conservatori locali, che non hanno però condiviso la politica molto aggressiva sugli immigrati del ministro degli Interni Horst Seehofer. I veri vincitori sono i Verdi, saliti al 18,1 dall’8,4%, premiati per la politica di apertura agli immigrati e alla battaglia per il clima. Il risultato segna, a pochi mesi dalle europee, una brusca sconfitta per la coalizione che sostiene a Berlino il governo di Angela Merkel.

ULTIMI RITOCCHI ALLA MANOVRA: IL PIATTO PIANGE

“La storia ci suggerisce che il mondo è in procinto di attraversare un’altra crisi finanziaria. Uno dei posti dove può scoppiare, a giudicare da un numero crescente di indicatori, è l’Italia”. Così sabato scorso il New York Times, in attesa del decreto fiscale e del documento programmatico che dovrebbero approdare stasera al consiglio dei ministri fissato per le 18: il governo è ancora a caccia delle coperture finanziarie.

Il convitato di pietra resta il mercato finanziario che ha già espresso un primo verdetto: l’indice (-0,5% a quota 19.265 venerdì) ha archiviato la peggior settimana degli ultimi due anni con una perdita cumulata del 5,2% circa. Per trovare un calo più ampio bisogna risalire al novembre 2016. Piazza Affari è ai minimi da 18 mesi, lo spread ha chiuso sopra quota 300.

STERLINA IN CALO, ORE DECISIVE PER LA BREXIT

Altra area di tensione, la Brexit. Stamane la sterlina arretra a 1,3077 sul dollaro dopo l’esito deludente degli incontri domenicali per trovare un’intesa tra Londra e Bruxelles. Domani il Regno Unito annuncerà i dati sull’occupazione (il numero dei senza lavoro, invariato, è previsto al 4%) e sull’inflazione (stima +0,2% a settembre).

Calendario leggero per Piazza Affari: da registrate venerdì il delisting di Ei Towers e l’assemblea di Ubi Banca.

OGGI BANCA D’ITALIA AGGIORNA I NUMERI DEL DEBITO

In giornata sono previsti gli interventi di Ignazio Angeloni e di Danièle Nouy, entrambi membri dell’autorità di Vigilanza della Bce. Venerdì scorso Sabine Lautenschlaeger, vicepresidente dell’area Supervisione della Banca centrale nonché membro del consiglio esecutivo della stessa, ha avvertito che “Francoforte non aiuterà i governi irresponsabili”.

Oggi Banca d’Italia comunicherà l’aggiornamento dell’ammontare del debito pubblico. A Bali, in occasione del vertice Fmi, il governatore Ignazio Visco ha detto che “non c’è spazio per abbassare la guardia”.

IN SETTIMANA IL PIL CINESE E I VERBALI DELLA FED

Il dato macro più importante della settimana arriverà da Pechino: la crescita cinese del terzo trimestre, secondo le stime degli analisti, dovrebbe aver toccato l’1,6%, per un aumento annuo del 6,6%. La previsione è stata confortata dall’aumento dell’export a settembre (+12,3%) superiore alle previsioni. Ma un allarme arriva dall’auto: per la prima volta il mercato cinse registra una flessione.

Oggi uscirà il dato sull’inflazione. In uscita anche la produzione industriale giapponese.

Molto significativi anche i verbali dell’ultima riunione della Fed in uscita mercoledì. Sarà l’occasione per avere una conferma della determinazione della Banca centrale sulla via del rialzo dei tassi. L’occasione per una risposta alle invettive di Donald Trump, agitato dall’approssimarsi delle prossime elezioni. Secondo i sondaggi, l’andamento di Wall Street ha un valore trascurabile sull’elettorato nel suo complesso, ma può essere decisivo in non pochi collegi (poco meno di 40) dell’America più benestante.

OGGI A WALL STREET I CONTI DI 54 CORPORATION

Sul fronte societario, dopo il brillante esordio delle trimestrali delle grandi banche (oggi tocca a Bank of America) sarà la volta di 54 società dello Standard & Poor’s. Tra questi: Johnson & Johnson, Morgan Stanley, Goldman Sachs, American Express, Schlumberger and United Continental.

Nonostante il recupero di venerdì, il bilancio della settimana è fortemente negativo: Dow Jones -4,2%, S&P 500 -4,1%, Nasdaq -3,7%.

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