Il tradizionale Rapporto di Mediobanca, Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle medie imprese industriali italiane, che insieme alle medio-grandi compongono il cosiddetto Quarto capitalismo (il primo essendo quello delle grandi imprese private, il secondo quello delle grandi imprese pubbliche e il terzo quello delle piccole imprese) ci porta anche quest’anno buone notizie. Soprattutto per due ragioni: perché le medie imprese performano meglio della grandi imprese, che in Italia sono rimaste davvero poche se si escludono i gruppi pubblici, e soprattutto perché surclassano le medie industrie francesi e tedesche in termini di produttività e sono seconde dietro solo alle spagnole per fatturato e occupazione. In sostanza il Quarto capitalismo italiano, che è fatto principalmente da aziende familiari e da quelle che Peppino Turani definiva le “multinazionali tascabili”, cioè da aziende medie con un fatturato che non supera i 415 milioni di euro e con una forza lavoro compresa tra 50 e 499 dipendenti, si conferma ancora una volta come il settore più dinamico dell’intero sistema industriale italiano. E non teme confronti con le medie imprese del resto d’Europa. Averne di gioielli così di questi tempi. Il che non vuol dire che siano tutte rose e fiori. Molti problemi che frenano tutta l’industria italiana investono anche le medie imprese: il caro-energia, la concorrenza low-cost, il mismatch occupazionale, il fardello della burocrazia. Ma per la tipologia delle imprese che lo caratterizza il Quarto capitalismo deve fare i conti con due spine nel fianco in più: la prima è rappresentata dai dazi di Trump che rischiano di frenare la propensione all’export delle medie imprese italiane, che generano il 14% delle esportazioni, e l’altra è la pressione fiscale che picchia più sulle medie che sulle grandi aziende. Queste ultime hanno un tax-rate inferiore di 5,8 punti: senza questo divario le medie industrie italiane – segnala il Rapporto – avrebbero risparmiato solo nell’ultimo anno un miliardo di euro. A maggior ragione la performance del Quarto capitalismo merita applausi.
Il Quarto capitalismo italiano surclassa francesi e tedeschi e si conferma come il settore industriale più dinamico ma ha qualche spina nel fianco
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