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I venti di guerra in Ucraina tengono in ansia i mercati che aspettano le mosse di Draghi di giovedì

Le Borse europee hanno chiuso poco mosse al termine di una giornata caratterizzata dai nuovi segnali di debolezza dell’industria europea. Le Borse di Londra, Parigi e Francoforte hanno chiuso in parità, Madrid +0,1%. In Europa i settori in maggiore calo sono Automotive (Stoxx -0,7%) e banche (-0,3%). Hanno guadagnato i farmaceutici (+1%) e i titoli petroliferi, nonostante la flessione del greggio, con il Brent scambiato a 102,6 dollari al barile (-0,5%) e il Wti a 95,7 dollari (-0,2%). A Milano l’indice FtseMib è sceso dello 0,5% a quota 20.345. L’indice manifatturiero è scivolato per la prima volta dal giugno dello scorso anno sotto la soglia dei 50 punti, in flessione per il quarto mese consecutivo.

Situazione stabile anche sul mercato dei titoli di Stato con il rendimento del Btp decennale al 2,41%. I mercati sono ormai concentrati nell’attesa del direttorio della Bce di giovedì: tra gli operatori prevale la sensazione che la banca centrale, prima di mettere in moto nuove misure espansive, aspetterà il varo dei Tltro (metà settembre) e continuerà a lavorare (decollo previsto, dicembre). Ma, al solito, il clou saranno le dichiarazioni di Mario Draghi. Il cambio euro/dollaro è invariato a 1,313.

APPLE

Riapre i battenti Wall Street, cresce l’attenione per Apple. Secondo indiscrezioni, il gruppo starebbe valutando un prezzo intorno ai 400 dollari per il dispositivo elettronico da indossare, il cosiddetto iWatch, che dovrebbe presentare il prossimo 9 settembre. Il dispositivo dovrebbe essere messo in vendita nel 2015.

BANCHE/UCRAINA

Vladimir Putin, ha chiesto a Kiev di aprire i negoziati per cambiare il proprio modello di Stato, mentre l’Unione europea ha concesso una settimana di tempo a Mosca per il ritiro delle truppe prospettando, in caso contrario, nuove sanzioni tra cui il divieto per gli europei di acquistare titoli di Stato russi. Le tensioni si riflettono sul comparto europeo del credito (-0,41%). A Piazza Affari bancari in ordine sparso. Monte Paschi -2,55% è il titolo peggiore. Credit Suisse è tornata a coprire il titolo con un giudizio neutral. In forte ribasso anche il Banco Popolare -2,27%. Il broker elvetico sceglie come miglior titolo Intesa San Paolo -0,8% e considera Ubi Banca +1,26% “un’alternativa a buon mercato per giocare sul lungo termine”. In lieve rialzo Bpm, scende Unicredit -0,7%. Azimut perde l’1,7%, Mediolanum -1%, Generali -0,5%, quasi invariata UnipolSai -0,08%.

OIL

Titoli petroliferi in ripresa , nonostante la flessione del greggio, con il Brent scambiato a 102,6 dollari al barile (-0,5%) e il Wti a 95,7 dollari (-0,2%). Fa eccezione Eni che ha lasciato sul terreno lo 0,32% a 18,92 euro nonostante Goldman Sachs abbia inserito il titolo nella sua conviction buy list. Morgan Stanley ha invece limato il target price da 20 a 19,5 euro confermando il giudizio equalweight e per gli esperti l’azienda avrebbe di fronte diverse sfide, molte delle quali fuori dal controllo del gruppo, anche se l’elevato rendimento del titolo fornisce un supporto contro ogni eventuale ribasso. Saipem ha perso il 2,49% a 17,61 euro dopo cheDeutsche Bank ha ridotto il rating da hold a sell e il target price da 18 a 16 euro.

Tra le utilities A2A lascia sul terreno l’1,8%. Il comune di Brescia, dice il sindaco Emilio Del Bono, è pronto a cedere una seconda tranche di azioni, se l’andamento del titolo lo permetterà. “La riduzione della quota pubblica sotto il 50% sarebbe una indicazione positiva per il titolo – commenta la nota quotidiana di Equita – anche se non si creerebbe un appeal speculativo nell’immediato. Nel breve termine, al contrario, si creerebbe pressione sul titolo”.

FIAT

Fiat ha chiuso in ribasso dell’1,1% a 7,36 euro. Fidentiis ha deciso di tagliare la raccomandazione e Sell da Hold, abbassando il target price nel range 6,5-6,9 euro dal precedente 6,9-7,3 euro. Gli analisti sono convinti che una volta superato lo scoglio della fusione, il mercato tornerà a concentrarsi sui fondamentali del gruppo che restano deboli. In agosto il mercato dell’auto italiano è arretrato dello 0,2%. Fca segna una flessione pari a poco più del 6,6% a a 14.731 unità per una quota del 27,6% (-2% rispetto allo stesso mese 2013, +0,3 punti percentuali sul mese precedente).

LUXOTTICA

Luxottica è salita dello 0,47% a 40,84 euro e il presidente, Leonardo Del Vecchio, ha fatto sapere che lo storico ad, Andrea Guerra, è giù fuori dal gruppo. Nell’era post GuerraLuxottica avrà due amministratori delegati, uno focalizzato sui mercati e uno dedicato alle funzioni corporate. Il cda ha così nominato l’attuale direttore generale, Enrico Cavatorta, ad delle funzioni corporate e (pro tempore) dei mercati, in attesa della nomina del secondo amministratore delegato che è “in via definizione”. Sarà inoltre costituito un comitato direttivo guidato dallo stesso patron Del Vecchio.

TELECOM

Telefonica uscirà da Telecom Italia -1% subito dopo la conclusione dell’acquisto di Gvt. Lo ha dichiarato Cesar Alierta aggiungendo che il principale ostacolo nella sua avventura in Ti “è stato quello di non essere italiano”. Intanto il presidente di Telecom Giuseppe Recchi ha aperto alla possibilità di accordi tra la società e Mediaset. La situazione dell’azionariato di Telecom, per ora, è la seguente: la holding Telco, controllata da Telefonica, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali, controlla il 22,4% ma è destinata sciogliersi a breve. Il gruppo spagnolo diventerà quindi il primo azionista del gruppo, con poco meno del 15% del capitale ma ha offerto a Vivendi l’opzione per acquistare l’8,3% di Telecom Italia, nell’ambito dell’accordo su GVT, opzione che il gruppo francese ha giudicato “attraente”. La stessa Telefonica. 

Ha inoltre in essere un prestito convertendo (scadenza luglio 2017) e quindi l’obbligo di vendere a termine una partecipazione fino al 9% del capitale di Telecom Italia, ma con clausole di riacquisto del bond anche per qualunque “ragione che non consenta il trasferimento delle azioni Telecom Italia”.

COSTRUZIONI

i 3,8 miliardi di euro messi sul piatto dal governo nel decreto Sbolcca Italia non hanno offerto particolari stimoli ai titoli del settore cemento- costruzioni. Sale comunque Italcementi (+2,73%) in seguito all’upgrade di Exane da neutral a outperform (target price confermato a 7,7 euro). Più modeste le variazioni per le costruzioni: Salini Impregilo ha incassato lo 0,76% mentre Astaldi ha ceduto lo 0,52% a 6,65 euro.

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