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I rifiuti elettronici da recuperare, opportunità che l’Italia non coglie appieno

FIRSTonline - Lorenzo Gennari

Li usiamo, non se ne può fare a meno e quando li abbandoniamo, gli apparecchi elettronici, possono ancora essere utili. Il fatto che la loro gestione richiami l’interesse di ricercatori qualificati è il segnale di un’attività economica virtuosa nel post vita. utti i sistemi di economia circolare hanno bisogno di tempo per eccellere, ma in Italia si è spesso vittima di accelerazioni e frenate.

Il caso dei rifiuti elettronici- RAEE- è assurto a case history per il Laboratorio Ref di Milano. Periodicamente i suoi ricercatori pubblicano report sulle principali tematiche energetiche e ambientali. I RAEE hanno coinvolto ora Andrea Ballabio, Donato Berardi, Nicolò Valle e Barbara Zecchin che hanno firmato il papierLa gestione dei RAEE in Italia: è necessaria una svolta”. Da dove deve partire la svolta ? Dal numero di dispositivi elettronici immessi sul mercato, è la prima risposta.

Vendite in salita di apparecchiature

Dal 2019 al 2021 la vendita è aumentata del 27%. Tanto uffici e industrie, quanto le famiglie hanno comprato di tutto, di più. Una volta dismessi gli apparecchi devono essere raccolti correttamente. Purtroppo l’Italia è lontana dagli obiettivi di raccolta differenziata specifica. “Anzi, a leggere i numeri, sta facendo passi indietro: dal 36,5% nel 2020, al 34,6% nel 2021 e al 34% nel 2022″ scrivono i ricercatori. Solo nel 2022 sono state intercettate oltre 361 mila tonnellate di RAEE domestici.

A livello regionale Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna ne hanno raccolto il 36% e portati al riciclo. In queste tre Regioni si concentra il più alto livello di “sviluppo economico dei territori, nonché con la maggiore popolazione residente”. E qui arriva la seconda domanda: come e dove agire ? A livello di cittadini consumatori, servirebbero campagne di informazione e di comunicazione più efficaci ed estese, come nel caso dell’“uno contro uno” e “uno contro zero”. La prima prevede il ritiro gratuito di un RAEE al momento della vendita di una nuova apparecchiatura della stessa tipologia. La seconda prevede l’obbligo per i distributori con superficie di vendita di prodotti informatici di almeno 400 mq, e la facoltà per gli altri distributori, di ritirare gratuitamente i RAEE di piccolissime dimensioni.

Un decreto legge non basta

La particolarità è che queste apparecchiature piccole devono essere rese dalle famiglie, anche se non ne acquistano una nuova. Chi è informato di questo ? “Il 64% dei cittadini non è a conoscenza del sistema “uno contro uno” o lo conosce ma non l’ha mai utilizzato, mentre il 77% non sa nulla di “uno contro zero”. Vogliamo ricordare a tutti, solo per un attimo, che dalle apparecchiature elettroniche si estraggono materie prime critiche che valgono miliardi e stanno facendo la fortuna di intere nazioni ?

Dopo 13 anni di attesa a luglio 2023 in Italia è stato emanato il D.M. 119/2023 che regolamenta le condizioni per le attività di preparazione per il riutilizzo in forma semplificata. I rifiuti elettronici sono una parte non trascurabile, però, ci sono anche il Pnrr, altri strumenti di intervento e i cosiddetti “Progetti “faro” di economia circolare per agire. C’è un plafond di 581 milioni di euro, di cui circa 121 milioni sono per i RAEE. Le risorse servono a definire un quadro nuovo per il riciclo, per le strutture di recupero, suddiviso tra Nord, Centro e Sud. Arriviamo alla svolta ?

“Si. La centralità che ha assunto la gestione dei RAEE nelle politiche comunitarie, come parte del percorso di transizione ecologica ed energetica, richiama il nostro Paese a un’assunzione di responsabilità nel mettere in campo ciò che serve per far compiere al settore il salto di qualità”. Gli studi servono a far elaborare proposte e miglioramenti che in questo particolare segmento industriale conta su soldi già disponibili. Non è poco e di pc, smartphone e tablet nessuno ne farà più a meno. Per il Ref tutto questo insieme porta a una svolta. Anche per noi.

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Categories: Economia e Imprese