X

Hard Brexit e lockdown tedesco spaventano le Borse

FIRSTonline

Brexit, contagi, previsioni economiche, stallo nel piano di aiuti Usa: il mix fiacca i mercati, che vivono un’altra giornata all’insegna della debolezza e delle prese di profitto. I listini europei chiudono in rosso, mentre Wall Street procede in territorio negativo dopo la seduta contrastata di ieri. Piazza Affari perde lo 0,97%, portandosi a 21.702 punti; Francoforte -1,36%: Parigi -0,76%; Madrid -1,44%; Londra -0,9%. 

Sugli indici della zona euro pesano le vendite dei titoli delle banche, in attesa di una decisione della Bce sui dividendi, la prossima settimana. Secondo Bloomberg, l’orientamento dei regolatori europei è quello di estendere il generale divieto di distribuzione degli utili, anche se potrebbero esserci eccezioni per consentire agli istituti, con una sufficiente e dimostrata solidità finanziaria, di remunerare i soci.

Si fa sentire inoltre il crescente pessimismo sul fatto che Unione Europea e Gran Bretagna trovino un accordo sulle loro relazioni commerciali entro domenica. Per i leader dei due fronti, Ursula von der Leyen e Boris Johnson, una separazione no deal entro fine anno è ormai lo scenario più probabile.

Secondo Reuters la valuta britannica sta incorporando quasi pienamente l’ipotesi di un divorzio senza alcuna intesa commerciale tra Londra e Bruxelles. L’euro si apprezza contro la sterlina dello 0,46%, portando il cambio a 0,9168. In leggero calo invece l’euro-dollaro a 1,21.

La fiducia sorretta dall’avvio della vaccinazione in Gran Bretagna e dall’imminente via libera degli Usa, lascia spazio inoltre alle perplessità di fronte alla costante crescita di contagi e di morti da Covid 19 sulle due sponde dell’Atlantico, fatto che costringe molti paesi europei e alcuni stati Usa a nuovi lockdown, con inevitabili ricadute sulla crescita. La 

Germania per esempio sta ipotizzando restrizioni dure, tipo quelle di marzo, mentre la Francia si prepara a un capodanno blindato schierando 100mila poliziotti per il rispetto del coprifuoco il 31 dicembre. Eventi che ben si sposano con gli scenari pessimistici della Bce e con le preoccupazioni espresse ieri da Christine Lagarde. Bankitalia oggi corregge in meglio le previsioni 2020 per il Belpaese, -9%, ma lima il rimbalzo per il prossimo triennio: +3,5% nel 2021, +3,8% nel 2022, +2,3% nel 2023.  Nel dettaglio “il prodotto si ridurrebbe nel trimestre in corso e rimarrebbe debole all’inizio del 2021, per poi tornare a espandersi a ritmi significativi nella parte centrale del 2021, grazie all’ipotizzato miglioramento del quadro sanitario e all’effetto delle misure di politica economica”.

Nel frattempo ieri i leader dell’Unione europea hanno sbloccato il pacchetto finanziario da 1,8 miliardi di euro (2,18 miliardi di dollari) per aiutare l’economia a riprendersi dalla recessione indotta dalla pandemia, ma negli Stati Uniti, lo stimolo fiscale appare improbabile dopo che il presidente della Camera democratica Nancy Pelosi ha suggerito che le dispute su un pacchetto di spesa potrebbero trascinarsi fino a Natale.

Dal fronte dei vaccini inoltre le notizie sono in chiaro scuro: mentre il tandem Pfizer-Biontech procede spedito e probabilmente riceverà il via libera oggi dalla Fda, Sanofi (-3,4% a Parigi) e GlaxoSmithKline (+0,2% a Londra) rendono noto che il loro vaccino sarà disponibile solo alla fine del 2021, perché il programma di messa a punto “è stato ritardato per migliorare la risposta immunitaria presso le persone anziane”.

In Piazza Affari le vendite penalizzano in primo luogo Telecom, -3,94%. Il titolo soffre il downgrade di Moody’s che ha abbassato il rating a Ba2 con outlook negativo, ma il settore ha perso in tutta Europa. La seduta è stata particolarmente negativa per Telefonica (-8,4% a Madrid), dopo la decisione dell’Autorità inglese in materia di concorrenza di sottoporre a indagine approfondita la fusione tra Virgin Media e O2 (provider inglese del gruppo spagnolo). 

Male Leonardo, -3,54%, oggetto di prese di beneficio, alla luce dell’esposizione dei gruppo al Regno Unito in vista di una hard Brexit.

In calo le banche a partire da Bper -3,3%, insieme all’azionista Unipol -2,51%

Stabile Ferrari, +0,31%, nonostante le dimissioni con effetto immediato dell’ad Louis Camilleri per motivi personali.

Regina del listino è ancora una volta Moncler, +2,41%, sempre in festa per l’acquisto di Stone Island. Bene Nexi +1,28% e Amplifon +1,72%. Rimbalza Inwit +1,27%. Gli acquisti premiano Atlantia +1,48%, che era partita in sordina per l’ennesimo allungamento dei tempi per l’offerta guidata da Cdp su Aspi 

Perde Hera (-1,03%) che si è alleata per gli oli esausti con Eni (-1,43%). Deboli i titoli oil, mentre sono in leggero calo i future del petrolio dopo l’exploit della vigilia: Brent 49,93 dollari al barile, -0,65%.

Seduta in rosso per il secondario italiano: lo spread con il decennale tedesco risale a 115 punti base (+2,67%), anche se i tassi restano bassi (+0,52% per il Btp).

Related Post
Categories: Finanza e Mercati