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Governo, attesa finita: Conte al Quirinale nel pomeriggio

Imagoeconomica M5S

Il premier designato da Lega e M5s viene convocato al Quirinale. Giuseppe Conte salirà al Colle alle 17.30 per un colloquio diretto con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Dopo 48 ore di silenzio, il Capo dello Stato fa la sua mossa. Nonostante le pressioni dei partiti, sarà lui ad avere l’ultima parola sulla nomina del presidente del Consiglio, anche se, in base alle indiscrezioni, l’incarico a Conte arriverà già stasera. Mattarella però potrebbe chiedergli garanzie su i suoi margini d’azione alla guida del nuovo Governo, ma anche di presentare un suo programma di governo, come previsto dalla Costituzione.

“Oggi comincia la terza Repubblica, ve l’avevo detto, l’avevo promesso”, ha commentato poco dopo la convocazione Di Maio, “Ovviamente il presidente decide ma se è stato convocato.…”, ha aggiunto. “Ha tenuto tutto l’impianto – ha detto il leader grillino – anche se sui ministri chi decide è il premier incaricato”. “Un passo avanti lo fanno i cittadini un passo indietro i politici: ma Giuseppe Conte sarà un presidente del Consiglio incaricato politico”.

La “svolta” del Quirinale arriva dopo 24 ore di fuoco per Giuseppe Conte, in cui il candidato premier ha dovuto affrontare il fuoco incrociato sulle informazioni contenute all’interno del suo curriculum, ritenute poco veritiere dopo il fact checking effettuato dai giornali di tutto il mondo.

La sua candidatura è tornata in dubbio, ma stamattina Luigi Di Maio ha fatto quadrato sul suo nome escludendo qualsiasi ipotesi di dietrofront: “Conte è e resta assolutamente il candidato premier del Movimento 5 stelle e della Lega”, ha ribadito il capo politico del M5s. “Il nome resterà questo”, ha aggiunto Lorenzo Fontana della Lega.

Nonostante le conferme però, dal Colle filtra anche una richiesta esplicita ai due partiti di maggioranza di confermare il nome del giurista.

Nel frattempo monta la polemica sulle parole che Alessandro Di Battista ha rivolto al presidente della Repubblica, considerate da molti irrispettose: “il presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l’avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento, anche perché si tratterebbe di una causa persa”. Un attacco pesante che è subito diventato un caso politico.

Se dunque la strada di Conte verso Palazzo Chigi sembra essere tornata in discesa, ancora da sciogliere è il nodo su Paolo Savona, che Lega e Cinque Stelle vorrebbero alla guida del ministero delle Finanze. In un libro in uscita il 25 maggio, l’economista non nasconde i suoi dubbi sull’unione monetaria europea. “Non ho mai chiesto di uscire dall’euro – scrive -, ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti”. Parole che inquietano i mercati, ma che destano molta preoccupazione anche nei corridoi del Quirinale.

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  • 1.Si Governo
    2.Meglio Minnella che Savona
    3.Di maio svilupperà 4 milioni di posti con 400 miliardi di pil in + con l'accoppiamento energetico?