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Google fa boom di utili e ricavi, ma le regole Ue spaventano

FIRSTonline

Incurante di ciò che le accade attorno, tra scandali sulla privacy e titoli Tech in difficoltà sul Nasdaq, Google e la sua controllante Alphabet pubblicano una trimestrale che ha lasciato a bocca aperta anche il più positivo tra gli analisti. Grazie all’incremento della pubblicità, nei primi tre mesi del 2018, l’utile netto della casa madre ha registrato una vera e propria impennata, salendo del 73% a 9,4 miliardi di dollari dai 5,4 miliardi dello scorso anno.

Balzo in avanti anche per i ricavi, in crescita da 24,75 a 31,15 miliardi di dollari (+24%). Entrambi i risultati hanno superato le attese degli analisti, preoccupati soprattutto per gli investimenti realizzati per l’implementazione del cloud computing.

In base a quanto comunicato alla Sec, l’autorità borsistica degli Stati Uniti, il miglioramento dei conti è stato favorito soprattutto da un cambiamento degli standard contabili che hanno consentito ad Alphabet di mettere in bilancio il fair value dei titoli non negoziabili. Giù il margine operativo, su le spese di traffico, attestatesi a 6,3 miliardi di dollari – il 35% in più rispetto allo scorso anno – cifra che corrisponde a un quinto dei ricavi complessivi.

Nonostante i numeri “da record” pubblicati ieri sera, 23 aprile, il mercato continua a guardare con timore il futuro. La paura degli investitori riguarda soprattutto la nuova normativa Ue che consente agli utenti di potersi sottrarre alla “pubblicità personalizzata” e che quindi può creare più di una grana a Google e alla sua controllante, con un impatto negativo proprio sui ricavi. Ma a colpire è stato anche l’aumento dei costi.

Le nuove regole contenute nella General Data Protection Regulation, entreranno in vigore il prossimo 25 maggio e per prepararsi al “grande giorno” – temuto da molti altri big dell’Hi-tech – Alphabet ha già annunciato modifiche alle modalità con le quali viene richiesto e ottenuto il consenso dagli utenti che visitano siti che presentano inserzioni. Ricordiamo che la nuova normativa Ue prevede sanzioni salatissime nei confronti di coloro che violano i dettami comunitari, con multe fino al 4% dei ricavi globali. Il ceo Sundar Pichai ha però rassicurato tutti: le novità non impatteranno particolarmente su Google, dato che il motore di ricerca deve la maggior parte dei ricavi alla ricerca di annunci.

Lo sguardo si sposta adesso alla Borsa. Sul mercato prevale la preoccupazione e il titolo cede il 3,8%, zavorrando il Nasdaq. Da inizio anno, l’azione è scesa di quasi il 3,5%, una prestazione che però non intacca la corsa degli ultimi tre anni. Da quando Pichai ha preso il controllo della holding infatti – era il 2015 – il titolo si è apprezzato del 90% permettendo tra l’altro al Ceo di incassare (in azioni) più di 380 milioni di dollari di premio.

(Ultimo aggiornamento: 17.30 del 24 aprile)

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