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Germania, nessun rinvio per sentenza sull’Esm: il 12 settembre il giorno della verità

Mercoledì 12 settembre sarà il giorno del giudizio. La Corte costituzionale tedesca deciderà se approvare o meno la ratifica del Meccanismo di Stabilità europeo (Esm), la panacea tanto invocata negli ultimi mesi dai leader europei dei Paesi periferici  in grado di ridurre gli spread e risolvere ogni male. Eppure a qualcuno l’Esm non convince e un gruppo di intellettuali tedeschi ha provato in vari modo ad alterare il decorso della sentenza sulla costituzionalità del fondo salva-Stati permanente.

A guidare i querelanti c’è Markus Kerber, professore di diritto berlinese in prima fila nella battaglia contro l’euro, che ieri ha presentato un esposto alla Corte costituzionale tedesca (Karlsruhe) chiedendole di posticipare il verdetto. La motivazione è che il 3 agosto scorso il deputato irlandese Thomas Pringle ha presentato un nuovo ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea sullo stesso tema. Pringle infatti, non contento del verdetto della Corte suprema di Dublino che ha dichiarato la costituzionalità dell’Esm e l’ha ratificato nel Paese, continua a ritenerlo incompatibile con i Trattiati europei. Kerber aveva chiesto alla Karlsruhe di attendere il giudizio di Bruxelles prima di esprimersi in merito al nuovo meccanismo di stabilità. “Fin quando la Corte europea di Giustizia non avrà deciso sulla compatibilità di questi accordi con i Trattati, né la Corte costituzionale né il presidente tedesco possono decidere”, aveva sostenuto. Ma la Karlsruhe ha messo le mani avanti. “Uno slittamento della data del verdetto è escluso al momento”, ha dichiarato un portavoce della Corte.

Ci sono due precedenti che fanno ben sperare nell’ok tedesco: sia la Corte suprema dell’Estonia sia quella dell’Irlanda hanno dichiarato la costituzionalità dell’Esm. Sembra inoltre che la Germania abbia capito di non potersi permettere di fare lo stesso errore fatto due anni fa con la Grecia: aspettare. Perché nel frattempo gli spread dei Paesi più deboli continuerebbero a salire, forse toccando un punto di non ritorno. E i mercati stanno aspettando con impazienza il collocamento dei primi 500 miliardi di euro all’Esm: all’appello manca solo il verdetto tedesco.

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