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Gas, in Italia bollette più alte della media Ue, Besseghini: “Servono piani anti crisi per l’inverno”

Imagoeconomica

Le famiglie italiane pagano bollette di gas più alte della media Ue, segno che la diversificazione delle forniture non ha portato vantaggi economici per i consumatori. Storia diversa per le imprese, che riescono ad avere prezzi inferiori rispetto alla media Ue. Meglio per l’elettricità, dove la Germania si conferma ancora una volta il paese con i prezzi dell’energia più alti per i consumatori domestici. Ma con i consumi in ripresa, la guerra, i rincari e l’impennata dell’inflazione servono piani anti crisi. È il monito del presidente dell’Arera Stefano Besseghini, durante la presentazione della Relazione annuale 2022 davanti alla Camera dei Deputati, aggiungendo che “l’autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati da dover affrontare”.

Prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica per famiglie e imprese

Come si può vedere dai grafici, nel 2021 i prezzi del gas naturale si confermano i più alti della media dell’Area euro, soprattutto per le famiglie. A pesare anche la componente oneri e imposte, la più alta della media Ue.

Nel 2021 i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mantengono per il 2021 una posizione simile al 2020, allineati e leggermente inferiori alla media dei paesi dell’Area euro in termini di prezzi lordi, con un peggioramento in termini di prezzi netti, compensato dalla riduzione del peso di oneri e imposte. È quanto evidenzia la relazione annuale dell’Arera.

A livello europeo, la Germania si conferma, ancora una volta, il paese con i prezzi dell’energia elettrica più alti per il settore domestico.

Per quanto riguarda le imprese “il processo di progressiva riduzione del divario tra i prezzi medi lordi dell’energia elettrica per il settore industriale del nostro Paese e quelli più convenienti pagati nell’Area euro, che, iniziato nel 2017, era ripreso nel 2020 dopo l’interruzione del 2019, torna a mostrare segnali di inversione nel 2021, con un peggioramento della situazione per tutte le classi”.

Consumi elettrici +6%, cala la produzione da rinnovabili dell’1,9%

Secondo la relazione dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nel 2021 i consumi di energia elettrica (300,6 TWh) in Italia risultano in aumento del 6% circa rispetto al 2020, recuperando la diminuzione dell’anno precedente (nel 2020 il calo era stato del -6%) dovuta all’emergenza pandemica che aveva rallentato i consumi. L’aumento si è registrato in tutti i settori, compreso il domestico dove, tuttavia, l’aumento è stato molto più contenuto rispetto agli altri (+1,5%, contro aumenti superiori al +6% negli altri settori).

La domanda nazionale di energia elettrica è tornata in linea con i livelli pre-covid del 2019 (-0,6%) ed è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale netta (che è aumentata del 2,2%), mentre per il restante 13,5% dalle importazioni. L’energia esportata è dimezzata e quella importata è aumentata del 17%, facendo registrare un saldo di energia import-export pari al 32,9%.

La produzione da fonti rinnovabili (114,7 TWh) è risultata, invece, in calo (-1,9%); la produzione da bioenergie, idroelettrico e geotermico è diminuita rispettivamente del 6,9%, del 5,9% e del 2,1%, mentre è aumentata considerevolmente la produzione da eolico (10,8%). È rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica (25 TWh) con un aumento dello 0,5%.

Sul totale della produzione il gas pesa quindi per il 49,5% (tutto il termoelettrico rappresenta il 59,3%) e le rinnovabili per il 40%.

Consumi di gas naturale in ripresa nel 2021

Nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1 % rispetto al calo record del 2020). Secondo la relazione, lo scorso anno si è toccato il minimo storico per la produzione nazionale, crollata del -16,7% rispetto al 2020, che già aveva subito una pari riduzione.

Nel dettaglio sono stati complessivamente estratti 3,3 miliardi di metri cubi di gas naturale: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi situati in terraferma. Il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020). 

Nel 2021 l’Italia ha importato 6,6 miliardi di metri cubi di gas naturale in più rispetto al 2020: le importazioni lorde sono infatti salite a 73 miliardi di metri cubi, evidenziando un incremento del 9,9% rispetto al 2020. Si è fatto un maggiore ricorso agli stoccaggi e a fine anno i prelievi sono risultati di 1.591 milioni di metri cubi superiori alle immissioni (erano 1.076 milioni di metri cubi nel 2020).

Besseghini: “Consumi in ripresa. Servono piani anti crisi”

Con la guerra in Ucraina, “il tema della sicurezza della fornitura ha ripreso centralità̀, e con i consumi domestici e industriali di gas in ripresa bisognerà avere le quantità necessarie a sostenere il Paese attraverso la diversificazione delle rotte di approvvigionamento e un deciso impulso allo sviluppo delle rinnovabili mentre è “da applicare da subito il risparmio energetico, in quanto consumi controllati di energia elettrica e gas significano meno necessità di produzione e meno necessità di importare gas e materie prime. Servono “campagne informative”, “tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane”. È quanto sottolineato dal presidente di Arera durante la presentazione.

Besseghini: “Attesa per intervento Ue, verso sprint tetto prezzo gas”

Per affrontare emergenza serve coordinamento internazionale. “C’è grande attesa per un possibile nuovo intervento della Commissione Ue, relativamente all’identificazione di strumenti in grado di offrire risposte immediate all’ulteriore impennata dei prezzi di quest’ultimo periodo”, ha detto il presidente dell’Autorità.

“I temi rilevanti saranno proprio interventi di mitigazione dei costi nel mercato elettrico e del gas e, presumibilmente, una accelerazione sulla possibile implementazione di un cap al prezzo del gas“, ha specificato, facendo notare al contempo che “nell’affrontare un settore complesso ed articolato come quello energetico una condizione necessaria, forse non sufficiente ma certamente necessaria, è quella di un forte coordinamento (anche internazionale) delle decisioni”, ha aggiunto.

Besseghini ha anche puntualizzato come “i prezzi dell’energia mai riscontrati in precedenza, con il manifestarsi di ricorrenti episodi di siccità e una situazione economica in generale peggioramento” siano “elementi che mettono alla prova la resistenza delle famiglie e la competitività del nostro sistema industriale”.

Arera: Besseghini: “Scarsità acqua rende improcrastinabili investimenti e riuso”

“Attuali emergenze sono ripetitive e prevedibili. Il settore idrico è caratterizzato dalla contraddizione di emergenze storiche, emergenze che non dovrebbero neanche definirsi tali, vista la loro ripetitività e prevedibilità. Siccità e scarsa disponibilità dell’acqua continuano ad alternarsi con regolarità a dissesti idrogeologici provocati dalle alluvioni”, dice Besseghini, aggiungendo che “la portata dei cambiamenti in atto richiede, da un lato, di valutare in modo innovativo le scelte tradizionalmente adottate per la garanzia degli approvvigionamenti idrici e, dall’altro, di riconsiderare – rafforzandone efficacia ed efficienza – gli strumenti gestionali e le scelte di utilizzo di una risorsa la cui disponibilità, per quantità e per qualità, risulta sempre più un obiettivo da conseguire, che una certezza su cui far affidamento”.

In sostanza, ha concluso, “la scarsità della risorsa idrica rende improcrastinabili gli investimenti lungo tutta la filiera. Risulta, inoltre, opportuno cogliere le potenzialità del riuso della risorsa, ad esempio attraverso il ricorso al riutilizzo delle acque reflue”.

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Categories: Economia e Imprese