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Fallimenti nei tribunali: scende a 70 mila pratiche lo smaltimento ma va a rilento. Tutti i dati aggiornati

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Un mare di dati relativi a tutti i fallimenti registrati nei tribunali italiani dal 2010 ad oggi, ottenuti tramite i portali del Ministero della Giustizia. Si chiama “Cherry Sea” e lo aggiorna trimestralmente la startup francese “Cherry Srl”, società che fornisce servizi di intelligenza artificiale agli operatori del credito. Per ogni fallimento viene raccolto tutto lo storico degli atti depositati e le informazioni su giudici, curatori e creditori.

I dati aggiornati al 31 marzo 2022 parlano chiaro: nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte nei tribunali italiani 1946 pratiche di fallimento, il 22% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Roma il tribunale più “attivo”, con 256 nuove pratiche aperte, seguito da Milano (159) e Firenze (77).

Il ritmo della diminuzione, purtroppo non riesce ad accelerare la chiusura dei procedimenti. Questa la prima evidenza che emerge dal rapporto completo. Numeri ancora lontani dall’epoca pre-Covid, rispetto alla quale invece rimane stabile il volume di pratiche chiuse, che nel primo trimestre 2022 sono state 3566, 232 in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 (-6%) e 293 in meno rispetto al 2019 (-7,5%). Al 31 marzo 2022 in Italia sono poco più di 70.000 le procedure pendenti, in diminuzione del 2% rispetto a fine 2021, oltre il 40% delle quali è concentrato nei primi venti tribunali per volume di attività: Bari, Bologna, Busto Arsizio, Modena, Bergamo, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Monza, Napoli, Roma, Torino, Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.

Top 20 dei tribunali italiani secondo l’osservatorio della giustizia fallimentare

Roma risulta il tribunale fallimentare più attivo, ma anche tra i meno efficienti. Complessivamente nei primi venti tribunali italiani per volume di attività nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte 1033 pratiche e ne sono state chiuse 1612. Il tribunale più attivo resto quello di Roma, con 256 fallimenti aperti nel primo trimestre, seguito da Milano (159) e Firenze (77). I capoluoghi di Lazio e Toscana sono anche tra le sezioni meno efficienti d’Italia, che hanno terminato il trimestre con un numero di procedimenti chiusi inferiore a quelli aperti, rispettivamente 125 e 40. Saldo negativo anche per Verona, con 39 fallimenti chiusi a fronte di 47 aperti, mentre i tribunali più produttivi sono Padova (73 procedimenti chiusi contro 19 aperti), Napoli (96 procedimenti chiusi contro 28 aperti) e Treviso (72 procedimenti chiusi contro 23 aperti).

Milano è, in termini assoluti, il tribunale che ha chiuso più procedimenti, 375 , ed è anche tra quelli che, in termini percentuali, hanno ridotto maggiormente il l’arretrato, che per il foro meneghino ammonta a 4112 pendenti (-5% rispetto a fine 2021). Hanno inciso in maniera altrettanto significativa sul proprio stock Bergamo, che al 31 marzo 2022 conta 1017 pendenti (-6%) e Treviso con 920 (-5%). Trend inverso per tre tribunali, gli unici tra i primi venti a vedere crescere il proprio arretrato nel primo trimestre: Roma, che con 5125 procedimenti pendenti aumenta il suo stock (il più voluminoso d’Italia) dell’1% rispetto a fine 2021, Firenze con 1519 (+2%) e Verona con 1130 (+1%).

La mappa delle regioni: concentrazione delle procedure pendenti

La mappa delle regioni: in Centro Italia il 25% dello stock – La Lombardia è la regione con la maggiore concentrazione di procedure pendenti, 11551, seguita da Lazio, 8536 e Campania, 6625. Viceversa, le regioni più “scariche” risultano Trentino-Alto Adige, 612, Basilicata, 734 e Friuli-Venezia Giulia, 770. A livello di area, la maggior parte delle procedure pendenti è concentrata nel Centro Italia, dove se ne registrano 18175; nei tribunali del Sud Italia, invece, se ne contano 16728, valore in linea con quello del Nord Ovest, 16379. Restano nelle Isole 7832 procedimenti pendenti.

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