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Euro mai così giù nel 2012, in attesa del vertice di Bruxelles

L’euro è tornato ai livelli del 24 agosto 2010, toccando stamattina i minimi degli ultimi 21 mesi, dopo che l’ex primo ministro greco Papademos ha rimarcato che l’uscita di Atene dall’euro non si può escludere del tutto.

La moneta unica, che già martedì era stata spinta al ribasso sulla scia dei dati positivi sul mercato immobiliare statunitense, ha continuato a galleggiare durante la seduta asiatica, ma ha subito un pesante tracollo in apertura delle borse europee.

Alle 9,30 l’euro ha iniziato a deprezzarsi rapidamente, consolidando la discesa di martedì che ha azzerato i guadagni della divisa continentale registrati a cavallo dello scorso weekend.

La moneta unica ha toccato il minimo a 1,2615, sotto la spinta della corsa al dollaro-bene rifugio, prima di tentare il rimbalzo sulla scia del dato positivo, su base congiunturale, degli ordini alle industrie europee, che registra un incremento dell’1,8% rispetto ad un calo atteso dello 0,1%. 

Nel pomeriggio, il clima di pessimismo sul destino dell’eurozona si sommerà ai dati provenienti dagli Stati Uniti: le statistiche sui nuovi mutui su base settimanale (ore 13), l’indice dei prezzi delle abitazioni e le vendite di nuove costruzioni (ore 14), potrebbero rinforzare la tendenza ribassista dell’euro. 

Diverso l’andamento dell’euro rispetto alla sterlina: sulla scia dei dati inglesi di martedì, che indicano una decisa tendenza deflazionistica dell’economia britannica, la divisa continentale ha tenuto sui livelli raggiunti nei giorni scorsi, affermandosi a quota 0,8050 a metà mattinata. La moneta inglese potrebbe deprezzarsi ulteriormente, in giornata, qualora il dato sugli ordini al settore industriale (ore 12) confermasse la debolezza della domanda.

Rispetto allo yen, invece, l’euro ha azzerato i guadagni degli scorsi giorni, riportandosi stamane sui minimi annuali, a quota 100,17.

Le contrattazioni sul mercato valutario hanno risentito delle dichiarazioni di Papademos, ma sarà il vertice informale di stasera che movimenterà le transazioni. 

Qualora la Germania dovesse confermare la propria linea di rigore assoluto, rifiutando anche in una prospettiva di medio periodo l’introduzione degli eurobond o di politiche maggiormente espansive, sarebbe lecito attendersi una tendenza ribassista del cross eurodollaro già durante le contrattazioni sui mercati asiatici, che potrebbe proseguire nella mattinata di giovedì.

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