X

Enel a banda larga e piano banche sotto i riflettori

La Fed è divisa sui tempi dell’aumento dei tassi. Dai verbali dell’ultima riunione della banca centrale emergono le perplessità di alcuni membri del Fomc sul rinvio di nuovi rialzi, giustificati dall’andamento del mercato del lavoro e dalla ripresa dell’inflazione. Ma alla fine hanno prevalso le preoccupazioni di Janet Yellen sugli “apprezzabili” rischi che corre l’economia Usa nel caso di un ulteriore degrado della congiuntura internazionale. Per alcuni governatori “alzare i tassi già ad aprile potrebbe segnalare un senso di urgenza che non crediamo sia appropriato”. Alla fine, la decisione di non toccare il costo del denaro è passata con un solo voto contrario.

Modeste le variazioni di Wall Street dopo la pubblicazione: tra gli operatori l’opinione unanime che la banca centrale non si muoverà nella riunione del 27 aprile. Inoltre non sono pochi a scommettere che per quest’anno non ci saranno nuovi aumenti dei tassi. A fine seduta l’’indice Dow Jones è avanzato dello 0,64%, lo S&P 500 dell’1% circa, Nasdaq +1,59%. Il dollaro, salito nel corso della seduta oltre quota 1,14 sull’euro, tratta a 1,1397.

VOLA IL GREGGIO +5,2%, ENI COLLOCA SOLO 400 MILIONI DI BOND

A muovere i mercati è stato però il dato sulla consistenza delle scorte Usa di greggio, scese la settimana scorsa di 4,9 milioni di barili, spiazzando gli analisti che in media stimavano una crescita delle scorte di 3,2 milioni di barili. Il petrolio ha reagito con un forte rialzo delle quotazioni: il Brent sale del 5,2% oltre i 40 dollari al barile, Wti sopra i 38 dollari (+5,2%).

Gli investitori tornano a sperare in un accordo sul congelamento della produzione di greggio tra i produttori. Ad alimentare queste speranze è il rappresentante del Kuwait Nawal Al-Fuzaia, secondo cui “ci sono indicazioni positive per un accordo” nell’incontro previsto il 17 aprile a Doha (Qatar). Il rialzo del petrolio ha favorito la riscossa di Eni +1% che ha collocato ad investitori istituzionali un bond equity-linked 2022 non diluitivo per 400 milioni euro, 100 milioni meno di quanto annunciato. Tenaris +1,7% e Saipem +1,9%. 

BENE MILANO +0,7%. IL DOLLARO DEBOLE FRENA IL RIMBALZO DI TOKYO

La frenata del dollaro dopo la pubblicazione dei verbali ha scatenato una nuova ondata di acquisto sullo yen, in salita anche sull’euro e sul franco svizzero. Sono così quasi evaporati i guadagni iniziali del Nikkei +0,25% ad un’ora dalla chiusura. Quasi invariata Hong Kong -0,01%, in rosso Shanghai -0,7%. In giornata la banca centrale cinese aggiornerà il dato sull’ammontare delle riserve valutarie. La ripresa del greggio ha consentito la rimonta delle Borse in Europa. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,7% a quota 17.240 dopo aver toccato un massimo a 17.391 e un minimo a 17.035 punti. La Borsa di Londra ha guadagnato l’1,1%, Parigi +0,8%, Francoforte +0,6%. Prevista un’apertura in lieve rialzi per i listini del Vecchio Continente. Oggi verranno distribuiti i verbali dell’ultima riunione della Bce.

LO STOP A PFIZER ECCITA IL PHARMA EUROPEO

Il settore migliore dell’Eurostoxx è stato il Farmaceutico (+2,3%) sostenuto dalla notizia che è saltata la fusione fra l’americana Pfizer e l’irlandese Allergan. Sfuma un’operazione da 160 miliardi di dollari, ma contemporaneamente si riaprono i giochi per nuove possibili aggregazioni fra altri soggetti. La francese Sanofi ha guadagnato il 3,4%. Salgono anche Astra Zeneca (+4,5%), Glaxo (+3%), Merck (+2,4%) e Novartis (+2,3%). A Milano, dove non sono quotati grandi gruppi farmaceutici Recordati avanza dell’1,1%.

BTP ITALIA: SOLO 4,3 MILIARDI DAL RETAIL (5,4 MLD NEL 2015)

Btp in lieve calo in scia al Bund, che registra un declino maggiore con conseguente restringimento dello spread a 116 punti. La Germania ha collocato ieri 3,235 miliardi di titoli a due anni ad un tasso medio in calo a -0,48%. Gli ordini del Btp Italia 2024 da parte degli investitori retail hanno raggiunto i 4,232 miliardi complessivi. Ieri, ultimo giorno a disposizione dei risparmiatori per la sottoscrizione, sono stati raccolti 503 miliardi. Domani sarà il turno degli investitori istituzionali. Il collocamento ha registrato un andamento più lento rispetto a quello dell’emissione lanciata nello scorso anno, quando nella prima giornata di offerta venne raggiunta e superata la soglia dei 3 miliardi e il retail contribuì per 5,4 miliardi sui 9,4 miliardi complessivi emessi.

RENZI PRESENTA A PALAZZO CHIGI LA BANDA LARGA ENEL

Sarà una giornata elettrica. Palazzo Chigi ha convocato stamane una conferenza stampa alla quale parteciperanno Matteo Renzi e l’ad di Enel (+0,4%) Francesco Starace, per presentare il piano di sviluppo della banda larga del gruppo pubblico che, forte dell’accordo commerciale con Vodafone e Wind, potrebbe acquisire il 30 % di Metroweb. Exane Bnp Paribas ha alzato il prezzo obiettivo del gruppo elettrico da 3,6 a 3,7 euro, confermando però la raccomandazione underperform. 

Telecom Italia +0,17%: si potrebbe trovare di fronte ad un bivio: andare avanti ma in coabitazione con Enel, rinunciando all’obiettivo della maggioranza assoluta in Metroweb, oppure ingaggiare una sfida aperta con Enel che, con la sostituzione di 32 milioni di contatori realizzerà l’infrastruttura, facendo passare la fibra nella propria rete elettrica, per altri operatori autorizzati che le riconosceranno un “affitto”. E’ la prima sfida per il neo ad Flavio Cattaneo, che oggi, assieme al presidente Giuseppe Recchi, incontrerà la prima linea dei manager.

Intanto, in attesa dell’annuncio ufficiale dell’accordo con Vivendi, dal bilancio di Mediaset emerge che Premium ha chiuso il 2015 con perdite per 83,8 milioni su ricavi netti da per circa 560 milioni (641 milioni i ricavi totali comprensivi anche della raccolta pubblicitaria). Il totale dei costi per il primo anno di Premium in versione ‘Champions League’ supera i 755 milioni portando il risultato operativo in negativo per 115 milioni di euro. Gli abbonati della tv a pagamento sono saliti a 2,010 milioni a fine dicembre dagli 1,7 milioni di inizio luglio con una spesa media mensile per cliente che a dicembre, secondo alcune ricostruzioni, è stata di 26 euro.

A2A GUIDA LA MARCIA DELLE UTILITIES

E’ stata la giornata di A2A (+4,3%), ai massimi da gennaio. La società ha annunciato ieri i risultati del 2015, gli obiettivi del nuovo piano industriale e un potenziamento del buy back dopo l’acquisto di azioni proprie per l’1,9% che andranno ad aggiungersi ad un’analoga quantità già in portafoglio. Il gruppo ha annunciato il ritorno nel 2015 all’utile netto di 73 milioni di euro, nonostante le svalutazioni di asset per oltre 200 milioni, a seguito anche dell’eliminazione della Robin Hood tax. La cedola proposta per il 2015 è salita del 13% a 0,041 euro per azione, stesso importo confermato anche per il 2016. La società ha aggiornato il piano industriale al 2020.

In evidenza tra le utilities anche Iren (+1,16%). Ieri Mediobanca ha comunicato di avere inserito il titolo utility nel Portafoglio Raccomandato Long insieme a Anima e a Ei Towers. Hanno fatto spazio Cerved, Poste Italiane e Saras. Spunti positivi per Snam (+2,13%) e Terna (+1,87%). Fa eccezione Hera (-3,5%), dopo che Citigroup ha abbassato la raccomandazione a sell da neutral con prezzo obiettivo che passa a 2,2 da 2 euro.

IL PIANO BANCHE RISVEGLIA UNICREDIT. MA LE POPOLARI SOFFRONO

Il piano messo a punto dal governo per gli aumenti di capitale delle banche ha permesso di frenare il tracollo del settore. A svolgere il ruolo principale sarà la Cassa Depositi e prestiti cui toccherà guidare la costruzione di un Fondo di garanzia per le ricapitalizzazioni del sistema bancario italiano. La Cassa ha anche avviato un dialogo sul tema con la Bce, per l’acquisto di crediti in sofferenza dalle banche a prezzi più vicini ai valori di carico degli istituti, rispetto a quanto offrono sul mercato gli operatori specializzati. Il primo obiettivo è di creare uno strumento in grado di sostenere le ricapitalizzazioni delle due banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca), ma anche di altri istituti di taglia inferiore sollecitati dalla Banca d’Italia a rafforzare il patrimonio.

Avanza Unicredit (+1,7%), ma in netta frenata rispetto ai guadagni della mattinata (fino a +6%). La banca ha esteso la garanzia sull’aumento di capitale della Popolare di Vicenza da 1,75 miliardi di euro dal 30 aprile fino alla seconda metà di maggio. L’avvio dell’operazione è atteso per il 18 aprile, ovvero subito dopo il via libera della Consob al prospetto informativo.

Giornata positiva, con frenata finale, per la maggior parte delle aziende di credito: Intesa +1,1%. L’operazione di aumento di capitale di Veneto Banca da un miliardo di euro si potrà fare nei termini previsti, ha affermato Gian Mario Gros-Pietro. Intesa Sanpaolo è garante dell’operazione di ricapitalizzazione dell’istituto veneto. Monte Paschi +2,7% e Mediobanca +0,9%. Al contrario non ferma la frana delle Popolari: Banca Pop.Milano perde l’1,3%,Banco Popolare -3,3%, Ubi -1,2%. Nel corso della giornata sono affiorati i dubbi sulla praticabilità dell’intervento del governo.

GENERALI EVITA UNA GRANA IN MALESIA

Nel progetto governativo dovrebbero essere coinvolte anche le assicurazioni a partire dalle Generali che ha chiuso poco sopra la parità. La compagnia ha preso posizione sulla richiesta di indennizzi arrivata da BTG. La finanziaria brasiliana che aveva acquisito Banca della Svizzera Italia (poi ceduta a Efg International) ha fatto sapere ieri sera di avere mandato una lettera nella quale afferma di avere imprecisati diritti di rivalsa su Generali legati ad un eventuale coinvolgimento della banca nello scandalo del fondo sovrano di investimento della Malesia. Sembra che una parte dei soldi distratti dal fondo, centinaia di milioni di dollari, sia finita anche su dei conti di BSI a Singapore.

La compagnia ha fatto sapere che il contratto limita la possibilità per BTG di ottenere il rimborso per eventuali danni subiti.

IL BRASILE FRENA FCA. TAGLI ANCHE IN USA

Condizionata dai brutti dati sulle vendite di auto in Brasile, Fca ha perso l’1,3%. In termini annui la flessione del mese scorso è del 23,7% a livello di produzione e del 23,6% a livello di immatricolazioni. Il gruppo ha annunciato il taglio di circa 1.300 lavoratori nello stabilimento di Sterling Heights, in Michigan. Cnh Industrial -2,5%, ma Exor ha chiuso positiva (+2,4%).

Related Post
Categories: Finanza e Mercati