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Elezioni Sardegna: battaglia Zedda-Solinas, crolla il M5S

FIRSTonline

Siamo ancora all’inizio, ma le tendenze degli exit poll sembrano confermate. Lo spoglio va molto a rilento, sono state scrutinate 577 sezioni su 1840, ma si capisce già che le elezioni per il Consiglio Regionale della Sardegna saranno un affare tra centrodestra e centrosinistra. Christian Solinas (centrodestra) sarebbe attualmente in vantaggio con il 47,7%, mentre Massimo Zedda, candidato del centrosinistra si troverebbe a quota 33,7%.

Terzo, con un distacco siderale, Francesco Desogus del Movimento 5 Stelle al 10,9%. Seguono Mauro Pili (Sardi Liberi) con il 2,5%, Paolo Maninchedda (PdS) Con il 2,8%, Andrea Murgia (Autodeterminazione) con lo 1,8% e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) con lo 0,8%.

Nel frattempo, la Regione Sardegna ha confermato il dato sull’affluenza. Sono andati a votare 790.709 elettori su 1.470.401 aventi diritto, cifra che in termini percentuali corrisponde al, 53,77%.

Parlando delle singole sezioni scrutinate, a Sassari Solinas (centrodestra) è al 36,56%, Massimo Zedda (Centrosinistra) al 23,35% e Francesco Desogus (M5s) al 26,43. Vantaggio del centrodestra anche ad Alghero, dove  Christian Solinas  è avanti con il 55,56%. Segue Massimo Zedda (Centrosinistra) al 22,22% mentre Francesco Desogus (M5s) al 18,52%.

Stesso andamento nel Sulcis e nell’Oristanese: Solinas al 47,4%, Zedda al 34,81%, mentre Francesco Desogus e all’11,85%.

Questi dunque i primi risultati provenienti dalla Sardegna. Ricordiamo che secondo gli exit poll a vincere dovrebbe essere il centrodestra, seguito a stretto giro dal centrosinistra con l’ex sindaco di Cagliari. Il M5s dovrebbe confermarsi primo partito (è consentito il voto disgiunto), ma con un numero di voti più che dimezzato (14,5%-18,5%) rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo, quando il partito di Luigi Di Maio superò il 42% delle preferenze.

Da tenere in considerazione che i dati saranno resi noti soltanto in modo aggregato, con una modalità predefinita. In particolare, i Comuni che hanno da 1 a 10 sezioni forniranno il dato al termine delle operazioni (100% delle sezioni scrutinate), quelli che hanno tra le 11 e le 30 sezioni daranno i primi risultati quando si arriverà al 50% dello scrutinio, mentre per i Comuni più grandi, come i capoluoghi e la stessa Cagliari, il dato quando si arriverà al 25% delle sezioni scrutinate. Questo i motivi alla base della lentezza della spoglio.

Se questi risultati venissero confermati, per il M5S non si metterebbe bene. Dopo il pesante calo registrato poche settimane fa in Abruzzo, dove i pentastellati erano comunque riusciti a mantenersi sopra il 20%, la Sardegna rappresenterebbe un campanello d’allarme definitivo in vista delle elezioni europee del 26 maggio e soprattutto certificherebbe un’inversione a U nei rapporti di forza presenti all’interno del Governo. Un capovolgimento già testimoniato dai sondaggi, che tuttavia, con l’avallo delle elezioni, potrebbe determinare cambiamenti importanti nell’asse che guida l’Esecutivo.

Mentre si aspettano i risultati definitivi, che dovrebbero arrivare nel pomeriggio, comincia già l’analisi di “cause e conseguenze”. Difficile vedere alla base del tracollo pentastellato solo lo scarso radicamento sul territorio che da sempre caratterizza i Cinque Stelle e che tradizionalmente condiziona tutti i risultati locali del partito. Dopo otto mesi di governo, l’emorragia di consensi sembra lasciar presagire qualcosa di più.

Dall’altro lato della barricata sorridono il centrosinistra, che potrebbe aver centrato il tanto atteso recupero, e il centrodestra, con la Lega che avanza ma, differentemente da quanto accaduto in Abruzzo, non sfonda.

(Ultimo aggiornamento ore 16.07 del 25 febbraio). 

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Categories: Politica