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Elezioni italiane, referendum tedesco e Brexit frenano le Borse

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Regna una calma apparente sui listini della finanza globale. Dopo i brividi che hanno caratterizzato l’inizio di febbraio i mercati, pur senza brillare, hanno recuperato parte del terreno perduto. Gli operatori, ormai rassegnati ai prossimi rialzi dei tassi americani, stentano a trovare per ora spunti per nuove iniziative al rialzo. In Europa, a suggerire cautela è l’esito del voto italiano, ma anche il referendum dei socialdemocratici tedeschi sul nuovo governo Merkel. A complicare il cammino dell’Eurozona contribuiscono anche le nuove tensioni sul fronte della Brexit.

E così, passata per ora l’euforia, i listini hanno riscoperto il rosso: Wall Street, dopo undici mesi consecutivi al rialzo, ha registrato a febbraio un calo del 2,7%, il peggiore da due anni a questa parte. Non è andata meglio all’Europa: l’indice Stoxx 50 è arretrato del 4,2%, Francoforte del 5,3%. Si è difesa meglio Milano: -3,5% nel mese che precede le elezioni, superata solo da Parigi (-2,5%). Insomma, i mesi ruggenti solo alle spalle ma è sfumato il timore del tracollo, evocato dai bruschi ribassi di quattro settimane fa: i mercati sono rassegnati ad ingoiare la medicina di Jerome Powell, nella speranza che non sia troppo amara.

PIATTA WALL STREET, VOLA BOOKING (+7,7%)

In attesa della seconda audizione del presidente della Fed, stavolta al Senato, i listini Usa hanno registrato variazioni modeste: l’indice Dow Jones ha ceduto lo 0,15%, S&P 500 +0,03%. Il Nasdaq avanza dello 0,16%.

Poche le novità sui listini: crolla Celgene (-8%) dopo la mancata approvazione di un farmaco sulla sclerosi multipla. La performance migliore è stata di Booking (ex Priceline): il sito di prenotazione dei biglietti di viaggio è salito del 7,7% dopo i conti.

AL VIA L’IPO DI SPOTIFY: OBIETTIVO 1 MILIARDO DI DOLLARI

Spotify ha presentato ieri sera al Nyse la domanda per l’ammissione in Borsa. Il sito di streaming musicale punta ad incassare un miliardo di dollari in sede di Ipo diretta, senza road show, emissione di nuovi titoli o coinvolgimento di banche.

Avanza Monsanto (+0,77%) in attesa del via libera dato per imminente della Commissione Europea alla cessione a Bayer.

Il 76% delle aziende dell’indice S&P 500 hanno comunicato finora risultati in crescita rispetto alle stime.

FRENANO LE OBBLIGAZIONI, SALE IL DOLLARO

Si raffredda la corsa alle obbligazioni e il rendimento del T Bond scivola a 2,8806%. Invariato il titolo a due anni, ieri balzato al 2,28%, ai massimi da due anni.

Il cross euro/dollaro a quota 1,219 è per la prima volta da metà gennaio sotto la soglia di 1,22.

I CONSUMI USA (+4,6%) PIÙ VIVACI DEL PIL (+2,5%)

Il Pil Usa è cresciuto nel quarto trimestre 2017 del 2,5%, sotto le previsioni, nonostante la contemporanea crescita dei consumi (+4,6%). Si profila un nuovo passivo record della bilancia commerciale, ma non è escluso un forte calo delle scorte, a vantaggio di una prossima ripresa.

La forte ascesa delle scorte di petrolio negli Usa cresciute di 3 milioni di barili ha pesato sui prezzi del greggio: il Brent è scivolato a 65,82 dollari (-1,2%).

A Piazza Affari chiudono in calo Eni (-0,8%) e Saipem (-2%). Le due società competono in cordate diverse ad un appalto in Nigeria. Tenaris -1,7%

INFLAZIONE DEBOLE, BORSE EUROPEE IN ROSSO

Deboli le Borse europee nonostante il sostegno del recupero del dollaro. L’inflazione italiana a gennaio è cresciuta meno del previsto (+0,1%). Su base annua la variazione è dello 0,6%. In calo anche il dato dell’Eurozona (1,2% dal precedente 1,3%). I mercati sono ora concentrati sui dati Pmi in uscita nel corso della mattinata per capire se si sta esaurendo o meno la forza della ripresa.

A Milano l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,51%, a quota 22.607 punti. Piazza Affari è l’unica Borsa a conservare un pur modesto guadagno da inizio 2018.

In rosso gli altri listini europei: Madrid -0,6% (ma -5,4% a febbraio). Francoforte -0,44% al pari di Parigi (-2,5% a febbraio).

LONDRA INCIAMPA SULL’IRLANDA: BREXIT PIÙ DIFFICILE

Il risultato peggiore è quello di Londra: -0,69% nonostante il brusco calo della sterlina, trattata a 1,3772 sul dollaro, ai minimi dal 9 febbraio. La valuta britannica ha patito lo stop delle trattative con Bruxelles, arenatesi sullo scoglio delle frontiere tra l’Ulster e l’Irlanda. L’accordo sulla Brexit è così tornato in alto mare.

BTP, QUARTA SEDUTA AL RIALZO. IL VOTO NON FA PAURA

Prosegue il rally dei titoli di Stato italiani, in progresso per la quarta seduta consecutiva: gli operatori continuano a minimizzare i rischi del prossimo voto.

I Btp decennali hanno chiuso all’1,98%, spread nei confronti del Bund sotto quota 132, sotto il minimo di inizio febbraio (125) ma lontano dai picchi di inizio anno (160).

Ieri il Tesoro ha collocato in riapertura 1,763 miliardi di Btp e Ccteu andati all’asta martedì. La raccolta nel 2018 è già arrivata al 24% del fabbisogno del ministero (387 miliardi per l’intero anno).

La Germania ha raccolto ieri 2,413 miliardi in Bund decennali. Il rendimento è rimasto stabile allo 0,67%.

Oggi arrivano sul mercati le richieste di Francia (fino a 8 miliardi) e Spagna (5,250 miliardi).

In una giornata poco movimentata per le Borse, Piazza Affari non ha certo fatto eccezione.

Poco mosse le banche: indice di settore -0,16% contro -0,49% a livello europeo. Unicredit +0,3%, Intesa invariata. In calo Banco Bpm (-1,1%).

Continua lo stato di grazia di Poste Italiane (+0,8%) che allunga dopo il balzo del 6% sui risultati d’esercizio: Kepler Chevreux ha rafforzato il buy , target a 8,20 euro da 7,8.

ARIA DI CESSIONE PER FERRAGAMO, TONFO DI SAFILO

Le emozioni più forti le ha riservate Salvatore Ferragamo (+2,2%) che ha annunciato a sorpresa l’uscita dell’ad Eraldo Poletto in coincidenza con il cda sul bilancio fissato per l’8 marzo. Le dimissioni del manager, secondo alcuni rumors, sarebbero legate alla prospettiva di una cessione della maison fiorentina.

Nel lusso recupera Luxottica (+0,73%), penalizzata dopo i dati di bilancio. Secca battuta d’arresto per Safilo (-2,5%) dopo la svalutazione non monetaria per 190 milioni.

LA SPAGNA FA BENE A MEDIASET

Tra le note positive anche i progressi di Mediaset (+1,42%) sostenuta dai conti della consociata spagnola :+15,5% a 197 milioni l’utile d’esercizio, il miglior risultato dal 2008.

Avanza anche Telecom Italia (+0,8%): in Brasile è stato siglato un accordo con Oì per la condivisione di infrastrutture.

ROSSO CAMPARI, FRENA ANCHE PIRELLI

Il dato più negativo di giornata è stato il brusco calo di Campari (-3,3%), su volumi tre volte superiori alla media sulla scia delle vendite scattate martedì, mentre era in corso la conference call. Ieri Goldman Sachs ha ribadito il giudizio sell (prezzo obiettivo a 5,95 da 6,10). Hanno abbassato il target anche Rbs (outperfom, da 7 a6,80) e Kepler Chevreux (6,20 da 6,40).

Ma è stata una seduta pesante per diverse blue chip: Pirelli ha lasciato sul terreno il 2,7%. In calo anche Buzzi (-2,07%).

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TORNA A CORRERE LA JUVENTUS

Deboli le utility. Italgas cede l’1,49% dopo il perfezionamento dell’acquisto di Ichnusa gas. In rosso anche Enel (-1,2%).

Fuori dal paniere principale, da segnalare il balzo della Juventus (+2,43%), nonostante il calo dell’utile nel primo semestre a 43,4 milioni e la previsione della chiusura in rosso a fine esercizio.

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