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Effetto Bce: euro ai minimi e Borse positive

L’effetto Bce non si esaurisce all’indomani dell’annuncio di Draghi. A metà giornata la valuta unica cala a 1,1166 dollari, scendendo sotto quota 1,12 dollari per la prima volta dal settembre del 2003. Intanto, le principali piazze europee continuano la corsa sostenute anche dalle positive reazioni di ieri di Wall Street e questa mattina dei mercati asiatici (Tokyo è salita dell’1% circa e Hong Kong dell’1,34%). Fa eccezione la Cina, frenata dalla contrazione dell’indice manifatturiero, in calo per il secondo di fila, con la Borsa di Shenzhen che ha perso l’1,04%.

In Europa Parigi sale dell’2,06%, Francoforte dell’1,66%, Madrid dell’1,16%, mentre più cauta è Londra, con un +0,24%. Milano risulta più volatile e, dopo un breve passaggio in negativo, sul finale di seduta sale dello 0,6%. Il Ftse Mib ieri è stato comunque l’indice che ha messo a segno il rally più consistente sull’annuncio del Qe di Draghi. Il listino è appesantito dalle banche, peggior titolo del Ftse Mib è Mps (-4,41%), seguito a ruota dalle popolari dove sono scattati i realizzi dopo i rialzi dei giorni scorsi e dove imperversa la polemica dopo la decisione del governo di intervenire sul voto capitano delle banche popolari: Banco popolare -4,16%, Bper -3,97%, Bpm -3,66%.

Lo spread Btp-Bund continua la discesa, arrivando a 109 punti, con rendimento all’1,5%. Angela Merkel, al termine del vertice bilaterale con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha affermato di essere tranquillizzata dal processo riformatore in corso in Italia. Sul caso greco la cancelliera ha detto di essere convinta che “troveremo tranquillamente soluzioni” con il Governo che si formerà dopo le elezioni. Intanto lo spread del Paese ellenico è sceso sotto quota 800 punti base, dai mille d’inizio gennaio. Il Qe della Bce, secondo certe condizioni, potrebbe sostenere anche Atene.

L’Eurozona oggi riesce anche a “festeggiare” anche sul fronte macroeconomico: l’indice Pmi manifatturiero di gennaio non ha deluso le attese, attestandosi a quota 51 come previsto dagli analisti, e al livello più alto da sei mesi. Bene anche l’indice Pmi composito, che è salito a 52,2 dal 51,4 di dicembre, il picco da cinque mesi. L’indice Pmi Servizi è salito a 52,3 da 51,6 di dicembre, il punto più alto da tre mesi. Non ha deluso le stime neanche l’indice composito tedesco salito sempre a gennaio a quota 52,6 dal 52 di dicembre, il livello più alto da tre mesi. 

Ora i mercati guardano ai dati in arrivo dagli Usa del pomeriggio: l’indice Markit manifatturiero delle Pmi (dato preliminare di gennaio; l’indice anticipatore di dicembre e le vendite di abitazioni esistenti di dicembre. Intanto il petrolio è in rialzo dello 0,95% a 46,75 dollari al barile in scia alle attese di un cambio di politica dell’Opec (che finora non ha voluto abbassare la produzione di petrolio) dopo la morte di re Abdallah dell’Arabia Saudita, 90 anni, già rimpiazzato dal fratello Salman, 79 anni. 

A Piazza Affari si mettono sotto i riflettori i titoli che beneficiano del calo dell’euro come il lusso di Tod’s e Ferragamo ma anche Fiat Chrysler. Telecom Italia sale del 2,72% sulle attese di evoluzioni positive sul fronte Oi-Tim Brasil. Oggi il settore delle telecomunicazioni è stato scosso dalla notizia che Hutchison Whampoa, il colosso guidato da Li-Ka-Shing che detiene in Italia il controllo di “3”, ha acquistato (per 10,2 miliardi di sterline) da Telefonica la maggioranza di 02, il secondo gestore mobile inglese, diventando così il leader del mercato d’oltre Manica.

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