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Delude la seconda asta Bce, Qe più vicino

La Bce, tramite il componente del board Benoit Coeure, si è affrettata a precisare che i risultati della seconda operazione Tltro sono “all’interno delle stime della Bce e del mercato” precisando che c’è “un crescente numero di partecipanti e una distribuzione bilanciata della liquidità fra i diversi paesi”. La seconda operazione di Tltro, i prestiti legati al finanziamento dell’economia reale, effettuata questa mattina ha assegnato 129,8 miliardi di euro. La forchetta delle stime variava fra 90 miliardi e 250.
Milano passa in territorio negativo e cede lo 0,6% e anche le Borse europee perdono terreno: Parigi -0,62%, Londra -0,89%, Madrid -0,52%, Francoforte -0,28%. Lo spread Btp-bund è ancora in salita a 138 punti base e rendimento al 2,06%, mentre gli occhi sono ancora sulla vicenda greca e sull’elezione del presidente.

Seduta debole anche in Asia. Tokyo ha chiuso a -0,9% trascinato da dollaro debole e petrolio. Hong Kong – 0,9% e Shanghai -0,49%.

L’asta della Bce è risultatta in linea con le attese ma sulla parte bassa della forchetta, quindi lontano dagli obiettivi che la Banca centrale sperava di raggiungere. Per gli analisti il risultato avvicina l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce (il famoso quantitative easing). Nel bollettino della Bce pubblica questa mattina il Consiglio direttivo ha ribadito di rimanere “unanime nel suo impegno a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato”. Il bollettino segnala che le ultime proiezioni macroeconomiche per l’area euro indicano un calo dell’inflazione, accompagnato da un indebolimento della crescita del Pil in termini reali e da una dinamica monetaria contenuta. All’inizio dell’anno il Consiglio “riesaminerà lo stimolo monetario conseguito, l’espansione del bilancio e le prospettive sull’andamento dei prezzi. Valuterà inoltre l’impatto più ampio esercitato dalla recente evoluzione delle quotazioni petrolifere sulle dinamiche dell’inflazione a medio termine nell’area dell’euro”.

Oggi l’Ocse ha comunicato che il Pil del G20 è cresciuto nel terzo trimestre al ritmo dello 0,9% sul trimestre precedente, in lieve accelerazione rispetto al +0,8% registrato nel trimestre precedente.  A fare da traino sono state ancora una volta la Cina +1,9% e gli Usa +1%. L’Italia e il Giappone hanno registrato flessioni rispettivamente dello 0,1 e dello 0,5 per cento, gli unici due paesi membri del G20 a dare un contributo negativo. Per quanto riguarda l’Italia, oggi l’Istat ha reso noto che la produzione industriale a ottobre è  scesa dello 0,1% congiunturale (indice destagionalizzato) e del 3% tendenziale (indice grezzo).

Sempre sul fronte macroeconomico in Francia il ministero delle Finanze di Parigi ha leggermente abbassato le previsioni di deficit/pil al 3,6% per il 2016  (dal precedente 3,8%) e al 2,7% per il 2017 (dal 2,8%). In Germania invece l’’Istituto Ifo si aspetta che l’economia tedesca guadagni slancio nel 2015: +1,5% nel 2015  grazie a consumi in crescita dell’1,7%.

Intanto però si va sempre più verso un mondo divergente. Se in Svizzera la Banca centrale ha lasciato invariati i tassi tra lo 0,00% e lo 0,25%, in Norvegia la Banca centrale ha abbassato a sorpresa il tasso all’1,25%, di 0,25%, a causa del deterioramento delle prospettive economiche per la caduta dei prezzi del petrolio. La Banca centrale russa ha invece alzato, sempre a sorpresa, il costo del denaro al 10,5% dal 9,5% precedente. Le attese che erano per tassi invariati e  il rublo ha aggiornato i minimi storici contro il dollaro dopo la decisione della banca centrale. Infine, il Wall Street Journal riferisce che la Banca centrale cinese inietterà 400 miliardi di yuan nel sistema bancario attraverso la China Development Bank, che poi erogherà i fondi sotto forma di prestiti a breve termine alle altre banche sul mercato interbancario. Soldi che si aggiungono ai 500 miliardi di yuan già previsti questo mese per le prime cinque banche di proprietà statale.

Nel pomeriggio sono attesi diversi dati macro dagli Usa: l’indice dei prezzi alle importazioni di novembre, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, lòe vendite al dettaglio di novembre, le scorte delle imprese di ottobre.

A Piazza Affari in evidenza sul Ftse Mib sono Saipem +2,02%, Gtech + 1,8% e Telecom Italia +1,52% che beneficia  di rumors su un’offerta da 8 miliardi di euro per la quota del gruppo in Tim Brasil da parte di una cordata composta da Oi, Telefonica e America Movil e sulle attese per un accordo con Mediaset. Il titolo in mattinata aveva accelerato fino al 4,8% ma a stretto giro, su richiestea delle autorità locali, è arrivata la precisazione di Tim Brasil: “non è a conoscenza di qualsiasi accordo, negoziato o proposta”.

In fondo al Ftse Mib Fca che cede oltre il 7%. Il titolo soffre dopo l’annuncio nella notte del prezzo del prestito convertendo e delle azioni da piazzare a Wall Street. Le azioni verranno collocate sulla Borsa Usa a 11 dollari per azione (in tutto 87 milioni di titoli ordinari). La cedola del convertendo sarà del 7,875% annuo. Giù anche Exor -3,12%. In fondo al paniere delle blue chip troviamo poi Bpm -3% e Mediobanca -2,92%.

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Tags: BceBondTltro